Sport femminili, dal calcio al rugby gli sponsor guardano a un nuovo pubblico di tifosi

Tempo di piantare semi in un campo da gioco che, da qui a qualche anno, renderà il calcio femminile un gioco fatto di intrattenimento e inclusione. Quello che chiede il panel di esperti alla platea del Teatro Regio, nel cuore di Parma, è proprio il tempo.

In occasione dell’amichevole femminile Italia-Brasile, martedì 28 ottobre si è tenuto l’incontro “Women’s Football Lab”, il convegno organizzato dal Parma Calcio Women con il patrocinio di FGIC, Serie A Women, il Comune di Parma e in collaborazione con Teatro Regio Coccinelle. L’obiettivo dell’evento era ben delineato: offrire spunti concreti e buone pratiche a beneficio dell’intero movimento del calcio femminile.

«Esattamente come nei laboratori per i più piccoli – ha commentato la giornalista e telecronista sportiva Gaia Brunelli – creiamo degli spunti da portarci dentro, prendendo ispirazione dallo sport femminile a tutto tondo».

Palmisano: la visibilità

«Mio padre non voleva io praticassi sport, perché ancorato alla tradizione» ha raccontato la campionessa olimpica del 20km a Tokyo 2020 Antonella Palmisano, una marciatrice italiana, campionessa olimpica della 20 km a Tokyo 2020 e medaglia di bronzo mondiale a Londra 2017.  Questo scontro ha tuttavia forgiato l’atleta, perché lei stessa ricorda che le ha fatto comprendere: «come, nella vita, volessi fare la differenza, uscire dalle mura invisibili della tradizione».

Palmisano ha un palmares invidiabile: ha vinto 19 titoli italiani di cui 6 assoluti e 13 giovanili; detiene 3 record italiani giovanili. Eppure anche al suo livello non sempre le medaglie vinte in competizioni internazionali sono poi valorizzate al rientro in patria: «Non basta lamentarsi: bisogna fare qualcosa di concreto, e poter far sentire la mia voce sui diversi canali comunicativi mi dà speranza».

Per l’atleta uno dei punti critici in Italia resta il fatto che la cultura sportiva faccia ancora fatica ad affermarsi nel tessuto sociale: «L’anno scorso, abbiamo ospitato gli europei di atletica ed era evidente la scarsa consapevolezza tra la gente su ciò che stesse accadendo o sulle atlete». La chiave per «entrare nel cuore della gente», sta in una migliore visibilità agli eventi sportivi e agli atleti coinvolti: «Nel nostro campo ci ancoriamo ad un testimonial, quando in realtà tutti noi sportivi abbiamo una storia da raccontare, a cui la gente può affezionarsi».

Il calcio italiano

Dall’atletica al calcio sempre nel confronto con quanto avviene fuori dai confini italiani. Sara Gama, classe 1989, ex calciatrice, ha debuttato nel suo nuovo ruolo di capo delegazione della Nazionale femminile italiana. Dal campo alla dirigenza per continuare a seguire la crescita di un movimento che deve anche a lei la visibilità che ha oggi. Restano negli annali i suoi discorsi al Quirinale nel 2018 per celebrare i 120 anni della Figc e nel 2019 dopo i Mondiali di Francia, quando davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e alla delegazione della nazionale femminile e maschile sottolineò l’orgoglio di quanto conquistato con le azzurre.

«Il calcio femminile – ha osservato Gama nell’incontro a Parma – sta cambiando alla velocità della luce. Il focus dei prossimi anni sarà aiutare i club a sostenere costi importanti e, al tempo stesso, lavorare alla base: bisogna aumentare la presenza sul territorio, creare nuove squadre e garantire a bambine e donne la possibilità di giocare». Federica Cappelletti, presidente della Serie A Women, ha invece sottolineato l’importanza del calcio femminile come «bene prezioso che si sta sempre più confermando un pilastro essenziale del nostro sport». Guardando al futuro, Cappelletti si è detta fiduciosa: «Sono certa che il calcio femminile otterrà i risultati che merita: la sua trasformazione in sport professionistico è stato un atto di coraggio che deve spingerci ancora più avanti. Dobbiamo continuare a investire in infrastrutture e opportunità».

È sull’intrattenimento calcistico che si è incentrato l’intervento di Stefano Braghin, Women’s football director Juventus. Braghin ha definito il confronto tra i campionati italiani e esteri «non alla pari. Il movimento italiano è relativamente giovane, e ci confrontiamo con club dall’esperienza ventennale. Ci difendiamo bene, ma qualunque riflessione sul calcio femminile non può prescindere dalla cronologia».

Non si deve cadere, però, nella “sindrome di Calimero”: «I Paesi avversari non sono frenati dal pregiudizio: è più facile per loro proporre uno sport femminile al pubblico e vederlo accolto». Per abbattere i pregiudizi in Italia si rende necessario «cambiare la retorica vittimistica: questo è uno sport professionistico e va raccontato come tale, altrimenti siamo noi stessi ad alimentare il pregiudizio».

Quando ci si eleva ad una visione nazionale è dunque improrogabile «presentare un prodotto di alto livello sportivo», senza scadere nel confronto con il calcio maschile. «Il tema – continua – è convincere il pubblico che il calcio femminile sia divertente: è fondamentale che la vittoria delle squadre femminile arrivi attraverso un gioco attrattivo». A remare contro questa attrattività, è il livello medio delle calciatrici italiane rispetto ad altri Paesi: «Un gioco bello deve essere interpretato da bravissime giocatrici: c’è bisogno di lavorare alla base, convincendo le bambine ad avvicinarsi al calcio con delle belle partite».

Swanson: i mondiali femminili di rugby

James Swanson, senior marketing manager della Women’s World Rugby Cup 2025 ha raccontato alla platea il lavoro portato avanti in occasione della coppa del mondo femminile di rugby, disputata lo scorso anno. Competizione che ha visto anche il raggiungimento di un traguardo storico: lo stadio Twickenham ha accolto lo scorso 4 ottobre ben 81.855 spettatori in occasione dell’incontro tra Canada e Inghilterra. Risultati ottenuti «portando il rugby in nuove sedi, come lo stadio di Sunderland per la partita inaugurale; e aumentando da 3 a 8 gli stadi impiegati rispetto alla precedente edizione».  La doppia giornata a Twickenham è stata la cartina tornasole del massiccio investimento a monte: ai quasi 82.000 spettatori per la finale, si devono aggiungere anche i 62.000 spettatori della partita per il terzo-quarto posto.

A detta di Swanson, il vero successo è stato allargare il pubblico e aprire le porte dello sport a chi prima non vi si avvicinava: «Abbiamo studiato i nostri tifosi e proposto immagini comunicative specifiche per le diverse sottocategorie: per gli appassionati, ci si focalizza su competizione e fisicità; per le famiglie, si usano immagini con focus sull’inclusione; per la fascia di età trai 18 e 35 anni, si pone l’accento sull’esperienza condivisa; con la Gen Z, implementiamo una comunicazione centrata sui valori, autenticità, social».

Sykes: il pubblico e lo streaming

«Nel calcio si parla per lo più di nuovi tifosi, affezionatesi allo sport due o tre anni fa; questi tifosi hanno di media 35 anni, più giovani rispetto ai 39 anni di media del calcio maschile; sono molto più orientati alla famiglia, e sono più distribuiti tra uomini e donne» ha osservato Miwa Sykes, lead consultant della società di marketing sportivo Two Circles.

Il quadro demografico del pubblico a livello europeo è importante per comprendere le potenzialità che questo sport ha per gli sponsor. Sykes ha racchiuso in tre messaggi le più convincenti conclusioni estrapolate dai dati: «Serve personalizzare i prodotti e l’esperienza della tifoseria femminile durante la partita. È inoltre importante attirare potenziali tifosi attraverso social media. Infine, serve dare più risalto agli eventi su scala europea e internazionale, non solo per quanto riguarda il calcio femminile ma anche altri per eventi sportivi al femminile».

La lead consultant di Two Circles ha colto l’occasione per commentare il recente acquisto da parte di Disney+ dei diritti di abbonamento paneuropei per lo streaming di tutte le partite UWCL (la Champions League femminile) dal 2025 al 2030, a seguito di una gara d’appalto indetta da Two Circles: «La partnership è un modo per far vedere a chi non è mai stato allo stadio che il calcio femminile può essere del buono spettacolo». Sykes ha inoltre sottolineato come questa rappresenti un’occasione per lo sport di avvicinarsi ad una tifoseria più giovane, accendendo la curiosità «non solo su dove giocare a calcio, ma anche su dove poterlo seguire». 

«Le donne nel calcio femminile hanno un grosso potere di mercato: molta della nostra ricerca si basa su come raggiungere queste tifose e, attraverso diverse strategie di brand e commerciali, consolidarle a presenze settimanali negli stadi» osserva Maya Herms, assistant vice president di Wasserman, società che lavora con talenti, marchi e proprietà in vari settori come sport, musica, intrattenimento e cultura. Una tra le vie percorse è l’adattamento degli stadi alle esigenze della tifoseria, ad esempio «creando spazi appositi per i passeggini», così da rendere il calcio non solo un momento di intrattenimento ma anche di inclusione nei confronti di famiglie con bambini anche piccoli.

L’impegno di Parma per il calcio femminile

Nel pomeriggio, ha portato i suoi saluti il sindaco di Parma Michele Guerra, che ha ricordato gli investimenti dell’attuale presidente del Parma Calcio 1913 Kyle J. Krause sul calcio femminile, capace di «trascinare l’intera città con sé: è aumentato il calore del tifo e il dibattito, che cerchiamo di accompagnare come Comune portando questi temi nelle scuole».

Federico Cherubini, Ceo Parma Calcio 1913, ha evidenziato il grande investimento del presidente nel club femminile: «Il calcio femminile è una priorità per il nostro Club: siamo stati i primi ad iscrivere una Seconda Squadra femminile. Mi auguro che questo non possa essere un evento isolato, e che in futuro si possa pensare a giornate come questa per poter sviluppare assieme le priorità del calcio femminile».

Italia-Brasile 0-1

Allo stadio Ennio Tardini di Parma l’Italia ha perso il confronto con il Brasile: a consegnare la vittoria alle verdeoro è il gol al 68’ di Luany. Dopo la partita il ct italiano Andrea Soncin ha dichiarato: «Faccio i complimenti alle ragazze perché hanno fatto una prestazione di alto livello. Sono soddisfatto di quello che ho visto, abbiamo avuto varie situazioni che senza frenesia avremmo potuto sfruttare meglio. C’era la curiosità di vedere il livello raggiunto e posso dire di essere molto contento della risposta di tutta la squadra».

Il vanto per Parma è stata la convocazione di Caterina Ambrosini, capitana e difensora della prima squadra della città, nella rosa che ha disputato la partita alleo stadio Tardini.

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