Nello sport come nella vita, come si fa a rialzarsi dalle sconfitte?

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Nella mia carriera sportiva ho vinto tutto quello che potevo vincere. Volevo l’Italia e mi sono presa l’Italia, volevo l’Europa e ho conquistato l’Europa. Poi ho voluto il mondo e, dopo tanti sacrifici, sono salita sul tetto del mondo. A 27 anni sono infatti diventata la campionessa mondiale di karate. In ogni curriculum è, ovvio, si scrivono solo le vittorie, che sono tante, però di sconfitte alle spalle ce ne sono a centinaia. Sconfitte agonistiche sui tatami del mondo ma anche momenti difficili nella vita personale. Non siamo invincibili, piuttosto cadiamo e ci rialziamo mille volte e soprattutto prima di essere atleti siamo persone. È  un intreccio tra sport e vita che scorre nel tempo e, lungo questo fragile equilibrio, non bisogna mai smettere di combattere.

cardin10Combattere non è solo tirare calci e pugni, è molto di più. È riuscire ad alzare la testa e guardare qualcuno dritto negli occhi, è non avere paura di mettersi in gioco, è accettare le sconfitte, è credere in se stessi, è non mollare mai, è entrare in empatia con il proprio avversario, sentirlo e adattarsi ai suoi movimenti e alle sue emozioni. Si vince quando si è padroni di se stessi ma anche in continua comunicazione con l’esterno.

E quando si perde?

Quando perdiamo o cadiamo proviamo sconforto, delusione e tristezza. È normale. Tutti ci sentiamo così. Mi hanno sempre chiesto come si fa a rialzarsi da lì. Credo che il primo passo sia l’accettazione, accettare di essere inciampati. Il secondo è non rimanere troppo a lungo a piangersi addosso, ma cominciare a chiedersi perché siamo caduti. Elaborare l’accaduto. Una volta capita la situazione, occorre chiedersi quanto è dipeso da noi e quanto dagli altri. Poi arriva il momento di pianificare la risalita, cosa è importante fare per rimettersi in piedi. Questa prima parte deve essere quasi automatica, come fosse la scheda di un allenamento con primo, un secondo e un terzo esercizio. A questo punto rimane solo, ripeto “solo”, passare all’azione. Agire.

Fare qualcosa. Cominciare.

Credo sia la parte più difficile per chiunque. Dove trovare la forza? La possiamo prendere dall’esterno, dalle persone che abbiamo accanto oppure dalla terra, dal vento o dal sole. C’è tanta forza nel mondo. Però la forza più grande e potente dalla quale possiamo attingere è dentro di noi. Le motivazioni estrinseche arrivano fino a un certo punto, quelle intrinseche non hanno confini. Dentro abbiamo tutti qualcosa di immensamente potente, un fuoco vitale che riesce a farci fare cose straordinarie. Dobbiamo ascoltarlo e imparare da noi stessi, giorno dopo giorno. Anche questo significa allenarsi. Io mi alleno sul tatami da una vita ma mi alleno anche a essere una persona migliore.

Una caduta non è mai solo una caduta. È sempre, anche, un’opportunità.