Scuola a settembre, banco in spalla e caccia all’aula

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Photo by kyo azuma on Unsplash

Il 14 settembre le studentesse e gli studenti italiani torneranno sui banchi di scuola. Cosa troveranno ad accoglierli? Forse una scuola nuova, sicuramente diversa nelle proposte e nella struttura.

La ministra Lucia Azzolina, coadiuvata dal comitato tecnico scientifico, ha presentato le Linee guida che confermano il rientro a scuola per tutti “in presenza e in sicurezza. Insieme e senza paura” come si legge nella Lettera inviata dalla ministra stessa alla comunità scolastica. Dal 14 settembre per la maggior parte e dal primo settembre per le ragazze ed i ragazzi che non hanno raggiunto la sufficienza alla fine dell’anno scolastico e dovranno recuperare.

Le Linee guida sollecitano una didattica meno frontale e più laboratoriale, in piccoli gruppi e non necessariamente in classe, ma anche in spazi diversi per coniugare la necessità di distanziamento con l’innovazione. Una didattica diffusa, in spazi diversi da come siamo abituati a pensare gli ambienti scolastici. Anche con banchi diversi e singoli di nuova generazione che consentono una didattica più collaborativa.

Forse, invece dello zaino, i nuovi studenti porteranno il banco sulle spalle, come accadeva ai primi del novecento quando “banco in spalla e lezioni all’aria aperta” erano diventati la quotidianità per molti studenti nella speranza di contrastare la diffusione della tubercolosi negli spazi scolastici chiusi.

Le prime scuole all’aperto risalgono a quell’epoca, quando, accanto a lezioni teoriche, gli alunni si esercitavano fuori dalle mura scolastiche nei lavori dell’orto, del frutteto, della vigna e dei campi, coltivando essi stessi un piccolo appezzamento di terreno. I tempi sono cambiati, ma evidentemente non lo sono le soluzioni proposte. Ci stiamo preparando ad una scuola diffusa, dove gli studenti impareranno a vivere in spazi che vanno oltre i cancelli degli istituti italiani. Poiché la scuola all’aperto sicuramente sarà impraticabile per tutti i mesi dell’anno – anche se è una realtà consolidata in Paesi con una situazione climatica più sfavorevole rispetto all’Italia – la ricerca di aree alternative ha iniziato ad impensierire chi solitamente gestisce e vive quegli spazi che fanno da supporto alle attività tradizionalmente svolte nelle aule scolastiche. Bibliotecari e sportivi hanno iniziato a prender parte attivamente al dibattito, preoccupati che si possa ricadere su queste realtà, cambiandone la destinazione d’uso a favore della didattica “tradizionale”.

Tra i primi, Il forum del libro, associazione italiana per la promozione della lettura fondata nel 2006 e composta da bibliotecari (come Maurizio Caminito che è il presidente e Giovanni Solimine) insegnanti, librai e editori (Pepe Laterza, Bruno Mari della Giunti, Antonio Sellerio e Della Passarelli), ha lanciato un appello diretto alla ministra Lucia Azzolina, per la salvaguardia della biblioteca scolastica. “Gli spazi delle biblioteche scolastiche naturalmente possono e devono essere usati come spazi utili anche nella situazione non facile che le scuole dovranno affrontare a settembre” – si legge nella lettera – “ma devono essere usati in maniera coerente con la loro funzione: spazi moderni e accoglienti per l’approfondimento degli interessi, l’alfabetizzazione informativa, i lavori di progetto, i gruppi di lettura, l’integrazione di fonti informative tradizionali e di rete. E quindi la biblioteca scolastica merita di essere difesa, sostenuta e rafforzata proprio nell’attuale situazione di crisi e di trasformazione della scuola italiana oggi, alla vigilia della riapertura di settembre”.

L’Associazione si richiama anche al Manifesto Ifla/Unesco: “È dimostrato che, quando bibliotecari e insegnanti lavorano insieme, gli studenti raggiungono livelli più alti di alfabetismo, nella lettura, nell’apprendimento, nella capacità di risolvere problemi e nelle abilità relative alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione”.
Vanno nella stessa direzione, le federazioni italiane di pallavolo, pallacanestro e pallamano che chiedono alla ministra Azzolina che le palestre degli istituti scolastici non vengano utilizzate per attività diverse da quelle sportive, sacrificando l’attività fisica di studenti e mettendo a rischio anche l’attività di tante società sportive dilettantesche che utilizzano le palestre scolastiche.

La ministra Azzolina ha ribadito che “a settembre ci attende non solo l’avvio del nuovo anno scolastico, ma di un anno scolastico nuovo”. Ci auguriamo quindi che la scuola che ospiterà le nostre studentesse e i nostri studenti all’apertura dei cancelli sarà non solo una nuova scuola rinnovata negli spazi, ma una scuola nuova.