Ho degli orari assurdi. Tutti quelli che fanno il mio lavoro hanno un bioritmo sfasato rispetto al resto del mondo. Capita così che apro la porta di casa a tarda notte alla fine delle mie giornate. Ora, però, lo faccio senza accendere la luce e stando attento a non fare rumore. A tentoni nel buio arrivo in camera, Sara mi saluta fra i sogni di un sonno leggero da mamma e poi passo nel mio studio, dove ormai campeggia la culla in cui Rachele dorme beata, nelle posizioni più buffe. Allora mi dico “E’ vero, è successo veramente. Sono diventato papà”.
Rachele è arrivata in un momento molto positivo della mia vita sia professionale sia personale. E’ stato il compimento perfetto di quello che sto vivendo. Perfetto sì, ma questo non vuol dire che non sia tutto da incastrare, perché fra gli impegni a Radio Dj e il resto della mia carriera che viaggia a gonfie vele, ho chiara una cosa: voglio godermi ogni singolo istante di questo periodo, anche perché tutti mi continuano a ripetere che sono momenti che volano e non tornano.
Durante la gravidanza di Sara, tutti mi chiedevano se ero pronto. Ma ora che tengo in braccio stupito Rachele posso assolutamente dire che non si è mai realmente pronti per quanti libri si legga, film si veda e gravidanze di parenti e amici si sia vissute. Quando capita a te è tutta un’altra cosa. E io l’ho capito quando dopo il parto, alle due di notte, ho percorso da solo i corridoi dell’ospedale addormentato per portare Rachele al nido e registrarla. Lei ed io per la prima volta da soli. Un momento che non dimenticherò mai. Come non dimenticherò quando, qualche giorno dopo a casa, mi sono fermato a guardarla dormire per circa una mezzora: lei nella culla e io lì in piedi, incredulo.
Quando capita a te, stai lì e cerchi di capire cosa voglia dire per la tua vita e per la sua. Io, ad esempio, non mi rendo ancora conto della responsabilità che ho. Sì certo, so di essere responsabile della crescita, della salute, dell’educazione di Rachele. Eppure, ora, non vivo questa responsabilità come un peso, ma come una cosa naturale che accompagnerà la mia vita.
Certo per noi uomini il diventare papà è qualcosa che si costruisce di giorno in giorno. Per me è stato, invece, impressionante vedere come Sara, da un giorno all’altro, si sia trasformata in mamma sapendo subito, fin dal primo momneto, casa c’era da fare. E mentre noi uomini stiamo lì, cercando di capire cosa sta succedendo e arrabattandoci per fare del nostro meglio, le mamme si muovono sicure e fanno sì che tutto funzioni.
Quel rapporto che vedo fra Sara e Rachele, tra mamma e figlia è impagabile. Il ruolo del papà è certamente fondamentale, ma ha tempi diversi. La mia fortuna è di avere accanto, in questa fantastica avventura, una persona eccezionale, che amo alla follia.