Ddl Zan, la politica alla prova delle diversità

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Prosegue l’epopea del disegno di legge sull’omotransfobia al Senato. dopo le contestazioni e le critiche al disegno di legge presentato dal deputato Alessandro Zan, attivista dei diritti Lgbtq+, è stato presentato un disegno di legge da Lega-Forza Italia, che interviene soprattutto sulle pene e non sulla prevenzione.

I due disegni di legge, ora, procederanno insieme in commissione Giustizia del Senato. Lo ha deciso il presidente della commissione, il leghista Andrea Ostellari, che è anche relatore del provvedimento, appellandosi all’articolo 51 del regolamento. Alla proposta del Carroccio e degli azzurri si è aggiunta martedì anche la firma di Fratelli di Italia. La legge sulla omotransfobia diventa così una questione politica, che ricompatta il “bipolarismo” all’interno di un governo trasversale. Il centrodestra si compatta e va all’attacco unito contro il centrosinistra e mentre il primo schieramento è impegnato ad allungare i tempi della discussione in chiave ostruzionistica, il secondo punta ad approvare il prima possibile il provvedimento per dare all’Italia “una legge di civiltà“.

La scelta di Ostellari cambia le carte in tavola, perché ormai sembrava scontato proseguire l’iter in commissione solo con il ddl Zan. Inoltre ha scatenato subito le proteste del centrosinistra che sale sulle barricate e parla di “ennesima forzatura” e di “strappo al regolamento e alla prassi consolidata“, accusando il presidente di aver “preso in ostaggio la commissione“.

E’ un testo tardivo prodotto esclusivamente a fini ostruzionistici” è l’accusa di Alessandra Maiorino (M5s), mentre per la dem Anna Rossomando quello del centrodestra è “un testo abrogativo, un testo in antitesi” e per questo motivo non si poteva congiungere. Ma il presidente-relatore liquida tutti tacciandoli di “ignoranza delle regole“, e dice no anche alla proposta di mettere ai voti la disgiunzione dei ddl poi chiude: “basta pretendere scorciatoie. Proseguiamo il dibattito serenamente“.

Una serenità, che al momento sembra complessa da ritrovare perché il ddl Zan da novembre scorso aspetta il via libera definitivo. E dopo 6 mesi di attesa, se venisse modificato, dovrebbe tornare alla Camera in quello che potrebbe diventare un esame parlamentare estenuante e improduttivo. Ma il dem Franco Mirabelli rassicura: “Nessun allungamento dei tempi dovuto alla congiunzione dei ddl. Al presidente Ostellari – spiega – abbiamo chiesto un programma dei lavori che si è detto disponibile a dare nei prossimi giorni. Ci aspettiamo un’organizzazione che consenta di terminare entro fine giugno i lavori in commissione e di andare in Aula a luglio con il testo Zan“.

La tabella di marcia di Ostellari dovrebbe arrivare dunque entro fine settimana. I passi comunque sono: calendario delle audizioni, sono più di 200 quelle richieste, 100 solo dalla Lega, per questo il Pd ne propone una riduzione e chiede di prevederne di scritte per ottimizzare i tempi. Poi, in commissione seguirà la discussione generale e alla fine dovrà essere votato il testo base. E su quest’ultimo punto i numeri sono dalla parte del centrosinistra e allora con ogni probabilità il testo che andrà all’esame dell’Assemblea sarà il ddl Zan.

Il nostro Paese ha la necessità di affermare senza ambiguità il ripudio da ogni fora di violenza e discriminazione e che ci sia bisogno di una legge che sia approvata il prima possibile e nel miglior modo possibile” ha dichiarato la ministra per le Pari Opportunità e Famiglia Elena Bonetti, mentre Giorgia Meloni, leader di FdI, sottolinea: “La nostra Costituzione già condanna ogni discriminazione per sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali. Formula che a me sembra comprendere già tutto, inclusa l’omosessualità. Stilare un elenco più specifico diventa un’operazione pericolosa”.

Intanto, anche nella società civile il dibattito intorno ai temi dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale si fa sempre più infuocato, e il “20 maggio Dà voce al rispetto” – campagna di sensibilizzazione dal basso per l’approvazione della legge contro omotransfobia – consegnerà in Senato le 465.000 firme raccolte a sostegno di una rapida approvazione del Ddl Zan.