Economia, tutti producono qualcosa di utile anche le persone anziane

 

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Prof, lo segna errore se scriviamo che i vecchi sono improduttivi?

E’ perché dimostriamo così di non avere rispetto per i vecchi?

No, è perché dimostrate così di non sapere l’Economia.

Ma come fanno a produrre, se sono fuori dal mercato del lavoro, fuori dalle aziende, cioè fuori dai luoghi della produzione?

Fuori dai luoghi della produzione per il mercato, non della produzione di beni e servizi in senso lato.

Nel 1981 Gary Becker pubblica A Treatise on the Family, e per quello riceve nel 1992 il premio Nobel per l’Economia: ”per aver esteso il campo dell’analisi microeconomica ad un’ampia sfera del comportamento e dell’azione reciproca umana, includendo il comportamento non di mercato”. Nella Prize lecture Becker commenta così la sua impresa: “Scrivere il Trattato sulla Famiglia è stato l’impegno di ricerca più difficile che io abbia mai intrapreso. … Cercare di coprire la vastità dell’argomento ha richiesto un impegno mentale di più di 6 anni, che mi ha occupato le ore del giorno e della notte e che mi ha lasciato intellettualmente ed emozionalmente esausto” (p. 46).

Dopo Becker, pertanto, anche la famiglia deve essere considerata come un contesto istituzionale, diverso dal mercato, in cui si realizza una produzione di beni e servizi identica a quella di mercato dal punto di vista dell’utilità, ma non intermediata dal denaro. La famiglia è assimilabile ad una piccola impresa che produce pasti, salute, bambini, competenza, autostima, e così via, usando a tale scopo beni e servizi acquistati sul mercato unitamente alle risorse di tempo, impegno, abilità e conoscenze dei suoi componenti. Ad esempio, spiega Becker, l’utilità che deriva ad un individuo da un buon sonno ristoratore è prodotta con input di tempo libero e beni acquistati sul mercato come cuscini e coperte, letto e materasso, e, se necessario, un sonnifero; similmente, l’utilità che si ricava dal vivere in una casa ben pulita è prodotta con input di tempo libero dal lavoro per il mercato e beni acquistati sul mercato come secchio e spazzolone, aspirapolvere e prodotti per le pulizie.

La produzione familiare complessiva si determina con la massimizzazione di una funzione di utilità definita sull’insieme dei beni, dati i prezzi e sotto un vincolo sulla dotazione delle risorse. Una famiglia dotata di una tecnologia di produzione più efficiente gode di maggior benessere, poiché è capace di produrre maggiori quantità o migliore qualità di beni e servizi.

Becker (1987) sottolinea una caratteristica significativa che distingue la produzione domestica da quella per il mercato: “Le famiglie sono altrettanto importanti come produttori quanto lo sono come consumatori. Il loro ruolo primario é quello di fornire nuove generazioni crescendo i figli, ma é anche quello di aiuto reciproco tra i membri in caso di malattie, anzianità, disoccupazione, ed altre vicissitudini della vita” … “In verità, la principale caratteristica che distingue le famiglie dalle imprese e dalle altre organizzazioni è il fatto che le allocazioni all’interno delle famiglie sono ampiamente determinate dall’altruismo”.

Nel contesto familiare, è il comportamento altruistico che spiega “i sacrifici dei genitori per aiutare i figli, e vice versa … Le interazioni tra mariti, mogli, genitori e figli sono più spesso motivate da amore, responsabilità, senso di colpa e senso del dovere che dal proprio tornaconto inteso in senso stretto” (Becker 1993), ma “la nostra comprensione delle implicazioni che ne derivano é solo all’inizio. Eppure una comprensione più completa é essenziale per poter analizzare compiutamente il comportamento e l’evoluzione delle famiglieBecker (1987).

Quest’ultima considerazione non riguarda però il principale contributo della teoria, cioè l’affermazione del valore economico della produzione familiare, che resta lo stesso della produzione di mercato per beni e servizi di pari caratteristiche; ad esempio, una pizza cucinata in famiglia è equivalente a quella servita al ristorante, purché sia ugualmente buona, cioè purché il consumatore finale ne ricavi la stessa utilità.

Per questo possiamo dire che tutte le persone che si dedicano alle attività domestiche e al lavoro di cura sono produttive dal punto di vista economico. Anche le persone anziane, che soprattutto nelle famiglie in cui vivono sole, o in coppia, usano le loro risorse personali per produrre da sé quello che serve alla loro vita quotidiana (pasti, pulizie, medicine, assistenza, cure, ecc.); se non lo facessero, qualcun altro dovrebbe farlo per loro, o dovrebbero vivere o sopravvivere con meno.

  • Paola |

    Un grande contributo ad un tema sociale fondamentale: la famiglia! Di certo la tentazione a classificare i nonni “improduttivi” è forte, ma questo dipende dalla mancanza di politiche adeguate per la famiglia che ne sostengano la costruzione, ovvero un ritorno ad una crescita demografica. Se la maggioranza della popolazione è sempre più rappresentata dagli anziani, in modo ipocrita, si cerca di alleggerirne il peso economico per la “società attiva e produttiva”, ma è pura ipocrisia, si vuole nascondere il vero problema.

  • Alessandro |

    Il “lavoro in famiglia” non pagherà le vostre pensioni e il debito pubblico. SVEGLIA!! Uscite da quelle cattedre e date un occhio a cosa vuol dire produrre, vendere, pagare tasse e contributi per mandare avanti una nazione. Il sogno degli anni ’80 è finito!! SVEGLIA!!

  • Simona Giancani |

    Condivido a pieno l’argomentazione trattata per esperienza diretta in quanto gli over hanno una marcia in piu tra competenza e soggetta e potrebbero essere promotori di insegnamento ai nostri neo laureati. Cosa dire poi del lavoro delle casalinghe non riconosciuto ma stimato come retribuzione pari a € 3.000,00 mensili . Il mondo gira diversamente sbagliando ci adeguiamo a dei canoni che non ci appartengono. Un caro saluto. Grazie e buon lavoro. Simona

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