Bambini traditori del patriarcato? Ecco perché

boxing-fitness-people-1862785

Nel 2012 la boxe femminile è stata ammessa come sport olimpico e nel 2014 è stata la volta del salto con gli sci. Da allora non esistono più discipline olimpiche riservate ai soli uomini.  La rincorsa presa dalle donne nella pratica sportiva è stata notevole e ha portato a grandi conquiste e significativi risultati. La tendenza oggi è crescente. E meno male.

Eppure la ginnastica ritmica e il nuoto sincronizzato sono discipline olimpiche solo femminili. Sessismo? Certo, nella forma tipica del maschilismo. Nessuno tiene lontano gli uomini dalla pratica di questi due sport, sono gli uomini che se ne tengono lontani, roba da femmine, da omosessuali. Non sono pochi gli appelli ai praticanti e i campioni, che vengono chiamati sirenetti. Sirenetti, si, come mammi; un maschile diminutivo. Sessismo anche in questo caso? Certo, il sessismo non è più maschio di quanto sia femmina. E’ un sistema di potere pervasivo, pensiero unico del genere.

Planando all’altezza delle mie cose più minute, la scorsa settimana ho assistito a un saggio di pattinaggio di bambine e ragazze fra i 6 e i 16 anni. Erano un centinaio, bravissime. Fra loro solo 2 bambini di circa 8 anni. Degli eroi o dei traditori del patriarcato per citare una definizione data da Lorenzo Gasparrini nel suo utilissimo saggio Diventare Uomini. Due maschi su cento fa il due per cento, più del numero di maestri di scuola materna a livello nazionale, quasi la percentuale di dad-at-home negli USA. Un niente, ne conveniamo?

Quest’epoca ha bisogno di eroine: bambine, ragazze e donne coraggiose che sfidino gli stereotipi di genere, ma ancora di più ha bisogno di traditori del patriarcato che scivolino veloci sui pattini verso un futuro di maggiori libertà. Per tutti.