Un posto incantato con un giardino pubblico di fronte, che a volte diventa teatro per eventi, letture, laboratori. La libreria “Il Giardino Incartato” di Barbara Ferraro, Cecilia Mancini, Alessandra Franciosini e Carla Colussi non è solo un negozio (prezioso) in cui si consigliano e vendono libri; è un presidio culturale e sociale nel cuore di un quartiere romano – il Pigneto – densamente popolato di famiglie, quindi bambini e ragazzi. Abbiamo chiacchierato con le padrone di casa, che accolgono a braccia aperte tutti i lettori e hanno vinto l’edizione 2024 del Premio nazionale Il Maggio dei Libri.
Come avete scelto il luogo nel quale aprire la vostra libreria per bambini e ragazzi?
Quando abbiamo aperto tredici anni fa, qui al Pigneto non c’era nessuna libreria per bambini e ragazzi, saremmo state portatrici di una bella novità e ci sembrava che fosse un contesto dalle cento energie, volte in più direzioni, nelle quali avremmo potuto incanalare la nostra, con competenza ed entusiasmo. I primi anni sono stati complessi, ma abbiamo costruito una esperienza solida e pragmatica, grazie alla quale crescere assieme al quartiere che ci ospita e del quale ci sentiamo, ormai, parte.
Da voi ci si sente a casa, anche grazie alla pianta particolare e all’arredamento: tre stanze, una struttura con una pedana, espositori e librerie alla portata di tutti. È stata frutto di un progetto o era così e avete adattato le vostre esigenze?
Abbiamo progettato tutto, e nei più piccoli dettagli. Ci siamo ispirate a una splendida biblioteca in Africa, per le sedute tra gli scaffali; alla magia dei trabucchi per le travi e le corde; ai Mumin e alle case nordeuropee, dalle luci morbide, il legno caldo. Abbiamo pensato a tutto, dicevamo, nella direzione del sentirsi a casa propria, accolti da un ambiente stimolante, capace di confronto, che restituisse la nostra passione, la nostra competenza, il nostro entusiasmo.
La prima volta che sono entrata è stato in occasione di un festival organizzato da voi. Raccontateci cos’è Ucci Ucci! Se ti trovo, ti leggo!
Ucci, ucci! Se ti trovo, ti leggo! è un festival nato in pieno Covid. Nel momento in cui progettare la convivialità sembrava una follia, noi abbiamo trovato in quell’idea nuova energia. Ci ha rinvigorite. Lo diciamo spesso, è come se fosse partito tutto da un piccolo seme, come per Giacomino, capace di crescere e crescere, fino a superare l’orizzonte del consueto, salendo il filare della meraviglia. Ucci, ucci è un festival ideato e curato da noi libraie e autofinanziato, quindi indipendente. Abbiamo portato nel quartiere grandissimi scrittori, artisti di fama internazionale, quest’anno Bernard Friot, gli scorsi anni Susie Morgenstern e Meg Rosoff. Insomma, cerchiamo di ampliare l’orizzonte, di dare opportunità.
Avete un gruppo di lettura molto attivo. Da chi è composto? Come funziona?
Ci sono tre diversi gruppi di lettura: due dedicati a ragazzi e ragazze tra gli 11 e i 14, tenuti da Barbara Ferraro, si chiamano “Nelle Terre Incartate” in omaggio a uno dei nostri libri preferiti, “Nelle terre selvagge” di Gary Paulsen, e uno per gli adulti, tenuto da Nadia Terranova “Il Giardino legge”. Una volta al mese ci si incontra, si discute del libro letto con libertà e profondità, con cura. Poi, sotto la guida di Barbara, si sceglie assieme il libro da leggere il mese successivo. Per “Il Giardino legge” a scegliere i titoli è Nadia Terranova, sempre generosa dispensatrice di chicche.
In libreria si nota una grande partecipazione non solo di bambini e ragazzi, ai quali lo spazio è dedicato, ma anche di famiglie. Quanto è importante creare una comunità attorno a una libreria e quanto è difficile (o facile)?
Riteniamo che il nostro modo di essere, che è dettato dalla nostra formazione, dall’esperienza, ma anche da una serie di scelte che hanno costituito la nostra etica, la nostra identità, ci abbia aiutato e sostenuto molto, perché evidentemente riflette il contesto in cui “Il Giardino Incartato” vive. È stato innegabilmente impegnativo, non faticoso. Possiamo dire, senza dubbio, di svolgere un lavoro complesso ma gratificante come pochi.
Come fate ad attirare piccoli e giovani lettori, soprattutto quando arrivano all’età nella quale hanno accesso a smartphone, tablet e strumenti che inevitabilmente li allontanano dalla fruizione più lenta che i libri comporta?
È necessario leggere e leggere. Leggendo, quotidianamente, si possono consigliare i romanzi con consapevolezza e coscienza. E i ragazzi e le ragazze riconoscono l’autenticità dei consigli, della proposta. Sono poi i lettori che mettono in atto un passaparola virtuoso. Poi, noi siamo fortunate, perché molti dei nostri clienti adolescenti sono cresciuti assieme a noi, li ricordiamo minuscoli, si sentono a casa. Gli strumenti digitali sono consuetudine e il loro uso, se consapevole, difficilmente distoglie da un buon libro. Certo lo spazio per la lettura si assottiglia, ma siamo fiduciose che si riesca a trovarne sempre da dedicare alla lettura.
Quali sono le difficoltà di gestire una libreria indipendente oggi?
Le variabili sono moltissime e, appunto, imprevedibili. Viviamo le difficoltà comuni a tutti gli imprenditori, il mercato del libro, poi, è particolarmente ostico e talvolta minato da concorrenti giganti, enormi, colossali, che non possiamo immaginare di contrastare. L’unica è affidarsi alle proprie risorse, consolidare le competenze, rafforzare la propria identità. Resta un’impresa complessa.
Che rapporto avete con gli editori?
Siamo sempre in dialogo. Ci si confronta, ci si incontra, soprattutto con i piccoli editori.
Nel mare magnum delle pubblicazioni, come scegliete i libri da proporre e promuovere?
La selezione è necessaria e avviene a partire dal nostro gusto. Scegliamo le storie che ci piacciono, che abbiano un’alta qualità letteraria e che siano anche un prodotto editoriale realizzato con cura. Leggiamo tutto quello che abbiamo a scaffale, qualcuna di noi, Barbara, predilige i romanzi drammi, l’avventura, gli horror, i distopici, i romanzi storici; altre, Cecilia, le storie ironiche, evocative, dalle grandi emozioni, d’impatto. Alessandra i fumetti, ne scopre di splendidi, Carla, e noi tutte, gli albi, la divulgazione.
Ricevete supporto dalle istituzioni, sia locali che nazionali?
No, purtroppo non abbiamo avuto molto sostegno in questi anni, ma, grazie a un bel progetto che abbiamo realizzato durante Il Maggio dei Libri, quest’anno abbiamo vinto il premio, che ne porta il nome, indetto dal Cepell. Si tratta di un riconoscimento prestigioso che ci gratifica moltissimo e che arriva inatteso: lo scorso anno eravamo tra le quattro librerie finaliste. Ci siamo viste riconosciute la passione e la competenza nel realizzare progetti laboratoriali, ne siamo felici.
Consigliate un libro (o anche più di uno) che aiuti a capire il momento storico che stiamo vivendo.
Certamente consiglierei un libro su una questione sempre aperta e delicatissima, quale quella delle migrazioni e della guerra. Sceglieremmo “La ruota panoramica” di Tülin Kozikoğlu (ill. Hüseyin Sönmezay), edito da Gallucci, che con semplicità narra di due storie quotidiane parallele, quelle di un bambino, che, in questo nostro stesso bislacco mondo, si prepara ad affrontare una giornata speciale e bella, e quella di una bambina, che esce di casa per affrontarne una drammatica e pericolosa. Uno sguardo all’ecologia e all’attivismo ambientale e sociale, lo darei in allegria e brio, con passo deciso, come quello della protagonista di “Al lago! Al lago!” di Alterales, edito da Hopi edizioni in collaborazione col Forum del Parco delle Energie. Una storia a fumetti di ribellione, di acqua sorgiva e viva, che racconta di una comunità, quella raccolta attorno al Lago Bullicante, nel cuore del quartiere Prenestino Labicano a Roma, che si prende cura, resiste e si batte contro la cementificazione e la salvaguardia delle aree verdi urbane.
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“Donne di editoria” è un viaggio a puntate di Alley Oop, ideato e curato da Manuela Perrone, tra le professioniste che a vario titolo lavorano nel settore dei libri: editrici, libraie, scrittrici, bibliotecarie, comunicatrici, traduttrici. Tutte responsabili, ciascuna nel proprio ambito, di disegnare un pezzo importante del nostro immaginario e della nostra cultura.
Qui la prima intervista alla libraia Samanta Romanese.
Qui la seconda intervista alla filosofa ed editrice Maura Gancitano.
Qui la terza intervista all’illustratrice Daniela Iride Murgia.
Qui la quarta intervista alla editor Flavia Fiocchi.
Qui la quinta intervista alle libraie Maria Carmela e Angelica Sciacca.
Qui la sesta intervista alla poeta Elisa Donzelli.
Qui la settima intervista alla editor Ilena Ilardo.
Qui l’ottava intervista alle scrittrici Giulia Cuter e Giulia Perona.
Qui la nona intervista alla editrice Mariangela Tentori.
Qui la decima intervista alla editrice Erica Isotta Oechslin.
Qui l’undicesima intervista alla “libraia felice” Monica Maggi.
Qui la dodicesima intervista alla libraia Daniela Bonanzinga.
Qui la tredicesima intervista all’agente letteraria Barbara Bernardini.
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