#Under40, Cecilia Sardeo da runner (tra i tavoli) a imprenditrice digitale

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Diceva Nietzsche, più o meno letteralmente, che bisogna avere il caos dentro di sé per generare una stella danzante. La storia di Cecilia Sardeo, fondatrice di Biz Academy, parte dal caos, attraversa il caos e approda a qualcosa di innovativo, una piattaforma virtuale che ha l’obiettivo di aiutare le donne ad affermarsi come professioniste e trasformare le proprie passioni in progetti di successo con il digitale.

cecilia-sardeo-lavoro-da-casaDa bambina non sapevo che cosa avrei fatto da grande“, racconta l’imprenditrice, classe 1984, originaria di un paese in provincia di Treviso. “Mi sono mossa per tentativi, il primo soggiorno a Londra dopo la maturità con un inglese talmente basico che non potevo nemmeno fare la cameriera come altri nostri connazionali. Il mio ruolo era la runner, che corre a servire da un tavolo all’altro. Rientrata in Italia mi sono laureata in Storia, consapevole che non sarebbe stato un grande supporto nella mia vita professionale. Insomma ho seguito il copione alla lettera: diploma, laurea, stage, ricerca di un lavoro. Andavo avanti di giorno in giorno ma non avevo prospettive. E allora viaggiavo. O forse viaggiavo alla ricerca di un ribaltamento di quella prospettiva che mi diceva che non avevo futuro”.

cecilia-sardeo-impactgirlIl primo contatto con il digitale arriva con uno dei tanti ‘lavoretti’: la vendita telefonica di pubblicità su siti web. La svolta arriva con un viaggio a Kuala Lumpur dove trova un impiego come addetta all’assistenza clienti. “Il caso vuole – prosegue Cecilia Sardeo – che quel cliente fosse uno degli editori online di crescita personale più grandi al mondo, Mindvalley”. Sarà lei a diventare amministratrice delegata della branca italiana di Mindvalley, Mindvalley Italy, prima di lanciare progetti nazionali e internazionali come Biz-Academy e LaSvoltaSchool.

Come?Mi sono fatta avanti piano piano, ma senza avere paura di chiedere e studiando tutto quello che potevo per saperne sempre di più. Ed è proprio per questo, perché so che cosa significa muoversi in un mondo come quello del digital, molto maschile, che ho lanciato una iniziativa rivolta alle donne che vogliono fare impresa anche attraverso il web”.

biz-academy-imprenditriciOggi Cecilia Sardeo conta 27 mila follower su Instagram e oltre 45mila donne iscritte alla sua community su Facebook. “Ma – ammonisce – visibilità e autorevolezza non sempre vanno di pari passo. Per questo il mio primo consiglio a chi si approccia al digital è evitare la febbre da social. Il punto di forza del tuo lavoro non è la quantità di follower ma la qualità del rapporto che instauri con la tua community. E la qualità è possibile solo se punti sul valore di quello che dai tu per prima, cioè i contenuti”. Che cosa ti chiedono in particolare le donne che si rivolgono a te? Oggi se fai ricerca su Google puoi trovare facilmente informazioni di ogni genere. Tante, troppe. Le persone arrivano da me disorientate con una esigenza di ordine, di selezione, di formazione che passi attraverso competenze riconosciute e autorevoli”.
Insomma, per tornare a Nietzsche, per diventare imprenditrice digitale il caos può essere solo un punto di partenza.

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