Bambini, insegnare il rispetto a partire dal nido si può

“Non è tanto quello che diciamo ai nostri bambini quanto quello che insegniamo loro con il nostro modo di vivere.”

affermava Dorothy Nolte, autrice e psicologa infantile americana, meglio conosciuta per il suo poema intitolato “Cose che i bambini imparano”, dove poneva l’accento sulla formazione dei più piccoli attraverso l’esempio e l’ambiente. La psicologa e consulente familiare, accendeva i riflettori sull’importanza dell’ambiente domestico nel plasmare il carattere dei bambini, sottolineando il valore degli esempi positivi, della gentilezza e dell’amore nel loro sviluppo emotivo e comportamentale.

Ambiente familiare ed educativo, aggiungeremmo noi, altro spazio importante nel vissuto quotidiano di ciascuno.

Dalla culla alla parità

In linea con lo stesso modo di pensare possiamo citare “Fin da bambina”, un progetto nato nel 2016 con l’obiettivo di coinvolgere le istituzioni pubbliche e private per superare gli stereotipi che bloccano il raggiungimento della parità tra generi, in ogni contesto e in ogni età. Frutto di una partnership tra la Consulta femminile di Milano e Pulcini&co, il programma, grazie al Gruppo CAP, fa il suo ingresso in un nido d’infanzia.

L’intuizione di portare queste iniziative all’interno delle strutture scolastiche, a partire dagli asili, si è rivelata vincente e coraggiosa. Molti stereotipi, infatti, sono frutto di comportamenti spesso non razionali, che derivano da un’educazione a volte superata dall’evoluzione della società, oppure da comportamenti o da un’ambiente che non favoriscono una relazione equilibrata e serena tra i sessi. E per la prima volta, il progetto entra in un nido d’infanzia, diventando parte integrante dell’offerta formativa e del rapporto che si instaura tra educatrici e genitori.

Il modello educativo

La filosofia dietro al progetto, si basa sull’importanza dell’esempio e del vivere la cultura del rispetto fin dai primi anni di vita.Per questo non si può parlare di vere e proprie sessioni educative, perché di fatto si mira a promuovere uno stile di comportamento sano e libero da stereotipi, guidato da valori e principi relativi al rispetto di sé e degli altri, azione dopo azione, giorno dopo giorno.

Il punto di forza di “Fin da bambina” è il coinvolgimento consapevole di tutte le figure più importanti nella vita dei piccoli, tra cui educatrici e genitori, trasmettendo loro in primis, con buone pratiche quotidiane, la bellezza di una relazione paritaria senza prepotenze e conflitti.

“È il contesto che educa al rispetto e ad un superamento degli stereotipi di genere.” Ci racconta Laura Rivolta psicoterapeuta dell’associazione Tutti più educati, che si è occupata di avviare il percorso di consapevolezza con le educatrici del nido. “I bambini assorbono dall’ambiente molto più di quel che si possa credere. Nell’asilo così come a casa i bambini imparano da quello che percepiscono. A casa notano il papà che collabora con la mamma nelle faccende domestiche, ma anche che rispetta la propria donna e usa un linguaggio non sessista. Così come le educatrici, nell’asilo nido, sono attente a valorizzare in egual misura le doti e le specificità di bambine e bambini e questo fa la differenza per la loro crescita.”

Un momento di riflessione

Questo progetto ha fornito la preziosa occasione per riflettere sul comportamento quotidiano che ciascuno porta avanti nella propria routine. Lo stesso staff di educatrici degli asili coinvolti, si è messo in discussione sul grado di consapevolezza relativo al tema degli stereotipi, impegnandosi gesto dopo gesto a farsi promotore di buoni comportamenti con i bambini.

“Il percorso formativo, ha reso evidente l’interesse sull’argomento sia da parte delle educatrici che dei genitori. La partecipazione, sentita e attenta, ha confermato quanto è importante parlarne e gli stimoli offerti hanno attivato un processo fecondo di messa in discussione dei propri stereotipi.” continua la psicoterapeuta. “Molti comportamenti degli adulti stessi, sono frutto di usi e consumi consolidati che hanno bisogno di una riflessione guidata per essere riconosciuti e poi superati. L’educazione passa dall’esempio soprattutto quando si è così piccoli.”

Il diario dei buoni propositi

Attraverso una serie di questionari e rilevazioni, sono emersi spunti interessanti su come, nella vita quotidiana dei piccoli, già dall’asilo nido si possono attivare comportamenti di rispetto reciproco tra bimbe e bimbi.

Proprio per rendere concreto questo lavoro il team composto da educatrici e specialisti, come psicologi e psicoterapeuti, ha deciso di tenere un “diario” dove annotare ciò che accade giorno dopo giorno a riguardo.

“Il diario permette una maggiore consapevolezza sulla tematica” spiega Laura Rivolta “e la rende più chiara e facilmente trasmissibile. Annotare ciò che si rileva nel quotidiano, aiuta a rendere consapevole ciò che spesso si fatica a cogliere ed il confronto tra le educatrici favorisce una riflessione corale. Per questo “Fin da bambina” è un progetto mirato che prevede più incontri con le educatrici prima e poi con i genitori. Ed è finalizzato a promuovere spunti di riflessione condivisa.”

Un percorso in più fasi

Il progetto si articola in più fasi e vede il supporto di tutte le associazioni presenti nella Consulta Femminile, ognuna con le proprie specifiche competenze.

“Le associazioni della Consulta femminile di Milano aiutano a sviluppare una filosofia di vita al femminile allineata ai tempi odierni” commenta Laura Caradonna, presidente della Consulta femminile di Milano. “Una filosofia in grado di rompere gli schemi che hanno generato gli stereotipi di genere e che sappia creare una coscienza femminile collettiva a livello mondiale dove il minimo comune denominatore sia la consapevolezza della parità, anzi della complementarità. Solo attraverso questo percorso si possono gestire situazioni complesse che richiedono immensi e comuni sforzi per conquistare graduali miglioramenti fino alla soluzione sperata. Le associazioni femminili che dialogano insieme e trasformano i progetti in azioni sul territorio sono una forza inarrestabile di progresso e di sviluppo”.

Il percorso è iniziato già all’inizio di novembre, con un incontro che aveva l’obiettivo di coinvolgere genitori, educatrici e le esperte della Consulta Femminile di Milano e sta proseguendo con momenti ciclici di allineamento tra i vari attori coinvolti, genitori, psicologi ed educatori in un percorso di confronto e crescita continui.

I diritti dei bambini

Il progetto “Fin da Bambina” trae ispirazione dalla Carta dei diritti della bambina, presentata e approvata a Reykjavik nel 1997, che integra la Convenzione ONU del 1989 sui Diritti dell’infanzia, e si basa, come questi ultimi due documenti, su due concetti chiave: l’affermazione del diritto alla parità come principio di non discriminazione da tutelare fin dalla nascita alla stessa stregua degli altri diritti fondamentali, quali il diritto alla salute, alla nutrizione, all’istruzione o alla cura, e la promozione della cultura al rispetto di genere come diritto basato su un sano e costruttivo rapporto tra uomo e donna.

Con questo progetto, il Gruppo CAP intende promuovere una cultura contraria a ogni forma di discriminazione, a cominciare dai ruoli stereotipati che possono influire sulle aspettative dei singoli a partire dall’infanzia, impedire l’emergere dei talenti nascosti e prevenire l’insorgere di comportamenti che sono all’origine di abusi e violenze.

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