Ambra Masi (cardiologa): un imbuto formativo blocca il numero di medici in Italia

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Da bambina voleva fare la magistrata, poi ha capito che il destino le riservava, sì, una divisa ma non si trattava di una toga da giudice. Oggi Ambra Masi, tarantina classe 1988, è specializzanda in cardiologia e vicepresidente del Segretariato italiano giovani medici (Sigm). “Un giorno – confida ad Alley Oop – interrogandomi su chi sarei stata a 50 anni mi sono vista con un camice: tra i miei pazienti nelle corsie di un ospedale. Sentivo che non sarei potuta essere altro“. Oggi la dottoressa Masi si divide tra Sassari dove porta avanti la sua specializzazione, ora nel reparto pediatrico, e Oxford – la migliore università al mondo – a cui è legata per un progetto di ricerca clinica che diventerà anche la sua tesi di laurea.

_dsc3839Il Sigm è l’associazione di riferimento per i medici in formazione specialistica. È un ente no profit e gratuito per coloro che vi si rivolgono. Cerca di parlare alle istituzioni dei problemi di formazione e accesso programmato. Subito dopo la laurea alla Facoltà di Medicina e Chirurgia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, Masi si è avvicinata a loro grazie a un tirocinio volontario presso l’ambulatorio Migranti della Caritas. L’attitudine a mettersi a disposizione degli altri arriva da lontano: “Ho fatto associazionismo fin da piccola in parrocchia. L’entusiasmo dei miei senior ha riacceso in me una miccia di attivismo politico sociale ereditata da mio papà (che mi ha cresciuto a pane e amore per la politica e i diritti civili) e mamma che, da brava insegnante, mi ha sempre ricordato di aiutare chi ‘ha e sa meno di te’ “, ricorda.

dsc00155Dopo alcune brevi esperienze all’estero, prima in Portogallo e poi in Turchia, Masi sentiva che era arrivato il momento di uscire dal suo porto sicuro e ha colto l’opportunità di spendere un periodo di 18 mesi in un’altra rete formativa. Questo l’ha condotta prima a Milano e poi nel Regno Unito dove ha trovato un centro di riferimento mondiale per la risonanza magnetica cardiaca, tecnica che in Italia sta prendendo piede solo oggi.

img_4753Ai giovani che, come lei, studiano e sono indecisi se fare le valigie e allontanarsi dall’Italia consiglia senza dubbio: “Partite, sperimentate, indipendentemente dalle future scelte di vita. Spero sempre che partire sia una scelta mai un obbligo. All’estero ho imparato ad aprire la mia mente. Vivere in un Paese straniero e confrontarsi con una cultura e un sistema totalmente diversi impone di uscire dalla propria comfort zone, aprirsi all’altro e crescere. Sviluppi capacità che non pensavi di avere e maturi uno spirito critico più acuto, anche nei confronti di te stesso“.

Nei giorni scorsi sono stati 69mila gli aspiranti medici che hanno sostenuto il test di ingresso per la facoltà di Medicina e Chirurgia. Solo 11mila di loro ce la faranno. Il paradosso è che in Italia invece servirebbero più medici specialisti ospedalieri: subito 8mila e altri 16,500 fino al 2025, secondo le stime del Sumai, il Sindacato degli specialisti ambulatoriali. La soluzione non è aumentare il numero degli iscritti alla facoltà di Medicina e Chirurgia perché il vero problema arriva dopo, al momento della specializzazione.

Il Sigm, di cui Masi è vicepresidente, si occupa anche dei cosiddetti camici grigi: giovani medici che non riescono a entrare in un canale formativo post-laurea, né nelle scuole di specializzazione né al corso di formazione per la Medicina Generale. Secondo le stime dell’associazione i partecipanti al concorso di specializzazione quest’anno sono stati 17,595 e le borse a disposizione invece circa 9,200. In quello che viene definito l’imbuto formativo oggi si contano tra i 7mila e i 10mila medici.

Proprio per questo, Masi ha deciso di battersi per la sua categoria: “In tutti i colleghi che tentano il concorso di specializzazione ci sono le aspettative e i desideri dei sei anni di studio. Il momento di coronamento di una passione è sacrificato sull’altare di continui errori di programmazione quali-quantitativa dei contratti di lavoro“. E aggiunge, con vigore: “La formazione è un diritto non un privilegio. Il Sigm chiede da anni che il dato della carenza di medici venga ripensato sulle reali esigenze del nostro sistema sanitario e della popolazione, includendo i colleghi bloccati nell’imbuto formativo che teoricamente basterebbero a soddisfare questo fabbisogno“.

2ade20c1-da05-4b78-94ff-3d235d2bffcdL’entusiasmo guida Ambra Masi in ogni progetto in cui si tuffa. “Finisco per innamorarmi di tutte le cose che inizio a fare“, dice sorridendo. Si sente fortunata perché “poter fare il lavoro che si ama è un privilegio. Permette di esprimere se stessi“. Ma, come in ogni carriera, le difficoltà non mancano anche in quella di una aspirante cardiologa. “Medicina per me è passione e abnegazione. A volte diventa difficile mettere un limite tra la vita fuori e dentro l’ospedale“, confessa. E poi c’è la questione di genere.

Ci sono professioni che ancora oggi nell’immaginario comune sono identificate con una figura maschile e, spiega la dottoressa, “talvolta capita che un medico uomo sembri offrire maggiore garanzia di professionalità anche per eventuali avanzamenti di carriera o ruoli che verrebbero ostacolati da una eventuale maternità“. È il cosiddetto gender bias per cui uomini e donne ricevono un trattamento diverso solo per il genere a cui appartengono. “A volte ho dovuto dimostrare che il mio valore professionale non fosse legato al mio aspetto, come se i canoni di valutazione di uomini e donne fossero diversi“. “Non ho mai vissuto situazioni spiacevoli – puntualizza – ma è un limite culturale che va superato perché oggi il 70% degli iscritti a Medicina è donna“.

a493eb64-52f1-4d59-b1f3-062e015ab2bbMasi è tenace. Sa di appartenere a una generazione a cui nulla viene regalato, lavorativamente parlando. E conclude dicendo: “Siamo in un momento storico difficile e di contraddizioni. Globalizzazione e iperconnessione digitale convivono a fianco della chiusura e della paura del diverso; dove la promessa di infinite possibilità lavorative si scontra con periodi di recessione economica e disillusione. Noi giovani siamo su una scialuppa di speranza ed entusiasmo ma spesso non abbiamo coordinate con cui navigare. Spero solo che la mia esperienza possa essere un esempio di come seguendo le proprie passioni, facendo tanto sacrificio e con una buona dose di coraggio si può essere ‘faber’ di se stessi e realizzare il proprio destino“.

  • Cataldo Alfieri |

    ho lasciato un messaggio su messenger… Lo faccio anche qui : volevo sapere dove ha lo studio la bella dottoressa Ambra Masi.

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