L’estate di Bebe Vio e quel sano equilibrio tra vita privata e social media

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Al netto di tutte le sfaccettature psicologiche e non, il mondo dei nuovi media è abitato, per la maggior parte, da due grandi categorie di persone: coloro che scelgono la sovraesposizione quasi compulsiva (con tutte le conseguenze del caso) e chi, come l’attore Tom Holland (protagonista di Spider Man e ultimo di una lunga lista) abbandona i social per tutelare la propria salute mentale. In questo grande calderone, però, ci sono anche tantissime persone che scelgono di stare nel mezzo perseguendo la logica di un sano equilibrio tra vita privata e social media.

In un’estate calda sotto tutti i punti di vista, quella di Beatrice Maria Adelaide Marzia Vio Grandis (per tutti Bebe Vio) rimane a una temperatura accettabile e gradevole al tempo stesso. La due volte medaglia d’oro paralimpica nel fioretto individuale, infatti, ha scelto di vivere e raccontarsi con estrema semplicità e disarmante ironia. Con la conseguenza di un suo utilizzo dei social mirato solo a comunicare messaggi positivi e dar ragione alla “forza delle connessioni“, oltre che per lavoro.

Il risultato? Meno di 20 post pubblicati sul suo profilo Instagram negli ultimi due mesi. A ricordarci che la vita va vissuta appieno e in equilibrio, per non cadere nel paradosso che una tecnologia progettata per avvicinare le persone sia causa di solitudine, ansia e depressione. Perché bastano pochi momenti da condividere online, l’importante è che siano utili a chi ne usufruisce; meglio ancora se densi di un significato che va ben oltre lo sterile like.

Giugno dedicato agli WEmbrace Games e al Women Empowerment

L’estate di Bebe Vio si è aperta lunedì 13 giugno con una spettacolare decima edizione degli WEmbrace Games allo Stadio dei Marmi di Roma, dove insieme all’Associazione art4sport ONLUS – fondata dai suoi genitori nel 2009 – ha festeggiato il decennale di quelli che una volta erano i Giochi Senza Barriere. Se pur con un nome diverso, i giochi mantengono sempre il loro scopo: promuovere, oltre allo sport paralimpico, anche lo spirito di integrazione tra individui con e senza disabilità all’interno della società, migliorando la qualità della vita di bambini e ragazzi, e delle loro famiglie.

bebe_vio_3“L’edizione di quest’anno ha segnato un traguardo importante per noi – ha detto Teresa Grandis, mamma di Bebe Vio e presidente dell’Associazione art4sport che studia, progetta e finanzia protesi d’arto e ausili sportivi per i piccoli atleti – perché ci siamo finalmente ritrovati, dopo due anni di stop, a spegnere le nostre prime dieci candeline; prendendo atto, con orgoglio, di quanta strada abbiamo fatto in questi anni”.

Pochi giorni dopo la grande festa degli WEembrace Games, raccontata anche sui social dai tanti sportivi e personaggi dello spettacolo presenti all’evento, è arrivato un annuncio relativo al suo lavoro come testimonial: la collaborazione con L’Oréal Paris che vedrà Bebe Vio Ambasciatrice Globale della casa francese del beauty: “Sono veramente felice di poter far parte di questa famiglia – ha scritto Bebe sul suo profilo Instagram – perché tutte noi valiamo e c’è sempre almeno un valido motivo per crederci fino in fondo”.

Il Women Empowerment, ovvero quel processo grazie al quale le donne (ri)tornano ad avere potere e controllo sulle proprie vite acquisendo, di conseguenza, la capacità di fare scelte strategiche per loro stesse, è infatti un messaggio a cui la fiorettista veneta tiene tantissimo. Proprio perché la sua vita è stata sempre scandita da scelte mirate e riacquisizioni graduali di normalità e indipendenza, a discapito di una malattia che voleva relegarla ai margini facendola sentire per niente bella e dicendole che non avrebbe mai più potuto tirare di fioretto.

Luglio tra pulizia delle spiagge, università e Metaverso

Come nell’estate di qualunque venticinquenne, anche per Bebe Vio il mese di luglio ha rappresentato il rush finale degli ultimi impegni, universitari e non, prima delle meritate vacanze. A inizio mese la Campionessa Paralimpica è stata impegnata nel Progetto M.A.R.E. (Marine Adventure for Research & Education), trascorrendo un’intera giornata insieme alla community dei Greeners di Sorgenia (di cui è testimonial da anni) sulle coste dell’Isola d’Elba, dove ha contribuito a ripulire alcune spiagge dall’accumulo di spazzatura, mozziconi e rifiuti. Il cosiddetto plogging, importato dalla Svezia, è conosciuto anche come sport ecologico ed unisce il jogging ad una delle tematiche più urgenti che il nostro pianeta deve affrontare: l’ecologia. “In spiaggia i castelli si fanno con la sabbia. Non con cartacce e mozziconi!” recita la didascalia del reel pubblicato sul suo profilo Instagram.

E poi c’è l’università. Come si affronta l’ultimo esame della sessione estiva quando ti chiami Bebe Vio? Con un livello di ironia tale da lasciar posto solo a grandi sorrisi. La vigilia dell’esame di arte, il primo “manuale”, è stata raccontata da un altro reel pubblicato sempre sul suo profilo Instagram, e diventato virale grazie alla capacità di prendere a schiaffi la propria disabilità.

“Considerate che ho sempre fatto esami scritti – dice Bebe rivolgendosi alla telecamera del suo smartphone – e questo è il mio primo esame pratico di arte. Sarà molto divertente ma soprattutto manuale. C’è solo un problema. Proprio ieri sera ho rotto tutte le mani sinistre che avevo e sono pure mancina. Ora le ho mandate a sistemare ma non arriveranno in tempo, così ho messo una destra e farò l’esame con due destre. Sarà un bel casino – dice sorridendo – e probabilmente lo farò l’anno prossimo!”

Poteva mancare il Metaverso? Figuriamoci. A quasi un anno dal lancio ufficiale di un internet senza distinzione tra virtuale e reale, Bebe Vio è stata protagonista della sua prima intervista nel web dove si vive e non si guarda: “Prima intervista nel Metaverso della mia vitarecita la didascalia del reel Instagrame mi hanno tagliato metà corpo. Perlomeno stavolta avevo le mani!”

Agosto in famiglia 

bebe_vio_2Agosto è ancora Isola d’Elba per Bebe Vio, stavolta con gli affetti più cari ma sempre a braccetto con l’ironia, sua grande compagna di avventure. Già, perché bastano due protesi poggiate su una sdraio, un cartello “torno subito” e la didascalia che riporta la frase “Io vado a farmi un tuffo..”, per scatenare ancora una volta la viralità su Instagram, che non è fine a se stessa ma portatrice di un messaggio potente: “La mia è una storia difficile ma non è una storia triste. Il mio compito è rendere felice chiunque viva accanto a me”.

Rendere felice chiunque viva accanto a lei. Non è un mantra che si ripete per non soffrire, ma la chiave con cui Beatrice ha scelto di vivere la sua vita. Lo sanno bene i ragazzi della Bebe Vio Academy (BVA), la prima accademia italiana a favore dello sport inclusivo che nel suo primo anno di attività ha raccolto la partecipazione entusiasta di 50 bambini e ragazzi con e senza disabilità fisiche, accompagnandoli per un anno intero in un percorso che intreccia sport, inclusione e integrazione sociale.

La BVA è nata dal desiderio di Bebe di allenare i più piccoli mettendoli nella condizione di imparare, in assoluta naturalezza, la mentalità dello sport paralimpico e la cultura della diversità. Grazie al supporto e alla collaborazione del Comune di Milano, MilanoSport e il CUS Milano, le attività si sono svolte dallo scorso ottobre fino a fine maggio in due centri sportivi della città (Centro Sportivo Iseo e Bicocca Stadium) e ripartiranno da settembre tutti martedì e giovedì pomeriggio dalle 15 alle 19,

bebe_vio_6L’Academy è rivolta a giovani con disabilità fisiche (amputati, persone in carrozzina e cerebrolesi) ma anche a giovani senza disabilità che vogliono sperimentare alcune discipline sportive nella versione paralimpica, perché come dice Bebe Vio “lo sport è di tutti”, ed è il mezzo per eccellenza del cambiamento e dell’integrazione. Quali sport si possono praticare? La scelta è ampia: dalla scherma in carrozzina al sitting volley, passando per il basket in carrozzina fino all’atletica paralimpica e al calcio per amputati.

“Dopo questo primo anno siamo davvero entusiasti: la Bebe Vio Academy è unica perché permette a bimbi e ragazzi con disabilità fisiche di praticare cinque diversi sport insieme a bimbi e ragazzi senza disabilità. Già dopo pochi mesi di attività ciascuno di loro guarda solo le abilità degli altri e non si preoccupa più se uno ha una disabilità o meno, perché vedono gli altri solo come compagni di squadra da aiutare per vincere insieme”. – ha dichiarato Bebe Vio.

Il secondo anno della Academy: per i dettagli, le informazioni e le nuove iscrizioni, è possibile inviare una mail a bebevioacademy@art4sport.org o consultare il sito https://www.bebevio.com/academy/#iscrizioni.

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