Giornata della Memoria, raccontare ai bambini la tragedia dell’Olocausto

alleybooks_anne-grank-viola-gallina-soldato-valigia-parola-leggi-razziali

Ogni anno, con l’approssimarsi della ricorrenza della Giornata della Memoria del 27 gennaio, riaffiorano dettagli, nuove storie, frammenti solo apparentemente marginali di vite spezzate. Il puzzle della Storia si arricchisce e s’ingrandisce con emozioni e dolori rimasti nascosti, che si rinnovano senza mai scemare.

La composizione di questo panorama inizia ad avere i giorni contati perché sono rimasti sempre meno i testimoni diretti di quel passato. E ai bambini di oggi e di domani chi racconterà quell’immane tragedia? Chi darà gli strumenti per leggere e interpretare le ondate revisioniste e negazioniste? Perché è di questo che si parla, anche con urgenza. La memoria non serve soltanto a perpetrare il ricordo di quanto è accaduto, come fosse la pagina di un libro da studiare. Non avrebbe senso. La memoria serve a fornire chiavi di lettura e di comprensione di quel che accade oggi, della complessità in cui siamo immersi. Un mondo in cui certi sussulti maligni vibrano ancora, in un modo che non può farci stare tranquilli.

Ecco perché è importante continuare l’opera di ricostruzione e trasposizione dei fatti autentica, fedele e rigorosa. Matteo Corradini, scrittore ed ebraista, da anni si occupa di didattica della Memoria, e si è rivolto proprio ai piccoli con “Solo una parola” (Rizzoli). Il protagonista di questo romanzo è un bambino, Roberto, che vive a Venezia. Gli piace andare a scuola con i suoi amici, girando tra le calli, con la spensieratezza dei suoi nove anni. Ha sempre pensato di essere “normale”, finché un giorno non gli viene fatto notare che indossa gli occhiali e che quindi sarebbe meglio che stesse insieme ad altri bambini come lui. Ecco come è iniziato tutto: con una banale differenza che si erge a barriera, che diventa emarginazione, esclusione e privazione.

In Italia le leggi razziali emanate nel 1938 hanno fatto cacciare tutti gli ebrei dagli uffici pubblici e i bambini dalle scuole, privandoli all’improvviso dell’amicizia dei loro compagni. Che cosa hanno provato nel loro intimo? Quali sensi di colpa, incredulità e angosce possono averli travolti? Il pregiudizio non appartiene al loro universo, eppure lo hanno vissuto e subito. Corradini, con uno stile adatto alla lettura da parte dei più piccoli, e con le illustrazioni di Sonia Cucculelli, si è ispirato alla storia vera di Roberto Bassi, un bambino ebreo espulso dalla sua scuola elementare, che è stata raccontata nel documentario di Giorgio Treves “1938 – Diversi”, prodotto da Tangram Film.

Anche Viola ha 9 anni. Un’età di passaggio in cui, per certi versi, si è ancora piccoli, ma si iniziano ad affinare le capacità di comprensione e di intuizione della realtà. Viola è la protagonista di “Viola, la gallina e il soldato” di Maria Beatrice Masella (Edizioni Corsare) e vive la quotidianità della guerra da quando aveva 5 anni. Per fare memoria bisogna capire dove tutto sia iniziato. Se i bambini ebrei erano stati emarginati prima, e deportati poi, quelli “non ebrei” non se la passavano bene. La piccola Viola, ad esempio, è abituata ormai al cibo razionato, alla minestra di fagioli scura perché fatta con la crusca, e alle sirene dell’allarme antiaereo che ormai era un suono quotidiano.

Viola vive con i genitori, la sorella maggiore e la nonna al quarto piano di un palazzo antico nel centro di Bologna. Con loro c’è anche una gallina. Perché? Semplice: serve a fare le uova e lei ha il compito di farla razzolare nel cortile di fronte casa. Solo che Viola si vergogna di portare una gallina al guinzaglio, ma deve farlo perché glielo dice la sua mamma e a malincuore accetta. Quando la situazione si fa più difficile, i genitori decidono di mandare Viola con la sua gallina dagli zii in campagna. Ma anche di fronte alle situazioni più atroci e pesanti, i bambini riescono a restare tali e a conservare la loro allegria e la loro freschezza.

L’orrore della violenza, la brutalità dell’odio non riesce a scalfire la loro innocenza e il loro sguardo sul mondo, ad esempio, quando Viola parla a Ralf – un soldato tedesco – che dà il nome di Frida alla gallina. O quando la gallina Frida – sì, proprio lei – decide di risponderle durante una chiacchierata nel fienile: «Brutto affare la guerra, e ancora più brutto per i bambini e le bambine come te. Dovrebbero abolirla per legge: da oggi e per sempre è vietata la guerra in tutto il mondo». Già, la guerra. Quanti bambini stanno soffrendo atrocità simili in questo momento nel mondo?

Con la Giornata della Memoria, il pensiero torna spesso a lei, ad Anna Frank. “Anne Frank. La mia vita” è la prima uscita di Sonda Edizioni del 2021, ed è un’edizione illustrata per ragazzi della biografia definitiva realizzata dalla scrittrice tedesca Mirjam Pressler e tradotta da Simone Buttazzi (approvata dalla Fondazione Anne Frank di Basilea). Il ritratto che viene fuori è in un certo senso inedito: Anne è un’adolescente piena di vita e di desideri, di speranze, ma soprattutto una scrittrice di grande talento e questo libro ne mette in luce proprio queste caratteristiche. Un nuovo libro su Anne Frank e sulla sua vita nell’Alloggio Segreto, dunque? Sì, ed è più che mai necessario per la formazione delle ragazze e dei ragazzi. Ma anche dei loro genitori.

Infine una suggestione di lettura che parte da una valigia, come quella che i piccoli deportati non hanno potuto riempire e portare con sé. Un bagaglio racchiude un mondo. “Storia di una valigia” di Núria Parera Ciuró (Beisler), in libreria dal 26 gennaio nella traduzione di Sara Margherita Cavarero, racconta un viaggio attraverso gli anni – il Novecento soprattutto – le guerre e l’esilio e le fughe, fino a una nuova vita. Un messaggio di speranza.

«Violeta fu catturata e condotta nei campi di rifugiati del Roussillon. Senza un tetto, senza acqua, senza dignità. Seduta sulla valigia, supplicava per una coperta e un tozzo di pane. Era circondata da tante donne, uomini e bambini. Tra questi, un neonato rimasto orfano che piangeva disperatamente. Violeta gli improvvisò un giaciglio con la sua valigia, per proteggerlo dal vento. La piccola aveva gli occhi grandi, scuri e profondi, e sul suo vestitino era ricamato un nome: Raquel Shalom. Un’ebrea in un’Europa sempre più nazista. “La uccideranno”, pensò Raquel, e giurò che quegli occhi neri avrebbero visto il mondo». Raquel crescerà, diventerà Rachel a New York e vivrà il mondo con i suoi occhi neri. E quella valigia partita da lontano, che l’aveva accolta come una culla, vivrà molte altre storie arrivando fino ai bambini dei campi di Lesbo dei giorni nostri.

Chi non ha il diritto di riempire la propria valigia con il sogno di una vita migliore?

*****

Titolo: “Solo una parola”
Autore: Matteo Corradini
Illustrazioni: Sonia Cucculelli
Editore: Rizzoli
Prezzo: 15 euro

Titolo: “Viola, la gallina e il soldato”
Autrice: Maria Beatrice Masella
Illustrazione di copertina: Miriam Serafin
Editore: Edizioni Corsare
Prezzo: 12 euro

Titolo: “Anne Frank. La mia vita”
Autrice: Mirjam Pressler
Traduttore: Simone Buttazzi
Illustrazioni: Antonio “Sualzo” Vincenti
Editore: Sonda
Prezzo:  14,90 euro

Titolo: “Storia di una valigia”
Autrice: Núria Parera Ciuró
Traduttrice: Sara Margherita Cavarero
Illustrazioni: María Hergueta
Editore: Beisler
Prezzo: 16 euro