L’eco delle antiche regine, la forza delle nuove guerriere. A Scanno, l’incantevole borgo nel Parco nazionale d’Abruzzo che rapì artisti come Maurice Cornelius Escher e fotografi del calibro di Henri Cartier Bresson, si rinnova dal 26 al 28 luglio la magia di Ju Buk Festival, la rassegna letteraria tutta al femminile ideata e diretta da Eleonora de Nardis Giansante.
Promosso dall’associazione FactoryA, network di informazione per contribuire a rendere più visibili le realtà femministe e per sostenere l’eliminazione degli stereotipi sulle relazioni affettive, sui corpi e la cura, Ju Buk Festival – come spiega de Nardis Giansante – ha l’ambizione di “capovolgere le narrazioni degli eventi” e destrutturare criticamente il potere patriarcale e le sue conseguenze, “dall’inverno demografico all’inoccupazione delle donne, ai numeri sconcertanti della violenza di genere”. Per fare spazio alla letteratura delle donne, “preziosa opportunità di riflessione e progettualità, una pratica critica che dovrebbero considerare anche e soprattutto le istituzioni per giungere a un nuovo patto sociale, realmente equo e condiviso, basato su cardini più forti e potenti e che può davvero salvare il mondo”.
Per questo la kermesse, che gode degli alti patrocini del ministero della Cultura e della Regione Abruzzo, della partnership con Rid (Radio Incontro Donna) e della sponsorship con Fondazione Carispaq e si svolgerà presso l’Auditorium Guido Calogero di Scanno, dà voce a libri di esordienti e pluripremiate, politiche, attiviste, economiste e giornaliste che ruotano intorno a temi spesso ancora considerati tabù o, peggio, connotati come “divisivi”: il corpo delle donne, la maternità come libera scelta, il potere dei soldi, la malattia, il lavoro delle donne, la loro sessualità.
La prima giornata sarà dedicata agli “Esordi” di successo, con Monica Acito e il suo “Uvaspina” (Bompiani 2023) e con Raffaella Simoncini che affronta il tema della malattia in “Bulky”, della casa editrice abruzzese NEO, interessante esempio di editoria indipendente che anche quest’anno con Paolo Zardi ha fatto capolino al Premio Strega. Pagine che parlano di fame di felicità e di amicizie che abbattono muri e pregiudizi.
Nella seconda giornata, dedicata al “Corpo”, l’economista femminista Azzurra Rinaldi, direttrice della School of Gender Economics di Unitelma Sapienza, presenterà il suo secondo saggio sull’empowerment economico femminile: dopo il bestseller “Le signore non parlano di soldi”, è infatti in libreria con “Come chiedere l’aumento. Strategie e pratiche per darti il giusto valore” (Fabbri 2024). Un’altra tappa per incoraggiare le donne a “mettere a tacere la vocina che ci fa sempre sentire inadeguate” e combattere lo schema che ci vuole passive, anche sui luoghi di lavoro.
Sul palco, subito dopo, ci sarà Eleonora D’Errico con “La donna che odiava i corsetti”, biografia di Rosa Genoni che vedrà l’autrice in dialogo con Michela Bonafoni, studiosa di moda e costume e docente allo Ied di Milano e si terminerà con il suggestivo saggio “A questo serve il corpo” (Bompiani, 2023) della firma culturale del Corriere della Sera Roberta Scorranese, che percorre l’evoluzione dell’immagine della donna nell’arte, a partire da un celebre verso della poeta Patrizia Cavalli. Il sabato sera l’attesa anteprima nazionale del reading “Sei troppo figa!” scritto dalla drammaturga Antonella Questa e interpretato dall’attrice e attivista Valentina Melis, reduci entrambe dal grande successo del tour della pièce “Stai zitta!” tratto dal bestseller di Michela Murgia.
La giornata conclusiva è dedicata alle Scelte. Sul palco le giornaliste del Sole 24 Ore Monica D’Ascenzo e Manuela Perrone, rispettivamente responsabile e cocoordinatrice di Alley Oop – Il Sole 24 Ore, con il loro ultimo lavoro “Mamme d’Italia” (Il Sole 24 Ore), con l’intervento della politica Marta Bonafoni. Poi voce alle giornaliste del gruppo Lost in Europe Cecilia Ferrara e Angela Gennaro con “Perdersi in Europa senza famiglia, Storie di minori migranti” (AltraEconomia 2023).
In chiusura, protagonista sarà la narrativa: la domenica sera spazio al romanzo “La piccinina” di Silvia Montemurro (e/o edizioni 2023) che racconta la storia dei primi movimenti femminili operai: il tracciato della memoria necessario per ricordare chi siamo e da dove veniamo, per guardare al futuro. Il senso dell’intera iniziativa: far calare nella realtà del nostro quotidiano la letteratura delle donne, perché da inchiostro su carta si trasformi in volano del cambiamento sociale e culturale. E perché si possa scrivere, insieme, una nuova grammatica dei rapporti tra i generi.
Domenica 7 luglio, l’anteprima “Aspettando Ju Buk” alle 17.30 a Carsoli (L’Aquila), con “I paesi invisibili” dell’antropologa Anna Rizzo, “manifesto politico-sentimentale per salvare i borghi d’Italia”. Perché le donne sanno rivitalizzare con la cura- ciò che sembra svanire. Tutto si tiene.