Sara Gunnarsdóttir (Juve), la maternità nel calcio è ancora un diritto da conquistare

Dalla quotidianità di Vinovo, dove la Juventus Women si allena, alla Storia. Sara Gunnarsdóttir, 32 anni, è una centrocampista islandese del club bianconero ed è mamma di Ragnar, 18 mesi di gioia e di voglia di correre dietro a una palla. Insieme con papà Árni, calciatore anche lui, sono i protagonisti di “My Greatest Achievement”, il video che potete trovare su YouTube creato dal Juventus Creator Lab. È una storia di amore, tenebra e conquista.

La maternità nello sport

Sara, globetrotter del calcio (ha giocato in Islanda, Svezia, Germania, Francia), scopre di essere incinta a inizio 2021: «Una gioia infinita e la certezza di non voler rinunciare a diventare mamma». Gioca nell’Olympique Lyonnais, squadra dalla bacheca infinita (19 campionati francesi e otto Women’s Champions League) e dalle grandi visioni. Lo dice alle compagne, la società convoca una conferenza stampa per raccontarlo ma, poi, quando Sara decide di tornare in Islanda per gli ultimi mesi della maternità, non le corrisponde lo stipendio dovuto.

Si allena da sola in Islanda, con un gruppo di donne incinte come lei. Pensa ai mesi che la aspettano, a quel batuffolo di uomo che cresce dentro di lei, meno ai suoi diritti. Eppure, proprio pochi mesi prima, a gennaio 2021, il sindacato dei calciatori FIFPro e FIFA avevano stabilito le norme che danno diritto al congedo di maternità alle calciatrici professioniste. Ma niente, il Lione non le versa lo stipendio.

Il trasferimento a Torino

Mamme, sempre figlie di un dio minore. Ragnar nasce a novembre 2021, ad aprile 2022 mamma Sara torna ad allenarsi a Lione, a maggio con le compagne vince la Champions contro il Barcellona proprio a Torino e a Torino si trasferisce in estate anche con il compagno Árni, che, per seguirla, ha rescisso il contratto con il Rodez, Ligue 2 francese.

Intanto, Sara dal ritiro estivo della Nazionale islandese, sceglie di raccontare quel che le è successo. Lo fa su «The Player’s Tribune»: «So che questa storia potrebbe sconvolger alcune persone potenti del mondo del calcio. (…) Ma devo dire la verità. Questi sono i miei diritti e non possono essere contestati, nemmeno da un club grande come il Lione». E, supportata da FIFPro, fa causa all’Olympique Lyonnais: a gennaio 2023, la sentenza le dà ragione e obbliga il club francese a versarle circa 83mila euro di mancati stipendi durante la maternità.

Il gol più bello

È il gol più bello di Sara, e davanti aveva una difesa schierata e blindata. Ma i diritti – si sa – trovano sempre la strada. La vita da atleta e mamma è complicata: «Essere una professionista e seguire il tuo bimbo è davvero qualcosa per cui non puoi essere pronta. Mentalmente, penso di essere stata abbastanza forte da rilassarmi e lasciarmi andare. Come in un flusso. Con Árni cerchiamo di gestire nel miglior modo possibile la situazione e credo che stiamo facendo un ottimo lavoro. Ma è davvero difficile».

La famiglia, come tutte le famiglie, fa i conti con il raffreddore di Ragnar, la febbre di mamma, gli orari della tata da cambiare all’ultimo e papà che ha trovato un nuovo contratto a Vilnius, con lo Zalgiris. Ma si fa. Perché Sara ha dentro un fuoco nuovo: «Ho la coscienza di avere raccontato per me stessa, ma soprattutto per tutte le donne».

E la storia minima di ognuno diventa Storia. Appunto, traguardo, patrimonio. E ogni calciatrice, da ora in avanti, quando scoprirà di essere incinta, non avrà più paura perché avrà davanti agli occhi il sorriso di Ragnar e una forza piena di futuro.

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