Milano: 71% donne attive al lavoro, ma resta gap salariale

Nella capitale dell’innovazione, con un tasso di attività femminile che ha superato il 71% (contro il 55,4% a livello nazionale), solo una laureata su cinque (20,9%) ha scelto un corso di studi in materie Stem, una quota superiore di due punti percentuali rispetto ai dati a livello regionale e nazionale. Il contesto si ripropone all’interno della macchina comunale, dove le donne rappresentano i due terzi dei 13.882 dipendenti: il 97% del personale della Direzione educazione, il 34% del Corpo della Polizia locale ma il 27% degli ingegneri e architetti che operano per la Direzione tecnica.

Il reddito medio delle donne a 28mila euro, 46mila per gli uomini

È quanto emerge dal Bilancio di Genere del Comune di Milano, presentato a Palazzo Marino, nella sede del Comune. Sul fronte della parità nelle retribuzioni, emerge che il reddito medio delle cittadine milanesi (dalle dichiarazioni per l’anno d’imposta 2021) si attesta a 28mila euro, a fronte della media di 46mila euro per gli uomini. Fra il personale del Comune, dove quattro dirigenti su 10 sono donne, il gap reddituale si riduce ma permane a tutti i livelli, con un valore fra il 6 e il 17%. Indicativi anche i dati sul ricorso al part time e ai congedi parentali: su 831 contratti a tempo parziale, 723 riguardano donne, così come oltre il 90% dei permessi.

Gli obiettivi del Bilancio di Genere

Redatto dagli uffici dell’Assessorato alle Risorse finanziarie in coordinamento con la delegata dal sindaco alle Pari opportunità di genere, Elena Lattuada, affiancherà i documenti di programmazione e rendicontazione finanziaria del Comune, rileggendo e orientando le scelte contabili dell’Ente in funzione del loro contributo all’uguaglianza fra i sessi. «Il Bilancio di Genere è uno strumento di analisi e programmazione di grandissimo valore per l’amministrazione comunale – ha commentato il sindaco di Milano Giuseppe Sala -. Con questo documento ci impegniamo fattivamente a superare le disparità e a contrastare le discriminazioni di genere, a partire dalla rilettura delle voci di spesa che fanno funzionare la macchina comunale: sarà una guida che accompagnerà l’azione amministrativa da qui a fine consiliatura. Individuando gli ambiti in cui investire di più, orienterà le spese e le politiche dell’Amministrazione e indirizzerà la nostra società verso una maggiore consapevolezza dei diritti e delle pari opportunità di genere».

Il carico familiare pesa ancora sulle donne

I dati «ci dicono che, anche se Milano è più virtuosa del resto d’Italia con un tasso di occupazione femminile più alto, altri indicatori restano al di sotto della media europea e i tempi e i modi della conciliazione non sono ancora adeguati e restano troppo a carico delle donne – afferma l’assessora alle Politiche del lavoro Alessia Cappello -. Anche all’interno del Comune di Milano, dove da tempo si supportano politiche orientate alla flessibilità, al near working, allo smart working e al part time, volte a un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata, a usufruirne sono sempre in massima parte le donne, così come dei congedi parentali. Serve maggiore collaborazione tra genitori lavoratori per supportarsi a vicenda, anche laddove i servizi non arrivano. E poi, in funzione di un maggiore empowerment femminile, occorre far capire alle più giovani che non esistono settori o lavori, carriere o sogni che non possono raggiungere: a questo fine abbiamo messo a terra diverse iniziative per orientarle anche verso carriere Stem, ancora oggi di appannaggio prevalentemente maschili».

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