“L’attualità ci chiede di reinventare le nostre realtà imprenditoriali. Le soluzioni richiedono competenze stem, che sono e saranno le competenze del futuro”. A delineare il profilo del lavoro che verrà – e di ciò che già oggi le aziende cercano – è Anna Carmassi, project leader di Steamiamoci, un progetto promosso da Assolombarda che, come spiega sempre la portavoce, “oggi è un network a livello nazionale dove imprese ed associazioni del sistema Confindustria, fondazioni, enti pubblici e privati lavorano in squadra con l’obiettivo di promuovere la diffusione delle competenze stem tra le nuove generazioni, con particolare attenzione alle ragazze”.
Reinventare le imprese
Il mondo del lavoro è affamato di conoscenze stem (acronimo che sta per science, technology, engineering e mathematics) tanto che, secondo l’Unione Europea, entro il 2025 saranno richiesti 7 milioni di posti di lavoro nelle aree tecnologico scientifiche. In un contesto globale competitivo, le strategie di inclusione e di diversità sono cruciali per lo sviluppo delle aziende italiane: “La tecnologia domina ormai tutti i campi. Le imprese sono protagoniste e sono chiamate a investire in ricerca e sviluppo, mattoni per la crescita e lo sviluppo dei talenti giovani e delle nostre comunità di riferimento”, dice Carmassi ad Alley Oop.
Da qui l’urgenza di mobilitare e valorizzare anche i talenti femminili. Proprio per incoraggiare la presenza delle ragazze in queste aree, nel novembre 2016 in Assolombarda nasce Steamiamoci. Il punto di partenza è favorire un cambiamento culturale: Si sperimentano nuove sinergie e si mettono insieme attori civili, politici e imprenditoriali, così da creare progetti che inneschino un cambiamento culturale sulle professioni femminili.
Il bisogno è duplice: da una parte per andare incontro alla richiesta sempre maggiore di figure tecnico-scientifiche che le aziende cercano ma non trovano; “i ragazzi che studiano stem non bastano, le ragazze le evitano, anche a causa di condizionamenti culturali”, spiega Carmassi. Dall’altra c’è da colmare il divario di genere nella partecipazione al mondo del lavoro che in Italia risulta particolarmente marcato. Soprattutto se si fa un paragone col contesto europeo. Il tasso di occupazione femminile in Italia – secondo i dati relativi al quarto trimestre 2022 – è il più basso tra gli stati dell’Unione europea ed è di circa 14 punti percentuali al di sotto della media Ue (55% contro il 69,3%).
Reinventare l’immaginario comune
Nel mercato del lavoro però le aree tecnico-scientifiche vedono da sempre, ancora oggi, una predominanza maschile. Le ragazze infatti scelgono più frequentemente discipline umanistiche, seguendo consuetudini di genere dettate da background sociali e familiari. “Nella nostra società persistono pregiudizi che considerano le donne meno adatte agli studi tecnico-scientifici ed è per superare gli stereotipi che ancora oggi resistono e favorire la conoscenza delle figure attualmente più ricercate dal mercato che occorre proporre modelli capaci di ispirare le nuove generazioni”.
E’ proprio per promuovere la piena ed equa partecipazione di donne e ragazze nelle scienze che il 11 febbraio è stato dichiarato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite Giornata internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza. Come ha spiegato António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite: “oggi, solo una ogni tre ricercatori d’ingegneria al mondo è una donna. Barriere strutturali e sociali impediscono alle donne e alle ragazze di entrare e progredire nella scienza… Abbiamo bisogno delle prospettive femminili per assicurarci che la scienza e la tecnologia funzionino per tutti”.
L’ultimo rapporto Istat sui livelli di istruzione e i ritorni occupazionali mostra che la quota di lauree stem tra le donne laureate è la metà di quella che si riscontra tra gli uomini. Al 2022, il 23,8% dei giovani adulti (25-34enni) con un titolo terziario è in possesso di una laurea nelle aree disciplinari scientifiche e tecnologiche. La quota sale al 34,5% tra gli uomini (1 laureato su 3) e scende al 16,6% tra le donne (1 laureata su 6).
L’indirizzo di studio universitario determina però importanti differenze nei tassi di occupazione dei laureati: quello tra i 25- 64enni laureati nell’area umanistica e dei servizi è pari al 77,7%, contro l’86% per le lauree stem (dati riferiti sempre al 2022).
Le attività di Steamiamoci
Tra gli aderenti a Steamiamoci la parola d’ordine è “fare sistema”. Il progetto si impegna a ispirare le nuove generazioni a intraprendere carriere in questi campi attraverso diverse attività. “Tutte azioni concrete anche a beneficio dei territori, tanto che Steamiamoci è entrato nel bilancio di sostenibilità di Assolombarda”, spiega la project leader.
Il punto di partenza è la collaborazione tra gli aderenti alla rete, ad esempio valorizzando le buone prassi dei soggetti partecipanti o favorendo collaborazioni pubblico/privato (con municipalità, atenei e scuole). “Ed è proprio con l’impegno di tutti gli attori, le idee e le risorse messe in campo – aggiunge la portavoce – che Steamiamoci è potuta crescere e diventare da locale a nazionale”.
Steamiamoci organizza incontri di orientamento (dalle scuole elementari all’università), in collaborazione con imprese/enti; cineforum con interventi dal vivo; propone role model, attraverso raccolta di profili di donne che si distinguono nel mondo delle imprese, della ricerca e dell’accademia. Una delle leve in cui il progetto crede di più, fin dalla sua nascita, sono le borse di studio: “come strumento concreto a supporto dei talenti delle giovani donne in ambito scientifico”, spiega la responsabile.
Gli ultimi impegni
Con questa finalità nato il progetto #WomenInStem che lo scorso 7 febbraio, per il secondo anno consecutivo, ha visto premiare 8 studentesse che si sono distinte in facoltà scientifiche con altrettante borse di studio garantite dalla Fondazione Giuseppina Mai di Confindustria, in collaborazione con Assolombarda nell’ambito del progetto Steamiamoci, Fondazione Bracco e Space Work. Proprio in occasione della cerimonia il presidente di Assolombarda, Alessandro Spada, ha commentato: “promuovere l’istruzione femminile nelle stem è un investimento per il futuro delle imprese e della società”.
A fine gennaio è stata invece presentata la Primavera delle pari opportunità, iniziativa promossa e supportata da Steamiamoci insieme a Città Metropolitana di Milano, rivolta a scuole elementari e medie inferiori del territorio che vede protagoniste donne che, per professionalità e mestiere, possono portare testimonianze capaci di ispirare bambine e bambini.
Il Comune funge da “cabina di regia” e ha il compito di individuare classi e scuole. Aziende ed enti segnalano le candidate (le loro role model Steamiamoci) che, nel corso di 1 ora di chiacchierata, in presenza, si raccontano al giovane pubblico.
L’adesione da parte di aziende ed enti ha consentito di raggiungere un numero di classi distribuite sull’intero territorio della Città Metropolitana di Milano che è in continuo aumento. Inoltre, aggiunge Carmassi, “grazie alla nostra rete l’iniziativa si sta sviluppando a livello nazionale e ha già raggiunto molti altri comuni grandi e piccoli del nostro Paese per i quali si stanno proponendo molte altre aziende”.
“L’idea è valorizzare anche le attività lavorative meno note, quindi far conoscere alle nuove generazioni, fin dai primi anni, le nuove competenze, con pari opportunità” aggiunge sempre la rappresentante. Le fa eco Diana De Marchi, delegata lavoro, pari opportunità e politiche sociali Città Metropolitana Milano che dice: “Ancora oggi, le ragazze si sentono inadeguate al mondo tecnico-scientifico. Anche e soprattutto per loro, acquisire competenze stem significa acquisire strumenti che aumentano la consapevolezza rispetto al proprio futuro. Le ragazze devono sentirsi sempre libere di scegliere, libere di esprimere i propri talenti anche nel mondo del lavoro. La società intera ha bisogno dei loro contributi. La Primavera delle pari opportunità mira ad avvicinarle alle materie scientifiche, tecnologiche e matematiche fin dalla giovane età e l’esempio di tante donne speciali saprà incoraggiarle”.
Candeline per due
Come Alley Oop, anche Steamiamoci compirà 8 anni nel 2024. Il percorso comune è di una sempre maggiore inclusione del talento femminile nel mondo del lavoro. Quali sono le sfide che dovrà affrontare nel prossimo futuro Alley Oop in tema diversità e inclusione? “Alley Oop ha fatto un grande lavoro nel tempo sulle pari opportunità di divulgazione e conoscenza. Oggi l’inclusione è un valore importante nelle nostre aziende e ci auguriamo che arrivi a un sempre maggior numero di persone. Facendo sempre più rete possiamo amplificare le nostre voci, e contiamo in particolare sul supporto di Alley Oop per amplificare progetti come quello della Primavera delle Pari Opportunità per raggiungere le scuole di tutta Italia”.
La strada è ancora lunga: “Sappiamo che il traguardo purtroppo è ancora lontano, ma proseguiremo, sinergicamente, con una azione capillare di sensibilizzazione, verso i giovani e le famiglie, coinvolgendo le università e le scuole – studenti e docenti – e le imprese. Con la speranza però che non ci siano ancora troppi compleanni da festeggiare e di poter dire finalmente ‘missione compiuta!’”, conclude Carmassi.
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