Neolaureati e neolaureate: a volte sono le donne che guadagnano di più

Prof, ma in pratica c’è qualche caso in cui le donne guadagnano più degli uomini o questo evento è possibile solo in teoria?

Questo evento si verifica anche nella realtà, qualche rara volta, e in tal caso si parla di reversal del gender pay gap. Ad esempio, succede che in alcune classi di laurea[1], al primo impiego, le neolaureate abbiano una retribuzione media mensile netta maggiore di quella dei neolaureati (Tabella 1), anche se per l’insieme degli occupati la differenza di retribuzione è del 13,8% a vantaggio della componente maschile.

Tabella 1 – Numero di laureati, retribuzione media mensile netta e gender pay gap nelle classi di laurea in cui la differenza di retribuzione è a vantaggio della componente femminile.

Fonte: ns. el. su dati Almalaurea 2021

Prof, ma non sono poche! Questa generazione di laureate potrebbe riuscire ad azzerare il gender pay gap?

Non sarei così ottimista … In primo luogo, nelle restanti 73 classi di laurea, cioè nella maggior parte dei casi, il gender pay gap resta a favore del genere maschile, e le differenze non sono di poco conto. Ad esempio, tra i quasi seimila laureati in psicologia, che sono donne nell’83% dei casi, la differenza nella retribuzione è pari al 17% fin dal primo impiego, e tra i mille e più laureati in servizio sociale e politiche sociali, dove la componente femminile supera il 93%, la retribuzione di quei pochi laureati di genere maschile supera del 23% quella delle laureate nella stessa disciplina.

Ma, soprattutto, le prospettive di azzeramento del gender pay gap appaiono meno prossime se si considerano i dati sulle retribuzioni a 5 anni dalla laurea invece che a 1 anno: il vantaggio delle laureate scompare in 11 delle 12 classi elencate nella Tabella 1; solo ingegneria elettrica mantiene la differenza di retribuzione a favore delle laureate (- 0,6%), e complessivamente, per l’insieme degli occupati, la differenza di retribuzione 5 anni dopo la laurea aumenta ancora rispetto al dato registrato ad 1 anno del conseguimento del titolo (15% contro 13,8%).

Prof, ma allora questa partenza brillante nel percorso di carriera delle laureate non porta a niente?

Non sarei così pessimista … solo 5 anni fa, la differenza nelle retribuzioni tra laureate e laureati era più del 21% contro il 14% attuale, e le classi di laurea in cui il gender pay gap era a favore della componente femminile erano la metà di quelle di adesso. Inoltre, è vero che il vantaggio delle laureate scompare nelle retribuzioni a 5 anni dalla laurea, ma ricompare in classi diverse, sia pure in un esiguo numero di casi e in misura più contenuta: oltre alla conferma di ingegneria elettrica (-0,6%), infatti, presentano un gender pay gap a favore della componente femminile le classi di antropologia culturale ed etnologia (- 1,6%), biotecnologie agrarie (- 5,6%), filologia, letterature e storia dell’antichità (- 0,1%) e teorie della comunicazione (- 0,2%).

Questi dati ci dicono che i progressi nella riduzione del gender pay gap non sono lineari, e anche se la direzione del cambiamento sembra essere quella giusta, la strada è ancora lunga, e molto dipenderà da ciò che sapremo fare …

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[1] Sono escluse le classi con un numero di laureati inferiore a 100.

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