“Tende in piazza”: riprende la protesta degli studenti milanesi contro il caro affitti

L’occupazione della Casa dello Studente di viale Romagna a Milano- Giugno 2023

Gli studenti tornano nelle aule universitarie, ma anche nelle tende in piazza per protestare contro il caro affitti. A Milano, davanti al Politecnico, torna il movimento che ha preso il via grazie all’iniziativa di Ilaria Lamera, studentessa bergamasca ventitreenne che lo scorso 3 maggio ha piantato la sua tenda fuori dal Politecnico di Milano vivendoci per poco meno di una settimana.

E non è un caso che la protesta sia cominciata proprio a Milano, dove gli affitti stellari la rendono la più cara tra le città per universitari: 628 euro di media al mese per l’affitto di una stanza singola. Secondo Immobiliare.it, sono più di 160 euro di differenza rispetto alle altre due città sul podio: Bologna con 467 e Roma con 452 euro.

La risposta delle istituzioni

Finora abbiamo sentito tante parole e pochi fatti e il governo non ci ha mai dato una risposta“, ha raccontato Lamera ai microfoni di Radio24. Di contro l’assessore alla casa Maran ha risposto che gli studenti hanno ragione: “Con i ragazzi abbiamo un dialogo serrato, fanno bene a protestare e a chiedere a tutte le istituzioni di fare il massimo possibile per cambiare le cose” ha detto a Radio24. Aggiungendo che a oggi sono state di due tipi le risposte del Comune: il nuovo accordo sul canone concordato e il progetto dello “studentato diffuso”. Quest’ultimo prevede l’utilizzo di case popolari da affittare a 250-300 euro al mese.

Abbiamo fatto una proposta che si è quantificata in circa 650 posti letto/stanze, abbiamo presentato una proposta al Ministero dell’Università da cui aspettiamo una risposta per i finanziamenti” prosegue Maran intervistato da Livia Zancaner a Radio 24.

Nel frattempo a maggio, proprio a ridosso dell’inizio delle proteste, è stato avviato il bando per il sostegno agli affitti (rivolto ai nuclei e ai giovani under 35), e il Sostegno Affitti Genitori 2023: una misura rivolta ai nuclei residenti a Milano, in affitto sul libero mercato, con ISEE massimo di 30.000€ e con presenza di almeno un componente “under 35”, che a partire dal 1 gennaio 2023 hanno visto la nascita di un figlio o l’adozione di un minore. La misura prevede l’erogazione direttamente al proprietario dell’alloggio in locazione di un contributo economico massimo complessivo di 9.000€, suddiviso in tre annualità (3.000€ all’anno), a parziale copertura dei canoni di locazione.

In totale, i fondi a disposizione sono 3,3 milioni di euro. Significa che potranno accedere agli aiuti circa 360 famiglie, secondo i dati e le proiezioni. Con questi provvedimenti si sta cercando di intercettare due delle emergenze che colpiscono le città in modi diversi, il caro affitti e la bassa natalità. Ma, come già detto in passato, le politiche di bonus e sostegni, da sole, non sono sufficienti, se non accompagnate da una visione più ampia e strutturale.

Il ritorno in piazza annunciato

Gli studenti e le studentesse a Milano sono al momento 220mila, di cui 70mila fuori sede. Per il 22 settembre è previsto un incontro a palazzo Marino tra studenti, rettori e il sindaco Giuseppe Sala, ma nel frattempo si svolgerà nel weekend un’assemblea nazionale. Il Movimento Tende in Piazza ha infatti annunciato per il 16-17 Settembre, in Piazza Leonardo da Vinci a Milano, due giorni di discussione sul diritto all’abitare.

Saranno diversi i tavoli per parlare non solo di locazioni, ma anche dei processi di gentrificazione delle città, e della “turistificazione“, ossia quell’uso già ampiamente diffuso di trasformare le soluzioni abitative in locazione, in spazi per gli affitti brevi a scopo turistico. Un costume che sta contribuendo prepotentemente a precarizzare le giovani generazioni, ma anche le famiglie e i singoli che non possono permettersi i costi degli affitti gonfiati dal mercato. D’altra parte l’housing sociale fatica a decollare, anche se nei dibattiti resta una delle soluzioni più gettonate.

Ecco perchè “Martedì pomeriggio rimontiamo le tende e continuiamo a protestare come abbiamo fatto a maggio” ha spiegato Lamera a Radio 24: “Da una parte abbiamo sentito tante parole, soprattutto dal Comune, ma pochi fatti. Dal Governo non c’è proprio mai stata una risposta. Come mai i fondi del Pnrr sono stati rimandati? Perchè proprio su questa tematica così calda nei mesi precedenti“? Gli studenti e le studentesse attendono risposte.

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