Dall’esperta in “forest theraphy” a quella di turismo sostenibile, da chi studia i cambiamenti climatici alla specialista in energie rinnovabili. Dall’arboricoltore “tree-climber” al geologo, che studia le conseguenze degli incendi sull’inquinamento. Dall’analista della sostenibilità al naturalista, che fotografa gli animali e si occupa di divulgazione scientifica. Ragazzi e ragazze guardano al futuro della sostenibilità. Trasformano il loro amore per la natura in una “professione verde”, che fa bene al pianeta.
Storie vere di giovani coraggiosi possono ispirare, motivare molti altri. Le racconta la serie di podcast “Il mio futuro è green: le professioni verdi”, lanciata da Sofidel, azienda leader nella produzione di carta per uso igienico e domestico, che mette in luce studi ed esperienza di vita dei giovani, in cui affondano le radici professioni ancora poco note. Gli audioracconti si possono ascoltare su Spotify, Google Podcast, Amazon Podcast, Spreaker, iHeartRadio e Youtube, e nascono da un’indagine svolta con l’Istituto Toniolo, che fotografa giovani sempre più consapevoli, alla ricerca di opportunità concrete per dare il proprio contributo per un futuro sostenibile.
A supporto di #LaNostraCartaMigliore, un programma di azioni concrete con cui Sofidel si impegna a valorizzare il ruolo dei giovani nella costruzione di un domani inclusivo, l’azienda ha promosso la ricerca “Sviluppo Sostenibile: giovani, vita e lavoro”, in collaborazione con l’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, punto di riferimento in Italia per le ricerche sul mondo giovanile.
Come i ragazzi vedono il domani
L’indagine, realizzata da 24 maggio all’8 giugno 2021, su un campione di 2000 giovani tra i 18-34 anni, evidenzia il crescente livello di informazione e consapevolezza dei giovani sui temi dello sviluppo sostenibile (2 su 3), la fiducia riposta in scienziati ed esperti (l’82% del campione dichiara di ascoltarli), la loro apertura al cambiamento e all’innovazione (84%), e la volontà di contribuire attivamente attraverso il lavoro alla costruzione del bene comune (60% fra i più giovani). La fotografia aiuta a comprendere come le ultime generazioni (ragazzi e ragazze fra i 18 e i 34 anni) abbiano inglobato la sostenibilità nel loro orizzonte di vita e sappiano coniugare pragmatismo e idealismo, qualità della vita e ambizioni.
Di particolare interesse la passione per natura. La maggior parte dei giovani afferma di cogliere ogni occasione per stare a contatto con la natura (77%) e di voler vivere in futuro vicino alla natura (79%). Inoltre, un giovane su tre auspica un lavora che consenta di stare a contatto con la natura: un dato innovativo che si unisce all’attivismo di questa generazione, che quasi nella sua totalità si sente un soggetto attivo e generatore di nuove soluzioni (87%).
Sul fronte lavorativo i ragazzi, pur attenti al tipo di contratto e retribuzione, dichiarano di preferire impieghi che si svolgano in un’azienda con valori che condividono (60%). Particolare importanza infine viene data all’impegno in sostenibilità delle aziende. Tre i principali concetti che, secondo le nuove generazioni, dovrebbero muovere le imprese in futuro: il benessere dei lavoratori, la dimensione etica (in particolare l’onestà) e la sostenibilità ambientale.
“L’indagine – commenta Alessandro Rosina, coordinatore scientifico dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo – dimostra che le nuove generazioni possono essere, con le loro sensibilità e competenze specifiche se aiutate a farle emergere e a valorizzarle, le migliori risorse da mettere in campo per cogliere opportunità in una fase di sviluppo nella transizione digitale verde. E’ questa la nuova sfida importante che il paese ha davanti, e può contare su giovani portatori di competenze e voglia di essere protagonisti”.
Le storie dei podcast
Sofidel ha voluto offrire ai giovani lo spazio per raccontarsi attraverso una serie di podcast, strumento di comunicazione a loro vicino per linguaggio e cultura, dedicati alle professioni verdi, che questi ragazzi hanno scelto con determinazione e passione.
“Un modo per condividere le loro storie – spiega Luigi Lazzareschi, amministratore Delegato Sofidel – per vedere con occhi nuovi, perché siano di ispirazione e motivazione per altri giovani, e anche per tutti noi, che abbiamo bisogno di speranza concreta e coraggio”.
Ci sono giovani che s’impegnano per alcune delle sfide più urgenti, come Alessandro Savazzi, l’esperto di scienze atmosferiche che a 26 anni, dopo la laurea in Ingegneria Ambientale, ha scelto di dedicare la vita allo studio dei cambiamenti climatici.
Teresa Agovino, l’esperta di turismo sostenibile che lavora con i tour operator e le strutture ricettive dei paesi in via di sviluppo per fare in modo che i turisti abbiano un impatto meno dannoso sugli ecosistemi locali, e che anzi portino benessere alle comunità che vivono nei luoghi che visitano.
Oppure il ventisettenne Matteo Nigro che dopo aver studiato Scienze Geologiche, ha intrapreso un dottorato presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa per studiare la gestione delle risorse idriche e il problema dell’inquinamento. E oggi si dedica ad analizzare gli effetti degli incendi sulle caratteristiche idrogeologiche, geochimiche e geomorfologiche dei territori bruciati.
Ma ci sono anche percorsi che aprono carriere all’interno delle aziende e permettono di mettere la sostenibilità al centro dei propri interessi. Anna Iantosca, dopo una laurea in Economia, ha deciso di mettere il suo talento al servizio di un’economia più rispettosa dell’ambiente. Oggi è analista della sostenibilità e aiuta le aziende a ridurre il proprio impatto ambientale.
E Chiara Di Maio, l’ingegnere chimico che, grazie a competenza, idee chiare e grande determinazione, a soli 31 anni riveste un ruolo di responsabilità in una delle principali aziende che producono energia rinnovabile. Ma a volte, la passione per la natura incontra il talento. È il caso di Marco Colombo, il naturalista e divulgatore scientifico che racconta il suo amore per gli animali. Laureato in Scienze Naturali all’Università degli Studi di Milano, è fotografo e docente al master in Comunicazione della Fauna dell’Università dell’Insubria di Varese. Molti dei suoi scatti di animali e ambienti marini hanno ricevuto menzioni speciali e vinto concorsi internazionali.
Si rivela una generazione informata, che conosce le principali sfide ambientali, pronta a scendere in campo per contribuire allo sviluppo sostenibile. Ragazzi e ragazze che come emerge dal report svolto in collaborazione con l’Istituto Toniolo, amano la natura, si confrontano con i loro coetanei e tengono considerazione il punto di vista di esperti e scienziati. “Giovani curiosi e aperti al cambiamento – dice Luigi Lazzareschi – che scelgono professioni che fanno bene al pianeta e vogliono coniugare benessere personale, successo economico, professionale e rispetto per l’uomo e l’ambiente“.
Chiara Mio, professoressa di Sostenibilità all’Università Ca’ Foscari di Venezia è a contatto ogni giorno con i giovani. Dopo il lancio degli Obiettivi dello sviluppo sostenibile dell’Onu, anche la scuola dell’obbligo secondaria sta lavorando sull’ alfabetizzazione. E in Italia c’è già una rete delle università sostenibili a dare competenze, oltre a molti network a livello mondiale.
“Nel Dna dei ragazzi di oggi – racconta Chiara Mio ad Alley Oop – c’è la consapevolezza della necessità di uno sviluppo sostenibile: nel contesto-mondo in cui vivono, e rispetto alle generazioni che li hanno preceduti, lo vedono come un ‘cervello responsabile’. Se percepite come sostenibili, le aziende attraggono personale qualificato, pertanto il recruitment delle persone in gamba è facilitato. I ragazzi oggi vogliono lavorare in aziende sostenibili”.
Dal lato dei consumatori è un tema di reputazione, e quindi le aziende lavorano molto per creare una fiducia nei loro confronti, attraverso la proposta di prodotti e processi che sia ispirata dalla sostenibilità. “Per quanto riguarda le professioni – prosegue Mio – siamo passati dai tempi in cui c’era un esperto di sostenibilità per tutte le funzioni aziendali, per tutti ii vari rami d’azienda, a una sostenibilità trasversale innestata dentro ogni funzione e responsabile aziendale”.
Lo sguardo della docente rispetto all’occupazione femminile è che la sostenibilità sia una grande opportunità per il genere femminile, perché “in ambiti molto maschili, come gli acquisti, la finanza, può diventare un grimaldello: ci sono competenze ricercate, e da parte delle studentesse c’è una grande opportunità per potersi imporre attraverso questa chiave della sostenibilità, anche laddove potrebbero essere sfavorite o arrivare dopo”. L’esperienza di Sofidel è interessante, è un’azienda che vende prodotti di carta per uso igienico e domestico e che ha in particolare consumatori femminili.
“Con #LaNostraCartaMigliore – conclude Chiara Mio – ha raccolto delle testimonianze anche femminili, di professionalità che solo qualche anno fa non esistevano. C’è una capacità attraverso la sostenibilità di diventare imprenditori di se stessi. Qui le ragazze, che sono più svantaggiate nel mercato del lavoro, hanno la possibilità di creare delle opportunità per se stesse“.
***
La newsletter di Alley Oop
Ogni venerdì mattina Alley Oop arriva nella tua casella mail con le novità, le storie e le notizie della settimana. Per iscrivervi cliccate qui.