«You miss 100% of the shots you don’t take».
(Il tiro che sbagli al 100% è quello che non fai).
È con la frase di Waynee Gretzky, eccezionale giocatore di hockey, che Rossana Bellina spiega perché ha cambiato la sua vita così tante volte. Perché si è messa in discussione – e continua a farlo, ogni giorno – pur avendo già raggiunto tutto (o quasi). Milano, New York, Sydney. E poi chissà. «Perché quando hai il mondo in tasca, è difficile fermarsi».
Milano, capitolo 1. Rossana studia legge in Bocconi, specializzandosi in Finance, materia che la appassiona da sempre. Subito dopo la laurea, inizia la sua carriera negli studi professionali. Prima, per l’inglese Simmons & Simmons, poi per l’americano Shearman & Sterling. Sono anni di grande impegno e studio sul campo: ogni sera alla scrivania fino a mezzanotte e ogni weekend al computer. Ma il lavoro non ruba spazio alla vita e proprio in quel periodo conosce un ragazzo tedesco, Jan, brillante e ambizioso, proprio come lei. L’incastro funziona talmente bene che i due decidono di scommettere insieme sul futuro. Partono per gli States.
New York, capitolo 2: Shearman & Sterling le apre le porte a New York, ma in un contesto completamente diverso. «A chi ha ambizioni internazionali, sconsiglio vivamente di fare legge – scherza, ma non troppo, Rossana –. Bisogna ricominciare da zero, riaprire i libri e rimettersi a studiare per capire come funziona il sistema legale nel nuovo Paese. E così ho fatto io». L’accordo con lo studio è chiaro: devi laurearti in Legge con indirizzo Banking & Finance negli USA, tra i primi del corso. Così potrai tenere il lavoro. Sfida accettata, «anche se – ammette – frequentare un’Università americana è tutta un’altra storia. La competizione è altissima, sei molto stimolato da parte dei professori ma devi essere preparato a ogni lezione quasi come fosse un esame. Il confronto è la prima forma di insegnamento, e per confrontarti devi aver studiato, essere all’altezza».
Entro un anno, Rossana si laurea alla Fordham University School of Law di New York con LL.M. in Banking, Corporate, and Finance Law, con lode, tra i primi 10 del suo corso. Patto mantenuto, può riprendere la vita in studio. «New York è la capitale mondiale del finance, è il mercato più appassionante. Certo – avverte – la cultura del lavoro è molto diversa dalla nostra: alle mail dei clienti si risponde entro 10 minuti, bisogna essere sempre reperibili, pronti a sacrificare molti venerdì e sabato sera, e conquistare quotidianamente spazi di lavoro dimostrando competenza e dedizione. Non è stato facile all’inizio, per me, diventare parte del team. Ero l’italiana e ho dovuto dimostrare per quattro volte ciò che sapevo fare. Poi, però, le gratificazioni sono arrivate».
Ecco, le gratificazioni. Una questione, la prima delle tante, che rendono l’estero molto più attrattivo rispetto all’Italia, secondo lei: «Il tuo impegno è riconosciuto, in termini economici e di merito. In Italia, anche negli studi di primo livello, dai sempre molto di più di ciò che ricevi. In America, sei naturalmente spinto a puntare in alto, impari a essere ancora più ambizioso di quanto tu non sia già. Impari a credere ancora di più nei tuoi sogni. E non esiste lavoro per cui non valga la pena sognare in grande». I successi professionali diventano così obiettivi sempre nuovi da conquistare, medaglie al merito e stimolo per il miglioramento continuo. Parliamo di deal anche da 4 miliardi di dollari, con fusioni tra società internazionali, come il caso tra Tyco International e Johnson Controls, che Rossana ancora ricorda come uno dei casi più interessanti tra le sue consulenze.
Ma, attenzione: vivere in America non è semplice. Anzi, è l’opposto: i ritmi di vita, i costi inaccessibili, la competizione. La stessa che genera adrenalina e che, da un momento all’altro, può farti cadere. Ma è anche un luogo in cui, ancora, si possono cogliere delle opportunità. Più del 90% dei 22 milioni di posti di lavoro persi nella primavera del 2020, con lo scoppio del COVID 19, è stato recuperato. Solo a luglio 2022, sono stati creati 528.000 posti di lavoro, con un tasso di disoccupazione al 3,5%, mai così basso dal 1969, e un reddito medio da oltre 63mila dollari.
«L’America è piena di persone brillanti, soprattutto italiani. E devi sapere che dovrai vedertela con gente così, che è lì, come te, per realizzare il proprio sogno. Tutti cercheranno di sgomitare, e tu dovrai farlo meglio di altri. L’America è un paese in cui impari a farti rispettare per ciò che sei e, di conseguenza, puoi far valere i tuoi diritti. Diritti che qui, a differenza dell’Italia, non sono dati per scontati. Devi conquistarli e meritarli ogni giorno». Un esempio? La maternità. Per lei – sì, Rossana è anche mamma di due bambini: Ethan, 2 anni e mezzo, e Lavinia, 1 anno e mezzo – il periodo di congedo è stato appena di 2 settimane.
New York, capitolo 3: New York, ancora. C’è chi dice che è sempre stata e sempre sarà solo New York. Per Rossana è così, anche da altre prospettive. Lascia il lavoro in studio e accetta una nuova sfida in un settore molto diverso: il lusso. Diventa general counsel del brand di gioielli Marli New York. Ne supporta lo sviluppo internazionale in Medio Oriente, Europa e USA. E nel frattempo, arrivano i due bambini. Il bilanciamento è nei fatti. Non esistono passi indietro, ma la consapevolezza che è necessario riequilibrarsi. «Nessuno mi ha mai fatto mobbing perché sono mamma, però ammetto che non è comune a NY avere carriere così impegnative e una famiglia da gestire. Il segreto è confrontarsi con persone intelligenti e rispettose delle tue scelte, a casa e in ufficio. E poi… non bisogna chiedere il permesso a nessuno. Non chiedo scusa se devo andare a prendere i bambini a scuola, ma mi ricollego al pc la sera dopo averli messi a letto. La stessa cosa la fa mio marito». E sarà proprio il lavoro di Jan, salito ai vertici di uno dei più importanti gruppi automobilistici al mondo, ad aprire un nuovo capitolo nelle loro vite. L’Australia.
Sydney, capitolo 4: «L’Australia è perfetta». Esordisce così Rossana, per tracciare i contorni della loro nuova vita. «Sono tutti molto gentili, c’è un miglior bilanciamento vita – lavoro, la natura e le città sono straordinarie». Del resto, è una delle economie che ha reagito meglio alle instabilità globali, con un tasso di disoccupazione al 3,4%, un Pil pro capite superiore ai 51 mila dollari e uno dei migliori sistemi sanitari al mondo. C’è un “però”, ed è quello più umano che possa esistere: «non è casa». Laddove per casa, ormai lei intende la Grande Mela. «No, non tornerei in Italia per vivere o lavorare: il nostro è un paese bellissimo, con una grande etica del lavoro, ma è un paese seduto, vecchio, sempre orientato al passato. Io voglio vivere nel futuro, e ancor di più voglio che possano farlo i miei figli. Per questo abbiamo accettato questo nuovo, grande, cambiamento, trasferendoci in Australia» racconta.
Oggi Rossana è senior associate per MinterEllison, il più grande studio legale dell’Australasia. «È un lavoro di cui non potrei fare a meno, è molto veloce, molto energico, molto adrenalinico, mi spinge a migliorarmi costantemente. E questa sensazione mi fa sentire viva. Mi dico sempre: “Hey Ros, quando pensi di essere la più brava in una stanza, allora hai un problema. Devi cambiare”. Così, eccomi qui, pronta a ricominciare. In America si dice “You miss 100% of the shots you don’t take” ed è, a tutti gli effetti, la storia della mia vita».
Il futuro, capitolo 5: Cosa accadrà? «La nostra vita ora è qui, ma un domani, chissà. Guardo i nostri passaporti – Italia, Germania, America, Australia – e mi sembra di avere il mondo in una mano. È una sensazione bellissima. Ed è la stessa che mi farà continuare a sognare in grande. Sognare, per costruire. Con una strategia e con fatica. Perché gli ostacoli ci saranno sempre, ma se sei pronto a rimboccarti le maniche, saranno solo una parte della tua storia. Il finale, lo deciderai tu».
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