Parità di genere, Milano negli appalti premia le imprese virtuose

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Premiare i migliori, chi dimostra di investire – veramente – nel talento femminile e nella partecipazione delle donne al mondo del lavoro. Come? Con un vantaggio specifico nei bandi comunali. Il progetto parte da Milano che diventa a tutti gli effetti il primo Comune in Italia a gratificare le aziende che si dotano della certificazione per la parità di genere, recentemente annunciata dalla ministra Elena Bonetti.

Il meccanismo è semplice: negli appalti lanciati da Palazzo Marino, verrà attribuito un punteggio specifico alle aziende certificate. Il valore della premialità varierà a seconda del bando, ma riguarderà tutti i bandi, non solo quelli collegati al PNRR – che pure scommette sulla maggiore occupazione delle donne, chiedendo alle imprese che contano più di 15 dipendenti, di rendicontare le condizioni della forza lavoro, garantendo parità salariale e rispetto dei principi del codice sulle pari opportunità.

La certificazione di genere, che diventerà con tutta probabilità operativa a partire da settembre e sarà finanziata con 50 milioni di euro l’anno, valuterà le imprese in sei aree e su 33 indicatori (dalla cultura alla governance, dai processi HR alle opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda, dal gender pay gap alle misure per la genitorialità e la conciliazione vita-lavoro). Unico vulnus: non sarà obbligatoria, ma su base volontaria. Il modello Milano intende però aprire subito la strada alle sue ricadute concrete.

Per quanto Milano sia una città in cui la partecipazione delle donne al lavoro è più alta che nel resto d’Italia (tasso di occupazione al 66%, in linea con la media europea), si conta comunque un 30% di part-time, per i due terzi involontari. Non solo, a fronte di un reddito medio maschile di 44 mila euro, le donne si fermano a 26 mila euro. La strada da fare, quindi, è ancora lunga.

«Le donne sono state una delle categorie che ha più sofferto negli ultimi due anni, ne siamo consapevoli. Così come siamo consapevoli del fatto che proprio il Comune, con i suoi 14.500 dipendenti, è a tutti gli effetti la prima azienda della città metropolitana. Vogliamo, quindi, mettere in pratica misure efficaci e innescare meccanismi virtuosi. La premialità – commenta l’assessora a Lavoro e Sviluppo Economico, Alessia Cappellosi inserisce infatti nel più ampio progetto del Patto per il Lavoro, con cui stiamo valutando molte altre azioni, come piani di welfare, riconversione di spazi per asili nido e stage retribuiti».

E per far sì che il cambiamento possa arrivare ovunque, Palazzo Marino, sta dialogando con tutte le realtà di settore, così da sensibilizzare non solo le grandi aziende ma anche le PMI e le micro-imprese.

«Da donna impegnata in un settore che per lungo tempo è stato ritenuto prettamente maschile, sogno un futuro, molto prossimo, in cui parlare di parità non significhi più denunciare delle mancanze, ma piuttosto prendere atto di una nuova normalità, finalmente positiva e inclusiva. Perciò ragazze non tiratevi indietro. Il cambiamento, questa volta, è davvero possibile» conclude l’assessora.

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