Tampon tax, le deputate ci riprovano: Iva al 5% sugli assorbenti

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Gli assorbenti igienici non sono beni di lusso ma beni primari dunque l’Iva deve essere abbassata dall’attuale 22% al 5 per cento. È la motivazione con la quale una pattuglia trasversale di deputate ha presentato anche quest’anno un emendamento al Ddl di Bilancio in discussione a Montecitorio. Un emendamento a prima firma Laura Boldrini (Pd), che punta a completare l’avvio della riforma con l’approvazione nella scorsa legge di bilancio del taglio dell’Iva al 5% ma solo per i prodotti per la protezione dell’igiene femminile ‘bio’ (compostabili o lavabili e coppette mestruali). Una componente, rileva WeWorld, che rappresenta secondo dati Nielsen meno dell’1% del totale degli assorbenti venduti in Italia mentre oltre 15 milioni di donne continuano a pagare l’acquisto di tali prodotti con la tassazione del 22 per cento.

La proposta sulla cosiddetta “tampon tax’, che risulta tra gli emendamenti “segnalati” e che quindi saranno posti in votazione nei prossimi giorni dalla commissione Bilancio della Camera, è “forte” anche di una campagna di WeWorld e di una petizione firmata da quasi 500mila donne, “Il ciclo non è un lusso”, lanciata da OndeRosa. Boldrini, in un appello su Facebook sottolinea l’urgenza di intervenire: “Con il Covid la situazione economica e lavorativa delle donne è peggiorata. Per questo chiedo alle colleghe deputate e ai colleghi deputati di votare l’emendamento alla legge di bilancio che riduce l’Iva su tutti gli assorbenti. Sarebbe un segnale di attenzione importante da dare alle nostre ragazze e alle donne”.

L’emendamento, firmato tra le altre da Lia Quartapelle, Giuditta Pini, Chiara Gribaudo (Pd), da Rossella Muroni (Leu), Luisa Noja e Lucia Annibali (Italia Viva), Maria Edera Spadoni e Stefania Ascari (M5S), Fucsia Fitzgerald Nissoli (Forza Italia), Emanuela Rossini e Silvia Bendetti (Misto), prevede di estendere l’Iva al 5% per tutti i prodotti per la protezione dell’igiene femminile quali assorbenti igienici esterni e tamponi interni, coppette mestruali, a partire dal 1° gennaio 2021.

“La volontà politica mi sembra esserci” rileva Boldrini, sottolineando che oltre alle firme di deputate di tutte le forze di maggioranza, ci sono anche quelle di deputate di FI e del Misto. “Ora – aggiunge – bisogna capire bene il punto di caduta. Stiamo lavorando per essere più precisi possibili riguardo al costo”. La proposta presentata copre l’onere stimato dal Mef di 300 milioni annui con la corrispondente riduzione del fondo per le esigenze indifferibili, anche se la parlamentare osserva che la stima “ci sembra eccessiva rispetto ai consumi reali e al costo medio”. WeWorld, partendo dai dati Nielsen del valore di 515 milioni di euro per il mercato degli assorbenti igienici, stima un costo nettamente inferiore, pari a 72 milioni di euro.

L’approvazione della misura ribadisce ancora Boldrini, che coordina l’Intergruppo della Camera per le donne, i diritti e le pari opportunità, “sarebbe un segnale importante in questo momento di crisi per le donne duramente colpite nel loro reddito e nel livello occupazionale, un segnale di attenzione in questa legge di bilancio”. E si inserisce in una realtà europea e internazionale che ha visto molti Paesi intervenire in materia, riducendo o abolendo la tassazione su questi prodotti in un quadro di politiche di parità e di contrasto alla violenza economica contro le donne, che rappresenta uno dei tasselli imprescindibili della lotta contro la violenza sulle donne.

In Europa, ad esempio, Spagna, e Austria hanno un’aliquota al 10%, Portogallo e Belgio al 6%, la Francia al 5,5%, il Regno Unito al 5 per cento. E la Scozia ha previsto l’accesso gratuito ad assorbenti e prodotti analoghi, estendendo quanto già previsto nelle scuole e nelle università. “Se noi vogliamo liberare le donne dalla violenza fisica dobbiamo anche metterle in condizione di essere più autonome e quindi di avere un lavoro, un’occupazione” afferma Boldrini e la misura proposta “è un contributo all’uguaglianza” perché “il ciclo non è un lusso” .