Lamorgese: “Le donne spesso devono accettare incarichi che nessun uomo vuole”

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Oggi, scegliere una donna per un incarico o una funzione è spesso percepito come un valore. Invece, per evitare che il bilanciamento tra generi si traduca in un elemento di separazione o conflitto, sarebbe opportuno che le scelte avvengano sulla base della preparazione e dell’esperienza“. E’ un passaggio dell’intervento della ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, che ha inaugurato il ciclo di Conferenze Istituzionali dal titolo “Voce delle ministre” organizzato dall’Accademia Nazionale dei Lincei, nella Sala Scienze Fisiche, accanto al presidente dei Lincei Roberto Antonelli e al vice presidente linceo e Premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi.

Lamorgese ha parlato del ruolo conquistato dalle donne anche nei vertici della pubblica amministrazione e delle sfide che questo lungo percorso comporta per il raggiungimento di un’eguaglianza sostanziale tra i generi. Il ministro è partita da un richiamo storico, quello dell’onorevole Teresa Mattei che nel marzo 1947, all’età di 26 anni, prendeva la parola all’Assemblea Costituente per perorare una piccola ma significativa modifica al testo di quello che sarebbe, poi, diventato il secondo comma dell’articolo 3 della nostra Carta. “L’onorevole Mattei – ha detto Lamorgese – sapeva che il testo che stava prendendo forma riconosceva uguaglianza di diritti a uomini e donne, ma riteneva non fosse sufficiente una parità formale e che occorresse qualcosa in più per garantirla anche in modo sostanziale. Si batté perché in quel comma fosse aggiunto un inciso di due parole: di fatto“. Si tratta di un riferimento alla “parità sostanziale” dove l’operato delle donne che ricoprono ruoli pubblici venga valutato sulla base delle loro competenze, delle loro scelte e dei risultati ottenuti e non all’appartenenza di genere di chi le abbia compiute. “La mia opinione – ha proseguito il ministro – è che sempre, per ogni scelta, si debba guardare alla preparazione, all’esperienza e alla competenza. Solo così eviteremo che il bilanciamento tra generi si traduca in un elemento di separazione se non di difficoltà”.

Tutto questo non vuole oscurare le problematiche – ha aggiunto la ministra – connesse a quelle azioni di odio che quotidianamente le donne (non solo in ruoli apicali) subiscono. In questo anche la rete internet influisce con l’anonimato. I pregiudizi sociali, economici e culturali rappresentano il cosiddetto ‘soffitto di cristallo’, una metafora che ben esprime la sensazione di impotenza che le donne vivono quando si sentono discriminate per aver ottenuto successi lavorativi“. Lamorgese ha poi espresso soddisfazione per “la recente approvazione della legge per la parità salariale tra uomini e donne, raggiunta con l’unanimità delle Camere, segno di grande trasversalità tra le parti. Dal prossimo anno tutte le aziende dovranno dotarsi di un nuovo strumento: la certificazione della parità di genere“.

Per quanto riguarda il dato del numero delle donne appartenenti al corpo prefettizio, ha detto il ministro scattando una fotografia della presenza femminile nell’amministrazione dell’Interno, “rappresentano oltre la metà del totale (664 donne e 480 uomini) e, proiezioni alla mano, questa percentuale è probabilmente destinata ad aumentare ancora in futuro. Anche nelle altre due grandi famiglie che convivono nel nostro ministero, la Polizia di Stato e il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, ci si sta incamminando su questa strada“.

Quello che personalmente reputo auspicabile – ha proseguito – è una parità che non sia omologazione, ma sia soprattutto inclusione, rispetto delle differenze, valorizzazione del patrimonio di competenze, saperi e intelligenze, che attraversino traversamente le appartenenze di genere e identità. Alle donne spesso sono attribuiti ambiti specifici quali l’educazione, l’assistenza e la famiglia. Non la bilancia, non la spada e nemmeno la borsa, i tre pilastri su cui si fonda l’idea di governo delle civiltà occidentali. Le donne spesso devono accettare incarichi che nessun uomo vuole pur di far carriera. Si potrebbe affermare che quando c’è una situazione complessa è semplice affidarsi alle donne per una soluzione”, ha concluso.

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