I tre segreti dell’innovazione (che i genitori conoscono benissimo)

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Costa circa 5mila euro e dura tre settimane intensive (48 ore d’aula e 40 ore di attività didattiche pratiche): è un esempio di corso in Creatività e innovazione offerto da una business school italiana. Le aziende ne hanno sempre più bisogno: parlando di creatività e innovazione non si riferiscono solo alla capacità di produrre idee nuove, ma anche all’abilità di gestione di un cambiamento continuo che richiede agilità mentale, propensione alla sperimentazione, abitudine all’incertezza, capacità di apprendere dagli errori e di risolvere problemi sempre nuovi e sempre più complessi.

zezza6Se la lista vi è familiare – e anche nella vostra azienda queste competenze sono ricercatissime nei nuovi assunti e oggetto di investimento continuo per la popolazione manageriale – è utile che sappiate che questa settimana è nato un osservatorio che non ha precedenti nel mondo aziendale e della ricerca: si tratta dell’Osservatorio sulla Genitorialità come palestra di management lanciato il 10 giugno da Valore D – la prima associazione di imprese che promuove l’equilibrio di genere e una cultura inclusiva in Italia – e Life Based Value, la società che ha creato e vende alle aziende il metodo di apprendimento MAAM ( e di cui sono fondatrice e amministratrice delegata).

L’osservatorio nasce con l’intenzione di osservare l’invisibile, ossia tutte quelle competenze uniche e preziose (anche) per il mondo del lavoro che la nascita di un figlio allena e migliora, e che i genitori potrebbero usare come punti di forza per lavorare meglio e proporsi anche – perché no – per scatti di carriera riservati a chi queste competenze le allena invece con master e corsi professionali.

zezza3Ma è davvero la stessa cosa? Molto dipende – è questa l’ipotesi dell’Osservatorio – dal modo in cui viene vissuta l’esperienza genitoriale. Se il corso citato sopra alterna un numero uguale di ore di teoria e di pratica, anche la genitorialità potrebbe aver bisogno di una sua “teoria” per trasformare le sfide della vita quotidiana in pratiche di apprendimento.

zezza2L’Osservatorio raccoglie i dati di 16 aziende iscritte a Valore D: in totale a oggi 3.396 madri e padri che stanno vivendo l’esperienza genitoriale all’interno della cornice del programma MAAM, che ha proprio l’effetto di attivare la consapevolezza teorica necessaria a re-incorniciare le esperienze della vita quotidiana come momenti di costante e continuo apprendimento: il cosiddetto “life based” learning. Il primo rapporto prodotto dall’Osservatorio ha esplorato il potenziale di questa inaspettata palestra in termini di sviluppo delle competenze dell’innovazione. Sui tre principali tratti che caratterizzano le capacità innovative, i genitori si rivelano dei veri e propri esperti:

1) visione del futuro: già Ann Crittenden, nel suo “Se hai cresciuto dei figli, puoi gestire tutto” diceva che:

C’è una categoria di competenze genitoriali che rientra nella categoria delle crescenti capacità umane: (…) la capacità di articolare una visione e di ispirare gli altri affinché si uniscano nel creare ed eseguire tale visione”.

E in effetti la ricerca conferma che “Avere dei figli cambia la visione del futuro: dà ai genitori una visione più a lungo termine, un istinto verso il cambiamento (per assicurare un futuro migliore ai figli) e la fiducia in sé stessi necessaria per provocarlo (autoefficacia). Immaginare possibili scenari e il futuro desiderato attiva il processo analitico di reperimento di modi e soluzioni per raggiungere tale futuro”.

2) creatività, agilità mentale: con la maternità, dice Katherine Ellison ne “Il cervello delle mamme”:

“Il cervello non è sottoposto a un enorme stress, ma a una ricca stimolazione, che spinge le madri a usare la metacognizione (abitudine di pensare al proprio pensiero)”.

Pare che questa opportunità sia disponibile anche per i padri praticanti: la ricerca evidenzia infatti come “L’opportunità di osservare il mondo dal punto di vista del bambino alleni nei genitori il pensiero laterale, la curiosità e l’esplorazione”. E appare anche evidente che allenare la creatività col gioco sia un esercizio naturale e potente sempre a portata di mamme e papà.

3) propensione al rischio e capacità di gestire e apprendere dagli errori:

“L’avversione al rischio è strettamente legata alla paura di commettere errori. Niente rischi ed errori, niente innovazione”.

dice lo psicologo cognitivo tedesco Gerd Gigerenzer nel suo “Imparare a rischiare. Come prendere decisioni giuste”. Il 38% dei genitori osservati nella ricerca dice di saper sperimentare di più, improvvisare e seguire il proprio istinto, mentre il 47% riconosce la portata formativa dell’errore: sbagliare fa parte della vita, e anziché punire l’errore, i genitori sanno valorizzarlo come occasione di apprendimento, miglioramento e scoperta di nuove prospettive.

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I figli sono dunque davvero “Una palestra continua di sfide ed errori”? Se è così, si tratta di una palestra molto amata dai genitori-lavoratori, che la frequentano decisamente più spesso delle 40 ore proposte dai più avanzati corsi di innovazione.