Studiare è un gioco da ragazzi? Forse sì se parliamo di gameducation, ovvero i metodi d’apprendimento basati sul gioco. Questo nuovo sistema didattico potrebbe rappresentare un aiuto in vista del nuovo anno scolastico per aumentare la motivazione dei giovani studenti che, secondo i recenti dati dell’americano EdWeek Research Center, hanno un calo di motivazione pari all’87% e un crollo morale dell’82%.
Trovare una soluzione e aumentare il tasso di coinvolgimento degli allievi diventa quindi fondamentale perché, come evidenziato da uno studio riportato da Learning Sciences, che ha coinvolto 128 scuole e 110mila studenti, il maggior coinvolgimento comporta anche un progresso dei risultati accademici. In questo senso, una strada percorribile da parte dei docenti ha un nome ben preciso: gameducation. Persino Mark Zuckerberg ha da poco immortalato sui social la figlia che impara coding, giocando con una piattaforma ad hoc.
L’America ci fornisce i primi dati interessanti: un professore universitario, grazie al supporto del centro di servizi per Informatica e Pedagogia dell’Università di Laval in Canada, ha progettato un sistema per coinvolgere i propri corsisti basato su un format di risultati e trofei in pieno stile gaming. L’idea di superare un livello o acquisire trofei viene applicata all’ambito didattico: se uno studente dimostra un determinato livello di impegno nello svolgimento della propria mansione universitaria, allora viene premiato con un trofeo, ovvero una breve nota dell’insegnante che si congratula con il proprio allievo.
Il risultato finale? Un insieme di studenti appassionati dalla metodologia a tal punto da chiedere al singolo professore informazioni aggiuntive sui trofei in palio.
Ma le declinazioni della gameducation possono essere numerose, diverse e includere aspetti della quotidianità dei giovani anche molto distanti dai tradizionali metodi di apprendimento storicamente cartacei degli adulti.
Studiare con i videogiochi
L’International Journal on Emerging Technologies descrive i videogames come mezzi ideali per assimilare nuove competenze ed aumentare la motivazione e la passione degli studenti. A supporto di tali affermazioni giungono i dati di Research and Markets, secondo cui il mercato globale dei prodotti e dei servizi per il game based learning, dopo aver raggiunto quota 5 miliardi di dollari di fatturato nel 2020, crescerà con un CAGR annuale del 35% entro il 2027, arrivando fino a 38 miliardi di dollari totali. Da segnalare che solo la Cina, nel periodo di previsione, toccherà quota 6,4 miliardi di fatturato entro i prossimi 6 anni. In Europa, invece, la Germania si prende la scena, facendo registrare un incremento del 24% nel corso dello stesso arco temporale.
Il magazine Our Culture si concentra proprio sui vantaggi nei confronti dell’apprendimento, affermando che i videogame aiutano a migliorare la memoria, a sconfiggere lo stress, migliorano le problem solving skills, aumentano la creatività, inducono a ricominciare una lavorazione dal principio, e di conseguenza a svilupparla meglio, e influenzano positivamente l’attività dell’intelletto. E ancora, secondo Tech Story, gli stessi videogiochi aiutano i singoli studenti a socializzare e, di conseguenza, anche a lavorare in team, ma, al tempo stesso, anche a individuare obiettivi e stimoli adeguati alla propria crescita personale e professionale. Infine, aumentano la flessibilità e migliorano la capacità di passare da un’attività all’altra in un lasso di tempo relativamente breve.
Il formatore Massimo De Donno, ideatore di Genio in 21 Giorni (corso di formazione sul metodo di studio personalizzato) sottolinea come “La Gamification è un ingrediente fondamentale nella ricerca dei nostri nuovi percorsi di istruzione e apprendimento. Immaginate di aprire un’applicazione per imparare la matematica o la fisica, materie classicamente ritenute tra le più difficili, e di trovare quesiti, problemi ed esercizi proposti in base al livello di competenze mostrate dallo studente. Un sistema a livelli, capace di calibrare sempre la difficoltà dell’esercizio con l’abilità dello studente e dove si va avanti solo se le competenze sono acquisite in modo completo e definitivo. Ed è una cosa davvero importante perché ricordiamoci che c’è chi dopo una caduta rovinosa perde la voglia di rialzarsi ed è Game Over. La tecnologia ci sta permettendo di progettare giochi grazie ai quali imparare nel rispetto della propria velocità di apprendimento, programmati per tenere sempre alta la motivazione intrinseca (senso di autoefficacia) ed estrinseca (badges, trofei, riconoscimenti pubblici, graduatorie, classifiche, premi). In un futuro non più così lontano, tutto questo unito alla creazione di un metodo di studio personalizzato ci permetterà di riprogettare le classi e la scuola e di trasformare il ruolo degli insegnanti in veri facilitatori dell’apprendimento”.
Forse ora, come genitori, guarderemo ai videogame in modo diverso.
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