Dirigenti senza laurea e laureate senza dirigenza

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In Italia gli occupati in possesso di una laurea sono pochi, rispetto alla media dei Paesi europei (22% contro 34%), e dunque non sorprende che anche tra i dirigenti (cod. 1 ISCO08) la quota dei laureati sia più bassa rispetto alla media europea: 25% contro 58% (la più bassa tra tutti i Paesi membri). E’ però da sottolineare la differenza di genere rappresentata nelle Figure 1 e 2.

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I grafici, in valori assoluti, mostrano che le laureate sono più dei laureati tra gli occupati dipendenti (Figura 1), ma questa disponibilità di laureate non si traduce in una maggior presenza femminile nelle posizioni dirigenziali (Figura 2).

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I grafici evidenziano pertanto un duplice problema: da un lato la difficoltà delle donne a diventare dirigenti anche se laureate, e dall’altro la consistente presenza maschile tra i dirigenti anche senza laurea. Il dato più recente (2019) mostra infatti che la componente femminile rappresenta il 59% degli occupati dipendenti con laurea, ma solo il 30% dei dirigenti con laurea. Le donne sono anche il 46% degli occupati dipendenti con diploma, ma sono solo il 28% dei dirigenti con questo titolo di studio. Per contro, tra i dirigenti con titolo di studio pari al diploma il 72% sono di genere maschile.

Certo, ci possono essere bravi dirigenti anche senza laurea, e laureate che non desiderano competere per una posizione dirigenziale, ma il divario evidenziato dai grafici a livello aggregato è consistente e non cambia negli anni; le linee restano parallele, non vi è alcuna convergenza nel tempo che possa sostenere la speranza che le cose stiano cambiando. La laurea non sembra favorire più di tanto l’accesso delle donne alla posizione dirigenziale, dato che la loro presenza passa dal 28% nel gruppo dei dirigenti senza laurea al 30% nel gruppo dei dirigenti laureati, mentre, d’altro canto, la mancanza del titolo di studio terziario non sembra un ostacolo al raggiungimento della dirigenza per la componente maschile, dato che la loro presenza aumenta tra i non laureati, passando dal 70% nel gruppo dei dirigenti laureati al 72% nel gruppo dei dirigenti con titolo di studio pari al diploma.

Prof, ma perché? Qual è il problema? Se le donne sono quasi il 60% degli occupati dipendenti laureati perché dimezzano tra i dirigenti?

Le cause possibili sono tante: rilevano la divisione del lavoro di genere, la segregazione del percorso formativo, la segregazione occupazionale sia orizzontale sia verticale, le procedure di selezione non neutrali rispetto al genere e così via … ma in tutte queste possibili cause gli stereotipi hanno un ruolo importante nel distorcere l’allocazione delle risorse rispetto a quella efficiente. Possiamo citare, ad esempio, lo stereotipo del “think manager – think male” e, più in generale, la recente rassegna di 30 anni di ricerche in tema di economia sperimentale che dimostra che i valutatori sistematicamente classificano le donne come meno competenti e meno meritevoli, e offrono loro retribuzioni minori rispetto agli uomini, a parità di ogni altra caratteristica produttiva (Bordalo et al. 2019).

  • L.A. |

    Avete riportato due volte la figura 1 della fonte originale.

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