Covid-19, in arrivo norma per far stare a casa un genitore per minore

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“È in fase di definizione una norma che prevede la possibilità per uno dei genitori, in caso di chiusura delle scuole, di assentarsi dal lavoro per accudire i figli minorenni”.

La viceministra all’Economia Laura Castelli ieri, dopo la decisione di chiudere le scuole per l’emergenza Coronavirus, ha parlato dell’ipotesi di trovare una soluzione perché uno dei due genitori di un minore si possa assentare da scuola. D’altra parte la terza settimana di scuole chiuse inizia davvero a pesare sulle famiglie. In modi diversi, ma pesa:

In famiglia, nelle relazioni con i nonni (per chi le ha). Chiedere uno sforzo straordinario a quei nonni, che magari già normalmente si occupano dei bambini dopo l’orario scolastico, può passare se si tratta di qualche giorno, una settimana. Ma tre sono un tempo infinito in giornate da riempire senza avere come alleati oratori, biblioteche, corsi vari, sport. Senza contare, poi, che insegnanti e professori hanno ricevuto indicazioni sul non interrompere l’attività didattica, che spesso si traduce con una caterva di compiti da svolgere prima di tornare sui banchi. Un impegno nell’impegno per i nonni;

Economicamente, per tutte quelle famiglie che si devono affidare a babysitter per colmare il vuoto delle scuole. Se facciamo un conto approssimativo di 8 euro all’ora per 8 ore più una di viaggio al giorno, viene una spesa di 72 euro. Moltiplicate per le 3 settimane, quindi 15 giorni, fanno una spesa per famiglia di 1080 euro. Tenuto conto che lo stipendio medio di un operaio, secondo l’ultimo report del Jp Salary Outlook basato su dati OCSE, è di circa 1469 euro e quello di un impiegato di 1681, la spesa per 3 settimane di babysitter risulta assolutamente insostenibile;

Sul lavoro, perché ammettiamolo, il decreto prevede lo smart working anche senza accordo individuale pregresso, ma se le aziende non sono adeguatamente attrezzate vuol dire fare i salti mortali per riuscire a portare a casa la giornata. Non solo. La concentrazione con i figli in giro per casa, non può essere la stessa. Fare una call diventa una corsa ad ostacoli, consegnare una presentazione nei tempi è un’impresa. E se poi uno/a lavora nell’amministrazione di una piccola media impresa e ha bisogno di andare in ufficio per avere il sistema a disposizione, anche le ore in ufficio non sono quelle di sempre, intervallate dalla telefonata della babysitter che non riesce ad entrare nel registro elettronico, del nonno che chiede quali sono i quadretti di seconda elementare per il quaderno da acquistare, del figlio che vuole guardare un’ora di tv in più e deve chiedere il permesso a mamma e papà;

Sul percorso scolastico, perché per quanto ci si ingegni con lezioni in videoconferenza su Google meet, video spediti whatsapp, test online da consegnare entro la scadenza e interrogazioni via Skype, lo sappiamo tutti che al rientro il programma scolastico risulterà aver subito un brutto stop e che per recuperare spiegazioni, valutazioni e verifiche bisognerà correre e chi rimarrà indietro, rimarrà indietro;

Psicologicamente, perché non trovare soluzioni adeguate e percorribili e dover passare tre settimane a tamponare giorno per giorno una non normalità qualche colpo alla nostra stabilità o dà. Perché i ritmi e le abitudini rassicurano e non solo i bambini.

Insomma, a conti fatti la decisione delle scuole chiuse per settimane (perché non è neanche detto che il 15 marzo sia il termine definitivo dopo il quale si tornerà a lezione) sta pesando tutta (o in molta parte) sulle famiglie, che poi sono le stesse che dovranno affrontare un’eventuale recessione (perché l’ipotesi diventa sempre più probabile a sentire alcuni economisti). E allora la coperta è corta, si sa, e si cercano sempre soluzioni che non abbiano bisogno di copertura finanziaria, ma questa volta bisognerà mettere mano al portafoglio. Ieri il Fondo Monetario Internazionale ha detto di aver stanziato 50 miliardi di dollari per fronteggiare il coronavirus. L’Italia è fra i Paesi più colpiti al mondo e questo dovrebbe darle un accesso a quei fondi. Parte di essi potrebbero allora andare alle famiglie, magari trovando il modo di sostenere questa emergenza.

  • Sabrina |

    Buon giorno lavoro nella scuola e devo andare perché tengo dei bambini disabili chiedevo se posso lasciare mia figlia a una amica nello stesso posto dove insegno? Io devo prendere la macchina per andare nel posto di lavoro

  • Elena Postiglione |

    Sono una figlia di 60 anni con u a mamma di 88che vive con me. Posso rischiare di contagiare mia madre con il covid visto che sono un insegnante??? Delle persone anziane come sempre non si parla

  • Azizi hajer |

    Salve sono mama di una bambina disabilità non lavora già ma per il covid 19 mi aspetto bunis babby siter anche perché mio marito non lavora

  • Enzo Balli |

    dobbiamo accudire nipote di 2 anni abita a 3 km da casa nostra ma possiamo tenerlo il giorno da noi poi la sera viene mamma a riprenderlo nessuno lo può impedire ??

  • Marinella |

    Mia figlia lavora in smart working ma ha bisogno di me x badare la bimba di circa 9 mesi altrimenti non riesce a lavorare. Possi recarmi giornalmente presso la loro abitazione per questo motivo senza incorrere in sanzioni?

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