“A scuola in Europa” con le borse di studio Intercultura per istituti tecnici e professionali

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L’impatto sociale generato da un programma di mobilità studentesca determina effetti positivi non solo sui partecipanti, ma anche sulla comunità: per ogni euro investito nei progetti di scambio, se ne generano tre di beneficio sociale. Sono i dati emersi da una ricerca promossa dalla Fondazione Intercultura con metodologia Sroi (Social return on investment), che dimostrano quanto trascorrere un periodo all’estero non sia soltanto un’esperienza unica, ma una vera e propria occasione di crescita personale che garantisce un vantaggio competitivo nell’affrontare le sfide umane e professionali.

Su queste premesse nasce “A scuola in Europa”, un’idea di Fondazione Giovanni Agnelli, Fondazione Cav. Lav. Pesenti e UniCredit Foundation in partnership con la Fondazione Intercultura rivolta agli studenti meritevoli degli istituti tecnici e professionali di Campania, Lombardia e Piemonte per favorire il dialogo tra i paesi comunitari. Grazie alla collaborazione di questi enti, la Fondazione Intercultura ha riservato 15 borse del valore di 120 mila euro per la promozione di programmi trimestrali totalmente gratuiti in Belgio, Francia, Repubblica Ceca, Serbia e Svizzera. Per accedere alle selezioni i ragazzi dovranno avere innanzitutto un buon curriculum scolastico ed essere iscritti alle classi terze degli istituti tecnici a indirizzo agrario, informatico, turismo, ospitalità alberghiera ed enogastronomico. 

Secondo Roberto Ruffino, segretario della Fondazione Intercultura, “il progetto ‘A scuola in Europa’ aiuterà a costruire un mondo più solidale, più sostenibile, più aperto alle diversità”. E la Generazione Z tiene alta l’attenzione su questo obiettivo, lavorando e relazionandosi al tempo stesso in un’ottica europeista. Andrea Gavosto invece, direttore della Fondazione Agnelli, sottolinea l’importanza di aver rivolto il programma agli studenti degli indirizzi tecnici e professionali, “che quasi sempre nel nostro Paese hanno minori occasioni di effettuare esperienze significative di studio all’estero, di conoscenza e confronto con realtà diverse”. D’altronde una maggiore attenzione alla qualità e al rinnovamento di certi percorsi di studio nel nostro Paese, evocata nel PNRR, passa anche da iniziative come questa.

Durante l’anno scolastico in corso sono partiti all’estero 1.300 studenti con Intercultura. Secondo un’indagine Ipsos su un campione di 886 partecipanti, partiti tra il 1977 e il 2012, l’84% di chi partecipa a un programma di Intercultura si laurea, il 32% ottiene il massimo alla laurea rispetto al 24% della media nazionale e l’89% conosce mediamente due lingue straniere. L’84% dichiara inoltre di non avere avuto difficoltà a trovare o cambiare lavoro, mentre il 69% si definisce molto felice, rispetto al 47% degli italiani. 

Tra questi ragazzi c’è Virginia, una studentessa romana che sta trascorrendo il suo anno scolastico in Germania grazie a una borsa Inps dedicata alla fondazione specializzata in scambi internazionali. “Dallo scorso agosto sto trascorrendo il mio anno scolastico a Bornheim, in Germania.  Sin dal primo giorno mi sono trovata subito bene con la mia famiglia ospitante: ogni weekend facciamo una gita in una città diversa e non sto mai un attimo ferma anche durante la settimana” – racconta – “Mi trovo benissimo a scuola: l’ho trovata così diversa dalla mia! Qui le materie si possono scegliere e ogni ora si cambiano classe e compagni. Il mio invito agli studenti che desiderano vivere un’esperienza all’estero è di non aver paura: dobbiamo goderci questa fantastica opportunità!”. 

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  • gloria |

    A Scuola in Europa è proprio un ottimo progetto e una eccellente iniziativa che amlpia le menti degli studenti a più livelli non solo culturale, ma anche e soprattutto sociale, lavorativo, umano .L’uomo diventa un cittadino, lavoratore con le finestre aperte sul mondo intero.Iniziative simili dovrebbero moltiplicarsi , queste esperienze formative costitutiscono l”essere unamo del futuro.

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