“E’ inutile nasconderlo: con tutto il bene del mondo li invidio tantissimo, ma è un’invidia sana. Le Olimpiadi sono il culmine dello sport ed è considerata da tutti la manifestazione più prestigiosa. E quando riesci ad avere il pass per una manifestazione simile devi solo godertela e la squadra maschile e le giocatrici del 3X3 lo staranno certo facendo“. Cecilia Zandalasini, neo acquisto della Virtus Bologna, è sincera nel commentare la mancata qualificazione per la Nazionale italiana femminile e sottolinea: “Purtroppo non sono riuscita ancora a qualificarmi per le Olimpiadi. Quello che hanno fatto i ragazzi e le ragazze del 3X3 passerà alla storia del basket italiano anche solo così. E’ di per sé già un bellissimo messaggio per tutto il nostro movimento, che ne aveva bisogno“.
E’ indubbio che l’impresa della squadra guidata da Meo Sacchetti a Belgrado contro la Serbia (102-95) abbia riacceso i riflettori su uno sport che rischiava di essere messo in ombra dalla vittoria agli europei di calcio. Gli appassionati, invece, sono in aumento e le imprese olimpiche saranno certamente seguite dai tifosi italiani. “E’ importante che un numero sempre crescente di bambini e bambine si avvicinino al basket perché bisogna partire da una base ampia per avere la possibilità di far crescere più talenti possibili. Un traguardo come quello raggiunto dalle due squadre italiane alle Olimpiadi spero possa far crescere i numeri e far incontrare tanti bambini con la pallacanestro. Da lì inizia la strada per cose più grandi” commenta Zandalasini, che diventerà più familiare ai bambini dal 23 settembre quando uscirà nelle sale il film Space Jam: New Legend, in cui doppia White Mamba, giocatrice della Goon Squad interpretata nella versione originale dalla star del basket Diana Taurasi.
Una popolarità in aumento anche grazie alla scelta di tornare a giocare in Italia dopo tre stagioni con il Fenerbahçe (con cui ha vinto un campionato nel 2018-19). Classe 1996, Zandalasini ha già un palmares invidiabile con 3 scudetti italiani, 4 supercoppe, 4 coppe italiane e un campionato Wnba con le Minnesota Lynx nel 2017. “Tornare in Italia è stata una scelta a cuor legger dopo 3 stagioni bellissime in Turchia. Ero arrivata ad un punto in cui avevo bisogno di un cambiamento. Bologna è stata la squadra che mi ha convinto di più da subito per le loro ambizioni, per come investono sulla squadra femminile, per come trattano le atlete allo stesso modo dei professionisti uomini. La squadra è nata solo due stagioni fa, ma l’organizzazione della Virtus non credo abbia uguali ora in Italia, mi hanno dimostrato una grande professionalità” commenta La cestista, aggiungendo poi: “Riuscire a fare già qualche risultato con loro sarebbe anche una bella sfida. La squadra maschile ha avuto una grande stagione e ha fatto delle belle finali contro Milano dimostrando gran valore e gran carattere. Una vittoria storica che ha riportato la Virtus alla vetta del basket italiano”.
E la squadra maschile sostiene la Virtus femminile in modo concreto, come ha fatto Marco Belinelli partecipando alla conferenza stampa di presentazione di Cecilia Zandalasini. “Nel mio piccolo mi ha stupito e mi ha fatto piacere. Al di là del grande giocatore che è, a Bologna è un personaggio pubblico. Vuol dire tanto la sua presenza. Mi fa piacere che l’iniziativa sia venuta da lui“.
La Nazionale italiana di basket per Zandalasini è casa e qualche soddisfazione con la maglia azzurra vorrebbe riuscire ad averla. “Negli ultimi 2-3 anni ci sono state un po’ di delusioni. I nostri europei sono competizioni difficili, tutte le squadre sono forti e ogni partita è una battaglia. Ma noi siamo una squadra giovane e siamo in crescita e abbiamo tempo per toglierci qualche soddisfazione. Abbiamo anche noi delle opportunità e sarebbe bello per me togliermi qualche soddisfazione con la nazionale”. E anche quest’anno sponsor della nazionale italiana maschile e femminile di basket è stata Barilla, che supporta i campioni e le campionesse della pallacanestro, artefici di grandi sfide e modelli soprattutto per i più giovani.
Campionato italiano, turco, Wnba, Nazionale Zandalasini è stata parte di squadre diverse con compagne così differenti per origini, cultura e abitudini. Ma essere una squadra richiede le stesse competenze ovunque: “E’ importante riuscire a stare bene nel gruppo soprattutto quando devi stare 8-10 mesi con le stesse persone. Se stai bene con le persone riesci a dare il tuo meglio” osserva la giocatrice, che prosegue: “Essere sempre tutte focalizzate su un obiettivo comune è la cosa più importante che la pallacanestro mi abbia insegnato. Io scelgo squadre che mi mettano in condizione di dare il massimo e sono stata fortunata perché ho sempre trovato ottime persone intorno a me”. Tanto che lasciare la Turchia non è stato indolore: “Quando ho fatto le valigie e sono andata in aeroporto mi è venuto il magone perché al di là dei successoi ho conosciuto persone stupende con legami che vanno oltre il basket. Mi mancherà l’ambiente del Fenerbahçe perché quando mi sono trasferita a Istanbul per me era la prima volta che andavo via dall’Italia. L’inizio è stato un po’ difficile ma questa esperienza mi ha fatto crescere molto”.
Zandalasini sicuramente è cresciuta in consapevolezza e senso di responsabilità in questi anni. “A 25 anni capisci più dinamiche e capisci più cose rispetto ai 18 anni. Sono più consapevole di ciò che comporta essere parte di una squadra. Mi rendo conto del peso delle mie azioni giuste e sbagliate all’interno della squadra. E ho più senso di responsabilità, comunico meglio con le compagne di squadra se c’è la necessità di avere scambi di idee. E ho imparato ad esprimere quello che penso”.
Certamente le esperienze nella Wnba sono state formative. “Non ho fatto così tanto anni negli Stati Uniti come Marco Belinelli, che ha avuto modo di vivere più a fondo e imparare più cose della loro cultura. Negli Stati Uniti trattano l’atleta in modo da metterlo nelle condizioni di dare il meglio di sé. In Europa c’è l’intenzione di andare in quella direzione ma ci sono margini di miglioramento” osserva Zandalasini aggiungendo: “Con il passare degli anni penso di essere diventata sempre più professionista. Negli ultimi anni non mi sono mai fermata, ma mi sono accorta che è molto importante non accantonare mai la preparazione atletica. Badare al mio fisico, sapere cosa fare e cosa no. Curare gli acciacchi che nella stagione non riesci a curare, ed invece ed essenziale nella off season mettersi a posto. E poi sono fondamentali le scelte nell’alimentazione. L’ho imparato con il tempo e con esperienza personale. E’ fondamentale se si vuole raggiungere il miglior stato possibile per la propria performance, così come un corretto riposo”.
Di riposo non ne avrà molto la giocatrice a cui si guarda sia in Virtus sia in Nazionale come una leader in grado di poter trascinare la squadra. Ma ora siamo ancora in off season.
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