Violenza sulle donne: ActionAid, mancano i fondi per la prevenzione

Maggiore attenzione al problema, risorse stanziate in aumento ma il numero dei femminicidi non accenna a diminuire. Cosa non funziona nel sistema di contrasto alla violenza di genere? Secondo l’analisi presentata da Action Aid una riposta sta nell’utilizzo delle risorse, che riflette un approccio emergenziale ma che non affronta il nodo strutturale, ovvero il necessario cambiamento culturale da più parti richiamato. Nell’analisi presentata da ActionAid, infatti, emerge che l’aumento delle risorse complessive si accompagna a una drastica diminuzione delle risorse destinate alla prevenzione, fondamentale per incidere in maniera profonda sulla cultura di prevaricazione e di disparità che è alla base della nascita delle dinamiche di violenza, con le misure finanziate che si concentrano sulla protezione delle donne e sull’evitare la recidiva. Misure fondamentali e ineludibili, certo, ma che concentrano l’intervento al momento in cui la violenza è già avvenuta, tralasciando tutto ciò che può essere fatto prima.

In 10 anni risorse aumentate del 156%, ma non cala il numero dei femminicidi

Dal 2013, con la ratifica della Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa e la conseguente adozione della legge 119/2013, l’Italia si è dotata formalmente di un
sistema antiviolenza. Dal 2013 a oggi, in 10 anni, le risorse economiche stanziate annualmente per prevenire e contrastare la violenza sono aumentate del 156%, si legge nel report di ActionAid dal titolo “Prevenzione sottocosto”. Nonostante l’aumento di fondi registrato nell’ultimo decennio, “il numero delle donne uccise da uomini in ambito familiare-affettivo è però rimasto sostanzialmente stabile nel tempo, evidenza che suggerisce l’inadeguatezza delle politiche antiviolenza adottate”, afferma il rapporto.

Fondi principalmente usati per la protezione, solo il 12% per la prevenzione

Nell’analisti dei fondi, il maggiore incremento (67%) si è avuto tra il 2020 e il 2023, periodo in cui le amministrazioni centrali hanno impegnato circa 248,8 mln di euro per prevenire e contrastare la violenza maschile contro le donne. L’81% delle risorse, ovvero circa 201 mln di euro, è stato riservato al finanziamento di interventi di protezione delle donne, il 12% alle azioni di prevenzione e il 7% alle azioni di sistema. “I dati – si legge nel report – confermano la scelta dei governi succedutisi negli ultimi quattro anni di finanziare soprattutto interventi in risposta alla violenza già avvenuta piuttosto che agire strategicamente per prevenirla. Si tratta quindi di decisioni politiche che non incidono direttamente sulle cause originarie della violenza, che affondano le radici nelle discriminazioni e disuguaglianze di genere prodotte da una diffusa cultura patriarcale che perpetua rapporti di potere sessisti e gerarchici, su cui è prioritario intervenire”. Nel dettaglio, per la prevenzione della violenza sono stati impegnati circa 30 mln di euro, di cui 13,8 mln di euro (44,6%) per azioni di prevenzione primaria; 36mila euro (0,1%) per azioni di prevenzione secondaria e 17 mln di euro (55%) per azioni di prevenzione terziaria.

I fondi per la prevenzione ad oggi mostrano un calo del 70% in un anno

Secondo i dati elaborati da ActionAid con i dati forniti delle amministrazioni centrali, sono stati impegnati sull’asse prevenzione 2,6 mln di euro nel 2020; 6,2 mln nel 2021, 17,1 mln nel 2022. Il dato del 2023 scende però a a 5 mln di euro, secondo i numeri del ministero dell’Istruzione e del Dipartimento Pari Opportunità e fanno riferimento a quanto stanziato fino al 15 ottobre. I numeri esaminati confermano “la necessità di stabilire con legge dello stato le risorse economiche da destinare alle politiche antiviolenza nella loro totalità e di superare quindi la prassi che vede le forze politiche presentare e approvare atti legislativi che non comportano nuovi oneri per la finanza
pubblica”, dice il rapporto.

L’azione politica e i finanziamenti che mancano

Anche l’esame dell’azione politica del Governo e del Parlamento in carica conferma la scarsa attenzione per la prevenzione e la mancanza di allocazione di fondi ad hoc. L’ultimo provvedimento, il disegno di legge Disposizioni per il contrasto alla violenza
sulle donne e contro la violenza domestica (A.C. 1294 – A.S. 923), approvato il 26 ottobre 2023 dalla Camera dei deputati e attualmente in esame al Senato, “ignora completamente la prevenzione primaria e contiene la clausola di invarianza finanziaria, ovvero non prevede ulteriori costi a carico della finanza pubblica”. In questa legislatura, solo 13 progetti/disegni di legge su 48 su questa tema, inoltre, prevedono una copertura finanziaria. Le norme proposte hanno riguardato prevalentemente temi afferenti alla punizione (37%) e, in misura inferiore, la protezione (27%), la prevenzione (20%) e le azioni di sistema (16%).

In conclusione, il rapporto sottolinea che è “pressoché assente una strategia di prevenzione di medio e lungo periodo che agisca sulla diffusa cultura patriarcale e maschilista del Paese, che produce discriminazioni e violenza contro bambine, ragazze e donne. Il cambiamento culturale tanto invocato dalle forze politiche della vecchia e della nuova legislatura non è attuabile a costo zero per l e casse dello Stato”. L’azione, quindi, si concentra su quando la violenza è già avvenuta.

La campagna di Action Aid

ActionAid con la diffusione della ricerca ha lanciato la nuova Campagna Black FreeDay, inaugurata il 13 novembre nel cuore di Roma insieme alla sua storica ambassador Claudia Gerini. Una maxi-affissione digitale in pieno stile Black Friday dove appare la cifra -70%. Dal fondo scuro si vede una donna uscire dall’ombra e insieme appare la scritta che spiega dove è stato applicato il “taglio”: sulla prevenzione della violenza di genere. ActionAid con la campagna Black FreeDay chiede al Governo una strategia di prevenzione di medio e lungo periodo che agisca sulla diffusa cultura maschilista in Italia, che produce discriminazioni e violenza contro le bambine, le ragazze e le donne.

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Se stai subendo stalking, violenza verbale o psicologica, violenza fisica puoi chiamare per avere aiuto o anche solo per chiedere un consiglio il 1522 (il numero è gratuito anche dai cellulari). Se preferisci, puoi chattare con le operatrici direttamente da qui.

Puoi rivolgerti a uno dei numerosi centri antiviolenza sul territorio nazionale, dove potrai trovare ascolto, consigli pratici e una rete di supporto concreto. La lista dei centri aderenti alla rete D.i.Re è qui.

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