Calcio paralimpico, in Veneto i ragazzi sono tornati in campo con la Coppa Alkeemia

Ancora oggi esistono poche realtà che offrono la possibilità di praticare sport paralimpico, specialmente nel calcio. «Questo costringe molti genitori a percorrere lunghi chilometri, per dare ai loro figli la possibilità di fare sport. Quando mio figlio, che è affetto da Disturbo non verbale (Dnv), era piccolo ho trovato tante porte chiuse. Dicevano che non era il posto giusto per lui». Sono le parole dell’avvocato Tania Busetto, fondatrice dei ForMeDAbili, una squadra che è anche un’iniziativa dedicata al calcio per soggetti diversamente abili, con la volontà di creare uno spazio di incontro e formazione per i disabili intellettivi relazionali: ragazzi autistici, con sindrome di Down o patologie simili, disabilità psichica. «Credo fermamente – afferma Busetto – che lo sport debba essere accessibile a tutti, senza barriere, perché rappresenta un’occasione fondamentale di crescita personale, integrazione e condivisione“.

La Coppa Alkeemia

Il progetto di Tania Busetto ha collaborato alla seconda edizione della Coppa Alkeemia, un torneo di calcio che sabato 5 ottobre ha visto protagoniste cinque squadre composte da atleti con disabilità ed è promosso dall’azienda Alkeemia, uno dei maggiori produttori europei di acido fluoridrico e fluoroderivati, che dopo il battesimo dello scorso anno ha voluto portare la coppa a Dolo, città in provincia di Venezia.

In Veneto il movimento paralimpico ha un ruolo di importanza, come dimostrato dai 19 atleti che hanno preso parte ai Giochi di Parigi. Alkeemia ha dato vita a un momento di aggregazione per contribuire al sostegno di famiglie e giovani diversamente abili, dedicando loro una giornata ricreativa e di celebrazione.

Nello stadio comunale Walter Martire di Dolo, si è svolta la manifestazione calcistica in cui si sono sfidate squadre composte da giovani diversamente abili, uniti dalla passione per lo sport e dai valori che questo rappresenta: uguaglianza, solidarietà e aggregazione.

Dentro e oltre il campo da calcio

Durante l’evento si sono affrontati i ForMeDAbili di Spinea (Ve), il Montebelluna (promosso dall’associazione Sport Life Onlus), gli Imparabili di Rovigo, la rappresentanza Sport IN Veneto – ASD di Treviso e l’ASD Format Ferrara (realtà affiliata al Coni), che ha vinto in finale (3-1) sulla squadra veneziana.

I match si sono svolti all’insegna dell’amore per lo sport e il calcio. Tutte le squadre e gli atleti, uniti dalla propria passione, sono stati premiati da Alkeemia come vincitori, al di là del risultato.

«Vedere qui oggi presenti bambini e ragazzi con disabilità che si divertono e rincorrono i loro sogni – ha sottolineato Lorenzo Di Donato, Ceo di Alkeemia – è una grande gioia per tutti noi. Vogliamo fare aggregazione. Questi ragazzi hanno bisogno di passare del tempo insieme, divertirsi giocando. Non c’è miglior vettore dello sport per unire i giovani, veicolando messaggi sani di inclusione e sostenibilità. La risposta dei giovani è entusiasta e questo ci dà la voglia di proseguire e ampliare questo progetto nel corso del tempo, continuare a prestare sostegno concreto alle comunità in cui operiamo».

Un obiettivo, che va anche oltre il campo. L’associazione Eat’s Different di Venezia ha contribuito al progetto della Coppa per il catering: si tratta di una società nata nel 2020 con l’intento d integrare nel lavoro, in cucina come in sala, ragazzi con autismo o Sindrome di Down. E c’è anche Ocio che stampo, progetto veneto che mira a soddisfare l’esigenza dei ragazzi con abilità differenti, per trovare un modo per esprimersi nel contesto creativo.

ForMeDAbili, senza distinzione di genere e abilità

Il progetto dei ForMeDAbili nasce a Spinea, con l’obiettivo di dare la stessa opportunità formativa a tutti, senza distinzione di genere e abilità. Si può leggere nel significato di “ForMe D’Abili” o, in inglese, “For ME D’Abili”.
L’idea prende vita a settembre 2022 grazie all’avvocata Busetto ed è arrivata alla sua terza stagione calcistica ampliando il raggio d’azione: se nel primo anno ci si è soffermati esclusivamente sul calcio paralimpico, dalla scorsa stagione sono partiti contestualmente progetti di calcio paralimpico e calcio integrato (squadre miste tra ragazzi disabili e ragazzi normodotati).
«L’importanza del calcio integrato consiste nel sensibilizzare il territorio e i più giovani –  spiega Busetto – verso i loro coetanei diversamente abili, ma che hanno diritto a fare tutto ciò che un ragazzo compie quotidianamente».

Due allenamenti settimanali, coinvolgono per lo più adolescenti, ma non solo. Il team dei ForMeDAbili è composto da 20 atleti: il più piccolo ha 12 anni, il più grande 30. «Per il futuro desidero formare nuove unità calcistiche nel territorio – sostiene l’avvocata – per supportare le famiglie e concedere un momento di svago ai ragazzi, senza dover coprire lunghe distanze per avere questa opportunità. Al momento gli atleti sono affetti da disturbi intellettivi-relazionali, ma anche sotto questo aspetto il progetto punta a crescere, includendo sempre più ragazze e ragazzi anche con altre disabilità. Oggi mio figlio non si spaventa quando gli arriva un pallone, ha imparato a gestire le emozioni, a rispettare tante piccole regole e il prossimo. Sta insieme agli altri ed è quello che interessa a tutti i genitori».

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