“In Ucraina assistiamo alla replica dell’esperimento russo in Cecenia”

Abubakar Yangulbaev, avvocato ceceno per i diritti umani (Committe Against Torture)

Abubakar Yangulbaev, avvocato ceceno per i diritti umani (Committe Against Torture)

L’intervista al dissidente ceceno Abubakar Yangulbaev è stata realizzata assieme alla videomaker di origine bielorussa Tatsiana Khamliuk.

Prima del 24 febbraio, la Cecenia era un campo di concentramento all’interno della Russia. Ora la Cecenia è un carcere all’interno del grande campo di concentramento della Russia. C’è un regime totalitario in cui le autorità sono completamente penetrate in tutte le sfere della vita dei cittadini, di cui controllano ogni passo. Non sto parlando di diritti umani e libertà, la Cecenia non ne è a conoscenza da quando la Russia ha iniziato la guerra nel 1994. Nel 2003 Putin ha dato pieno potere a Achmat Abdulchamidovič Kadyrov (padre di Ramzan, ndr). Da allora, in Cecenia, le persone hanno gli stessi diritti dei prigionieri durante la seconda guerra mondiale”.

A parlare da una località segreta in Europa, dove si è rifugiato di recente, è Abubakar Yangulbaev, avvocato per i diritti umani dell’organizzazione “Committee Against Torture”, figlio del giudice ceceno in pensione Saydi Yangulbaev. Quello della sua famiglia è un caso emblematico del trattamento riservato a coloro che osano pronunciarsi contro il governo di Ramzan Kadyrov, “il paladino di Putin”, diventato presidente il 15 febbraio 2007 e accusato di reprimere qualsiasi dissenso, attraverso assassini, stupri, rapimenti e torture, ad opera del suo esercito privato.

ceceniaLo stesso Abubakar è stato arrestato e torturato, mentre il fratello Ibrahim, accusato di gestire il canale Telegram anti-Kadyrov “1ADAT”, ha vissuto due anni di prigionia, di cui ha raccontato pubblicamente i drammatici dettagli. Nonostante la loro storia sia sotto i riflettori nella Federazione russa, grazie al lavoro coraggioso della giornalista Elena Milashina della Novaja Gazeta (erede di Anna Politkovskaja), è accaduto l’impensabile.

Cosa è successo la sera del 20 gennaio 2022?
La sera del 20 gennaio, quattro militari di Kadyrov hanno fatto irruzione nell’appartamento a Niznij Novgorod (nella Russia centrale), dove vivevano i miei genitori e hanno rapito mia madre, Zarema Musaeva, con la forza. In totale, come abbiamo saputo dopo, erano in otto, parlavano ceceno, e sono arrivati con due jeep Mercedes nere, senza alcuna opposizione da parte della polizia locale. Il motivo legale del rapimento era il coinvolgimento di mio padre e mia madre in qualità di testimoni in un caso di frode del 2019, ma i documenti che hanno mostrato indicavano nomi di persone mai conosciute dai miei genitori.

Zarema Musaeva, madre di Abubakar Yangulbaev, rapita il 20 gennaio 2022

Zarema Musaeva, madre di Abubakar Yangulbaev, rapita il 20 gennaio 2022

Sulla base di quali accuse è stata arrestata sua madre?
Quando mia madre è stata rapita e portata in Cecenia, sospettavamo che Kadyrov stesse usando tutte le risorse amministrative e i poteri ufficiali per tenerla in ostaggio al fine di vendicarsi della nostra famiglia. E così è successo. Hanno inventato un processo amministrativo contro di lei, le hanno dato la pena massima di 15 giorni per presunto uso di linguaggio volgare in un luogo pubblico e l’hanno rinchiusa in un centro di detenzione speciale, nonostante il fatto che la legge vieti una tale punizione per persone malate gravemente di diabete, come mia madre.

Cosa è successo dopo che ha scontato i 15 giorni previsti?
Hanno aperto un nuovo caso, montato su una presunta aggressione a un agente di polizia. Mia madre oggi è imputata in questo caso e si trova in un centro di detenzione preventiva. Delle tre udienze che sono state fatte, ha partecipato solo ad una. All’ultima non era presente, perché i medici gliel’hanno proibito per motivi di salute. Di solito nel Caucaso le donne non vengono toccate, perché’ la donna è sacra nella nostra cultura. A maggior ragione, una donna di una certa età, innocente e malata. Ma Kadyrov ormai non ascolta nessuno. Questo rapimento è stata una sua iniziativa personale. È caduto nell’abisso della vergogna, macchiandosi per sempre di un crimine che nessuno prima di lui aveva commesso, ad eccezione dei generali e dei soldati russi durante le due guerre in Cecenia. Ma i ceceni non hanno mai usato le donne per minacciare i nemici, soprattutto se madri.

Qual è il vero motivo dell’incarcerazione di sua madre?
Il motivo principale del rapimento di mia madre – che mai si è occupata di politica – è la vendetta personale di Kadyrov per il dissenso della nostra famiglia contro il regime. Il suo obiettivo è punirci e ricattarci. Nel 2015 e nel 2017 mio fratello documentava sui social la realtà e i problemi storici della Cecenia. Siamo stati entrambi rapiti e torturati dai militari di Kadyrov e da lui personalmente nella sua residenza a Grozny. Avevano intenzione di imprigionarci, ma alla fine hanno fallito e siamo riusciti a rimanere in libertà. Fino a quando hanno preso mio fratello Ibrahim, l’hanno incarcerato e torturato per due anni. Secondo quanto previsto dalla legge, il dissenso e l’opposizione al governo non sono motivi leciti per l’incarcerazione. Ma la realtà è molto diversa.

Crede che l’inasprimento del comportamento del regime ceceno contro gli oppositori sia in qualche modo legato all’invasione russa dell’Ucraina?
Decisamente. L’inasprimento del comportamento del regime ceceno nei confronti dei suoi oppositori ha un legame con l’invasione russa dell’Ucraina. La Russia, da quando Putin è salito al potere, attraverso Kadyrov, sta sperimentando sul popolo ceceno quanto ha intenzione di fare altrove. Gli eventi in Ucraina e la guerra di Putin in Cecenia sono molto simili tra loro. Per tutto questo tempo, il presidente russo si è allenato in Cecenia. Ad esempio, ha definito i ceceni terroristi, per giustificare i suoi crimini contro il popolo, e ora definisce gli ucraini neonazisti aspettandosi un effetto simile. E nei territori ucraini occupati dai russi come Kherson, usa i militari ceceni, i cosiddetti “Kadyrovcy”, noti per la loro brutalità, per intimidire la popolazione.

La famiglia Yangulbaev

La famiglia Yangulbaev

Qual è stata la reazione cecena all’invasione dell’Ucraina?
Siamo rimasti stupefatti. Non avevamo neanche immaginato che potesse succedere una cosa del genere. La popolazione cecena è contro la guerra o neutrale. Contro, perché i ceceni hanno un atteggiamento positivo nei confronti dell’Ucraina, considerandola un alleato in difficoltà contro l’aggressore russo. E neutrali, perché pensano che i ceceni non hanno nulla a che fare con questa guerra. Ma non ci sono proteste pubbliche, perché’ si rischia la vita o, nella migliore delle ipotesi, la galera. La storia della nostra famiglia ne è una evidente testimonianza, se qualcuno avesse ancora dei dubbi.

Le due guerre cecene hanno devastato l’economia del paese. Le attuali sanzioni occidentali contro la Russia stanno ulteriormente aggravando la situazione?
Il Paese è in una terribile crisi economica. Il rublo si è deprezzato. C’è già una carenza di beni essenziali, alcuni prodotti nel paese semplicemente non esistono. I prezzi sono aumentati in media del 30-40% , per molti prodotti di igiene il prezzo è duplicato, se non triplicato: ad esempio, il deodorante OldSpice costava 250 rubli e ora 900. Entro l’autunno, ci si aspetta di acquistare beni di prima necessità con le tessere, esattamente come alla fine degli anni ’80 dell’Urss. Le persone in Cecenia sono addestrate a vivere in modo autonomo, senza partecipare all’economia globale. Inoltre, Putin versa 1 miliardo di rubli al giorno a Kadyrov, e quest’ultimo può, se necessario, stabilizzare la situazione. La Cecenia coltiva il proprio cibo: carne, meloni, frutta, verdura. L’esperienza delle operazioni militari sul nostro territorio ha insegnato ai ceceni di fare affidamento solo su loro stessi.

Qual è la sua opinione sulla posizione dell’Europa e della Nato?
Il sostegno dell’Europa e della Nato era essenziale per la Cecenia negli anni ’90 e 2000, durante le guerre con la Russia. Ma, allora, la Cecenia rimase sola a combattere contro il secondo esercito più grande del mondo. Abbiamo resistito per oltre 20 anni, poi – rendendoci conto che nessuno ci avrebbe aiutato e che i leader della Nato continuavano a incontrare Putin e a chiamarlo amico – non siamo più stati in grado di difenderci. Inoltre, a causa di 2-3 persone coinvolte in attentati, tutti i ceceni sono stati definiti terroristi e questo influenza pesantemente l’opinione pubblica internazionale ancora oggi. Oggi, credo che se l’Unione europea e la Nato continuassero ad aiutare l’Ucraina, potremmo intravedere la fine di questa Russia, quella di Putin, e assistere, forse, alla liberazione della Cecenia dalla dittatura.

Nelle ultime settimane, anche il padre di Abubakar, Saydi Yangulbaev (a cui nel frattempo è stato revocato lo status di “intoccabile” in quanto ex giudice) e la figlia più giovane Alya, sono fuggiti dalla Russia. Come anche la giornalista Elena Milashina è stata costretta a rifugiarsi in Europa, dopo che Kadyrov ha affermato pubblicamente che la famiglia Yangulbaev “è in attesa di un posto, o in prigione o sottoterra” e che i suoi componenti “non saranno più in grado di godersi liberamente la vita”. Il 29 marzo 2022, il direttore della Novaja Gazeta ha deciso di sospendere le pubblicazioni in Rete e su carta “fino alla fine dell’operazione speciale sul territorio dell’Ucraina”, per evitare di ricevere il terzo avviso che avrebbe comportato la revoca definitiva della licenza e, dunque, la chiusura della testata.

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