C’è tempo fino al 15 febbraio per chiedere all’Inps l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali. Le aziende che hanno ottenuto la certificazione della parità di genere entro il 31 dicembre 2022 sono avvisate. E da ora sarà più facile restare aggiornati e approfondire le novità grazie al portale dedicato, appena inaugurato dal Dipartimento per la famiglia, la natalità e le pari opportunità.
SISTEMA PREMIALE
Fin dalla sua entrata in vigore, lo scorso luglio, la certificazione della parità di genere si è basata sul concetto della volontarietà e della premialità, per innescare un cambiamento culturale e organizzativo “attraverso il circolo virtuoso tra raccolta e monitoraggio dei dati, buone prassi aziendali e partecipazione a progetti con la pubblica amministrazione ”, come aveva spiegato ad Alley Opp la Consigliera nazionale di parità Francesca Bagni Cipriani. Molte le aziende – ad oggi oltre 170, numero raddoppiato rispetto a inizio dicembre – che hanno colto questa opportunità.
Ed ora il loro “coraggio” è stato premiato: il sistema di incentivi è entrato a regime. Ma mentre il riconoscimento di un punteggio aggiuntivo nella partecipazione agli appalti pubblici è entrato quasi subito in vigore, le modalità operative per accedere agli sgravi contributivi dell’1% – e fino ad un massimo di 50mila euro per azienda – sono state rese note dall’Inps solo a dicembre e c’è tempo fino al 15 febbraio per richiederle.
ATTENZIONE PARTICOLARE A MICRO, PICCOLE E MEDIE IMPRESE
Le piccole e medie imprese (da 10 a 49 addetti) e le micro-imprese (da 1 a 9 addetti) – che costituiscono in tessuto imprenditoriale italiano – potranno beneficiare di due tipi di contributi dedicati e coordinati dal Dipartimento. Da un lato un supporto fino a 2.500 euro per i servizi di assistenza tecnica e di preparazione alla certificazione.
E dall’altro un incentivo fino a12.500 euro – questo erogato direttamente agli organismi di certificazione – per coprire i costi di certificazione sostenuti . Le micro, piccole e medie imprese sono peraltro monitorate solo rispetto ad alcuni obiettivi, più in linea con le loro dimensioni. Questo proprio perché la misura punta a favorire un cambio culturale del sistema produttivo.
LE REGIONI CI METTONO DEL LORO
La Regione Lombardia ha già deciso di integrare i finanziamenti nazionali con fondi a valere sulle risorse del PR FSE+ 2021-2027 per incentivare le micro e pmi a certificarsi. Le linee guide approvate in dicembre prevedono infatti un contributo fino a 7mila euro per “prepararsi” alla certificazione, attraverso un supporto consulenziale. In aggiunta c’è un contributo fino a 9 mila euro per sostenere i costi della certificazione. Insomma, tolto anche l’alibi che la certificazione sia solo “per le grandi”.
INFORMAZIONI E DATI AGGREGATI
Per monitorare l’andamento del sistema della certificazione di genere è stato istituito presso il Dipartimento per le pari opportunità un Tavolo di lavoro permanente sulla certificazione di genere, così come l’Osservatorio nazionale per l’integrazione delle politiche per la parità di genere. I primi dati aggregati saranno disponibili a breve sul nuovo sito, nel frattempo a questo link è possibile cercare attraverso la parola “parità di genere” gli organismi accreditati per rilasciare la certificazione di genere, mentre selezionando la norma UNI/PdR 125:2022 a questo link sul sito di Accredia è possibile avere in tempo reale l’elenco delle aziende certificate.
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