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Imprese: le nuove regole del rapporto pari opportunità


Al via la doppia novità relativa al rapporto biennale che le imprese devono redigere sulle pari opportunità. Una misura sinergica rispetto alla Certificazione di genere che mira a ridurre le discriminazione nel mondo del lavoro e aumentare l’occupazione femminile.
Fino al 30 settembre tutte le aziende con più di 50 dipendenti – fino a due anni fa la soglia era di 100 – dovranno compilare il rapporto biennale sulla situazione del personale maschile e femminile. E non è escluso – ha spiegato a Alley Opp la consigliera nazionale di parità Francesca Bagni Cipriani – che “l’obbligo si possa progressivamente allargare anche alle piccole e micro imprese, che sono il tessuto del nostro sistema produttivo”.
E – seconda novità – il nuovo modello permette di raccogliere dati ulteriori e più precisi rispetto a prima, in particolare sulle retribuzioni, sui processi di selezione e formazione e sulle misure di conciliazione. Il rapporto si arricchisce così di nuove informazioni e potrà scattare una fotografia ancora più dettagliata sul grado di maturità delle imprese rispetto ai temi della diversità e dell’inclusione di genere. All’azienda viene infatti chiesto di descrivere – nel pieno rispetto della data privacy – la propria situazione occupazionale, maschile e femminile, specificando le informazioni relative a ognuna delle professioni, allo stato delle assunzioni, alla formazione e promozione professionale, ai livelli, ai passaggi di categoria o qualifica, ad altri fenomeni di mobilità, all’eventuale cassa integrazione, ai licenziamenti, ai prepensionamenti e pensionamenti, alla retribuzione effettivamente erogata. Le consigliere di parità regionali, chiamate ad elaborare i dati contenuti nei rapporti, avranno così a disposizione uno strumento più utile e completo per trasmetterne i risultati, tra gli altri, alla Consigliera Nazionale
Prima del 23 giugno, data in cui e’ stato rilasciato il modello da compilare per il biennio 2020-2021, e’ stato permesso in via transitoria alle aziende con oltre 50 dipendenti di compilare il vecchio modello, riferendo i dati al 31 dicembre 2019, in modo da permettergli di partecipare ai bandi a valere sui fondi del pnrr. Questi bandi infatti richiedevano la compilazione dell’ultimo rapporto biennale, che prima del 23 giugno non poteva che essere quello relativo al biennio 2018-2019, a pena di esclusione dalle gare.
E se per la Certificazione, l’adesione è su base volontaria e con ottica premiale, in caso di mancata compilazione della relazione é prevista una sanzione inizialmente fino a 516 euro, che può arrivare a 5mila in casi di rapporto mendace o incompleto. Ma – ancora più importante – l’azienda si può vedere sospesi per un anno da qualsiasi beneficio contributivo eventualmente goduto. A. Altra novità è che entro il 31 dicembre deve essere trasmesso alla Consigliera nazionale l’elenco, su base regionale, delle aziende obbligate a redigere il rapporto, incrociando i dati relativi alle aziende contenute in altre banche dati delle PA, per facilitare i controlli.
“Queste novità – rapporto e certificazione – puntano a creare un cambiamento culturale e organizzativo nelle imprese, innestando un circolo virtuoso tra raccolta e monitoraggio dei dati, buone prassi aziendali e partecipazione a progetti con la pubblica amministrazione per il supporto all’occupazione femminile” ha commentato ancora la Consigliera.
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