Femminicidi, in crescita le donne uccise in famiglia

“Il corpo senza vita di una donna è stato ritrovato intorno alle 8.30, vicino agli ascensori al piano interrato di una palazzina in via del Ciclamino a Rimini. Sul posto la Polizia di Stato, la Squadra Mobile e la scientifica. L’ipotesi è che possa trattarsi di un femminicidio”.

Una breve agenzia Ansa, di ieri alle 12, per comunicare un nuovo omicidio di una donna. Un omicidio che, secondo gli inquirenti ha i connotati di un ennesimo femminicidio. E così i dati diffusi il 2 ottobre dal ministero degli Interni sono già vecchi. Il rapporto conta dal 1 gennaio al 1 ottobre 90 vittime donne (contro gli 85 dello stesso periodo del 2022), di cui 75 uccise in ambito familiare/affettivo; di queste, 47 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner.

Dati in crescita nel 2023

Per quanto attiene ai delitti commessi in ambito familiare/affettivo si evidenzia un aumento nell’andamento generale degli eventi, che passano da 101 a 115 (+14%), nonché delle vittime di genere femminile, che da 74 salgono a 75 (+1%). In aumento, rispetto allo stesso periodo del 2022, il numero degli omicidi commessi dal partner o ex partner, che da 49 diventano 51 (+4%), e quello delle relative vittime donne, che da 44 arrivano a 47 (+7%). Infine, nel periodo 25 settembre – 1 ottobre 2023 risultano essere stati commessi 11 omicidi, con 4 vittime di genere femminile uccise in ambito familiare/affettivo; di queste, 2 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner.

L’audizione della ministra Roccella

C‘è davvero una scia di dolore e morte che sembra a volte inarrestabile e che non ci può lasciare indifferenti. Sono storie che si somigliano l’una con l’altra, che colpiscono per una straziante drammaticità e a volte ci lasciano addosso la sensazione che si sarebbero potute evitare“. Così la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, Eugenia Roccella, in audizione alla Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere a San Macuto.
Tante vite possono essere salvate: questo deve essere il faro che ci guida come governo e Parlamento. Dobbiamo assolutamente favorire e proteggere le donne che subiscono violenza, promuovere un cambiamento culturale e trovare strumenti concreti perché abbiano salva la vita” aggiunge Roccella, che chiosa: “La normativa italiana è tra le più avanzate ma l’esperienza sul campo ne ha mostrato le falle“.

Le polemiche sul Codice rosso

Sulla normativa italiana è intervenuta anche la presidente della commissione bicamerale Femminicidio e Violenze di genere, Martina Semenzato: “Il codice rosso aiuta le donne e non ingolfa nessuno. E’ tempo che ognuno si prenda la propria responsabilità, in tema di violenza di genere. Pur consapevole delle difficoltà correlate al carico di lavoro delle procure  la previsione che impone al pubblico ministero di sentire la persona offesa entro tre giorni dalla comunicazione della notizia di reato è fondamentale per assicurare una tutela immediata alle donne in pericolo. Solo il pubblico ministero, a differenza della polizia giudiziaria, può chiedere la misura cautelare al giudice“.
L’ascolto della vittima da parte del pm, lungi dall’essere un inutile incombente burocratico, diventa un indispensabile passaggio per l’adozione della misura più idonea a salvare la vita delle denuncianti. L’inerzia di taluni uffici della procura ha imposto l’ulteriore intervento del legislatore che con la legge 122, entrata in vigore ieri, ha conferito al procuratore il potere di sostituire o sostituirsi al pm nell’ascolto della persona offesa. Ritengo che il tema della violenza di genere non dovrebbe essere strumentalizzato né prestare il fianco a facili politicizzazioni. Dobbiamo lavorare tutti per lo stesso obbiettivo: tutelare le donne“, conclude Semenzato.

Gli investimenti per la lotta alla violenza contro le donne

E’ in via di finalizzazione il nuovo decreto per l’annualità 2023 dei fondi per le azioni contro la violenza sulle donne. Per ottimizzare tutte le risorse disponibili sul bilancio del Dipartimento, si sta lavorando per incrementare ancora la somma a base del riparto, sia a vantaggio dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio, sia prevedendo una nuova linea di intervento per promuovere l’empowerment delle donne vittime di violenza. Questa è la nuova linea su cui stiamo cercando di concentrare i fondi: sostenere le vittime di violenza significa offrire loro strumenti per ripartire, ricostruire la propria vita, raggiungere l’indipendenza e puntare a una realizzazione personale” ha spiegato la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità in audizione, procedendo poi:  “C‘è un ulteriore incremento per i Centri antiviolenza, strutturale, di 4 milioni, che diventano 6 milioni nel 2024. Quindi c‘è stata una forte attenzione alla possibilità dei Centri antiviolenza di continuare con tranquillità la propria attività“.
Roccella ha evidenziato come la manovra 2023 “ha incrementato i fondi a sostegno del Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne di 10 milioni di euro l’anno a partire dal 2023: da quest’anno le risorse ammontano a 15 milioni di euro, con destinazioni molto concrete in particolare per le Case rifugio e Centri antiviolenza. Sul riparto dei fondi a seguito del Dpcm del 22 settembre, sono stati ripartiti 40 milioni, 30 dei quali riservati ai centri e alle case rifugio, altri 10 milioni sono stati recuperati da vecchi fondi non utilizzati“.
Le risorse sono state materialmente trasferite alle Regioni tra maggio e giugno 2023, in anticipo di circa due mesi rispetto agli anni precedenti. Le somme dovranno essere impiegate entro il 31 dicembre 2024. – ha concluso Roccella – A proposito del loro utilizzo da parte delle Regioni, l’intenzione è potenziare ulteriormente il monitoraggio, con scopo costruttivo“.

Si è affievolito il movimento delle donne?

Il tema della violenza contro le donne è un tema trasversale che non conosce colori politici, nè battaglie di parte, deve vederci tutti uniti per fermare questa spirale di dolore e di violenza e per promuovere la libertà femminile. Io penso che oggi ci sia un difetto o un affievolirsi dell’elaborazione sui rischi che oggi corrono le donne e la libertà femminile. Io penso che oggi ci sia un sovrapporsi di vecchie forme di oppressione e di patriarcato e nuove forme di patriarcato che però non si elidono cioè le nuove forme non è che scacciano le vecchie, anzi si sovrappongono, si mescolano. E con l’affievolirsi anche della forza del movimento delle donne, si è affievolita anche l’elaborazione e la concettualizzazione” sottolinea Roccella durante la sua audizione in Commissione Bicamerale Femminicidio.
Su questo devo dire che c‘è stato da parte di questa commissione invece una importante elaborazione e un’introduzione nel linguaggio diffuso di concetti che – ha aggiunto – sono diventati abbastanza di uso comune perchè è fondamentale il linguaggio. Oggi parliamo di violenza economica e sappiamo di cosa si tratta. Abbiamo inserito dei concetti e delle elaborazioni importanti e questo contribuisce moltissimo alla consapevolezza del problema ed quindi anche all’adeguamento degli strumenti per combattere questo problema. E quindi ringrazio per quanto è stato fatto e so che con la nuova presidenza e con il fatto che la commissione è diventata bicamerale, quindi più centrale, più importante, esono convinta che questo lavoro sarà condotto con altrettanta capacità e attenzione“.

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Se stai subendo stalking, violenza verbale o psicologica, violenza fisica puoi chiamare per avere aiuto o anche solo per chiedere un consiglio il 1522 (il numero è gratuito anche dai cellulari). Se preferisci, puoi chattare con le operatrici direttamente da qui.

Puoi rivolgerti a uno dei numerosi centri antiviolenza sul territorio nazionale, dove potrai trovare ascolto, consigli pratici e una rete di supporto concreto. La lista dei centri aderenti alla rete D.i.Re è qui.

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