Mamme occupate: in Italia sono ancora troppo poche

La presenza di figli condiziona il tasso di occupazione femminile in modo diverso a seconda del tipo di famiglia e del Paese in cui la donna vive.

Diverse tipologie familiari

Le persone che vivono in coppia con figli sono la forma di famiglia più diffusa nei principali Paesi europei[1]: la loro quota va da un massimo di 63,5% in Grecia ad un minimo di 40,8% in Romania; nel nostro Paese la percentuale di persone che vivono in coppia con figli si attesta al 59,3%.

Anche altre tipologie familiari sono comunque presenti in percentuali non trascurabili: ad esempio, la famiglia estesa[2] pesa più di un quarto del totale in Romania, le persone che vivono in coppia senza figli raggiungono il 20% nei Paesi Bassi, i single sfiorano il 23% in Germania, e i monogenitori arrivano al 12% in Polonia.

Distribuzione della popolazione in età 25-54 anni per tipo di famiglia

Elaborazioni su dati ILO

Donne occupate per tipologia familiare

La probabilità di una donna di essere occupata varia al variare del tipo di famiglia e del Paese in cui vive. Nella Tabella 2 sono rappresentati i tassi di occupazione della popolazione femminile in età 25-54 anni nei principali Paesi europei.

Tassi di occupazione della popolazione femminile in età 25-54 anni per tipo di famiglia

Elaborazioni su dati ILO

Il confronto tra Paesi evidenzia che la presenza di figli non sempre riduce drasticamente il tasso di occupazione delle madri. È vero che in Italia la probabilità di lavorare di una donna in coppia con figli cala di ben 22 punti percentuali rispetto a quella di una single, ma negli altri Paesi la differenza è molto più contenuta: in Belgio è di soli due punti percentuali, in Francia non c’è alcuna differenza, e nei Paesi Bassi il tasso di occupazione delle donne con figli risulta persino maggiore, e non minore, rispetto alle donne single.

Tassi di occupazione delle donne tra 25-54 anni single o in coppia con figli

Elaborazioni su dati ILO

La divisione del lavoro nella coppia

In Italia, prima ancora della presenza di uno o più figli, è la formazione della coppia che produce una netta divisione del lavoro di genere e abbassa repentinamente il tasso di occupazione femminile, ma ciò non accade in misura così evidente negli altri Paesi. Confrontando i dati riferiti alle donne single con quelli riferiti alle donne in coppia senza figli (Figura 2) si nota che nel nostro Paese la vita in coppia riduce il tasso di occupazione femminile di ben 10 punti percentuali; in nessun altro Paese la riduzione è così marcata: in Spagna è di soli 2 punti, in Portogallo di 3 punti, e la differenza cambia addirittura di segno in Germania, dove il tasso di occupazione delle donne in coppia è maggiore di quello delle single di 2 punti percentuali, in Belgio (3 punti), in Francia (4 punti) e nei Paesi Bassi (8 punti).

Tassi di occupazione delle donne tra 25-54 anni single o in coppia senza figli

Elaborazioni su dati ILO

Madri sole

In Italia, la presenza di figli alza il tasso di occupazione delle madri single: la probabilità che una donna che vive da sola con un figlio sia occupata è maggiore di quella di una madre che vive in coppia (rispettivamente 68% contro 56%); una differenza simile, sebbene meno marcata, si registra anche in Romania e in Grecia, ma anche in questo caso la regola non è uniforme, perché nei restanti Paesi la differenza è minima, come in Spagna, Polonia, e Portogallo, o addirittura si rovescia come in Germania, Francia, Paesi Bassi e Belgio, in cui sono le donne in coppia con figli ad avere il tasso di occupazione più elevato rispetto alle monogenitrici.

Tassi di occupazione della popolazione femminile in età 25-54 anni che vive in coppia con figli o come monogenitrice

Elaborazioni su dati ILO

La vita di coppia e la prole sembrano dunque avere un effetto maggiore sulla probabilità di occupazione delle donne italiane rispetto a quelle degli altri Paesi, evidenziando così il ruolo della struttura produttiva del territorio sui tassi di occupazione femminili.

La struttura produttiva del territorio

La struttura produttiva del territorio pesa più dei figli sul tasso di occupazione femminile. Ci sono 244 regioni nell’Unione europea (livello NUTS2), e il tasso di occupazione femminile varia da un minimo del 37,4% della Campania a un massimo del 91,9% di Bratislava. Ciò significa che nella regione di Bratislava 92 donne su 100 di età compresa tra 25 e 54 anni sono occupate, con o senza figli. Le sole regioni italiane posizionate sopra la media europea sono la Valle d’Aosta (82,2%), l’Emilia Romagna (77,6%) e le Provincie autonome di Trento (78,2%) e Bolzano (81,6%).

In Italia, la presenza dei figli abbassa il tasso di occupazione di una donna che vive in coppia di 12 punti percentuali, ma risiedere in Campania invece che in Valle d’Aosta lo riduce di ben 45 punti, e lo riduce di 55 punti rispetto a quello di una donna che vive a Bratislava. Quale che sia il tipo di famiglia, il tasso di occupazione femminile in Italia è troppo basso; per farlo crescere serve un contesto produttivo che richieda le competenze della forza lavoro femminile e offra condizioni favorevoli per lavorare, sia per le donne con figli sia per quelle senza figli.

***

[1] Sono inclusi i Paesi europei con più di 10 milioni di abitanti per cui i dati sono disponibili con riferimento al periodo 2020-2023.

[2] La famiglia estesa comprende più generazioni, come genitori con figli e nipoti, zii, zie o altri parenti.

***

La newsletter di Alley Oop

Ogni venerdì mattina Alley Oop arriva nella tua casella mail con le novità, le storie e le notizie della settimana. Per iscrivervi cliccate qui.

Per scrivere alla redazione di Alley Oop l’indirizzo mail è alleyoop@ilsole24ore.com