
A Torino le donne lavorano di più, guadagnano di meno e faticano ancora a scalare le gerarchie. È questa la fotografia che emerge dal Bilancio di Genere Diffuso della Città Metropolitana, il primo esperimento partecipato di analisi e monitoraggio della parità sul territorio torinese. Se il capoluogo piemontese supera la media nazionale per tasso di occupazione femminile (64% contro 56,5%) e registra livelli più bassi di disoccupazione (7,7% contro 9,7%) e inattività (30,7% contro 38,1%), il quadro cambia quando si osservano le posizioni di vertice.

Il soffitto di cristallo, infatti, a Torino è più spesso che altrove: il Glass Ceiling Index raggiunge 2,23, rispetto a 1,92 della media nazionale, e le dirigenti sono appena il 20%, contro il 22% italiano. Anche il divario salariale resta marcato: le donne torinesi guadagnano in media il 27% in meno degli uomini.

Più lavoro, ma a condizioni peggiori: il 68% della forza lavoro part-time è femminile (contro il 64% nazionale), segno dei cosiddetti sticky floors, i “pavimenti appiccicosi” che bloccano le carriere femminili nei ruoli più bassi e meno retribuiti. L’economia locale mostra inoltre una forte segregazione orizzontale: le donne sono concentrate nei servizi a più alta femminilizzazione – sanità, assistenza, istruzione, commercio e attività immobiliari – e restano poco rappresentate nei settori più innovativi e meglio pagati, come servizi per l’informazione e la comunicazione.
Un progetto per misurare la parità: il Bilancio di Genere Diffuso
lI Bilancio di Genere Diffuso nasce da un percorso partecipato promosso dall’APS Torino Città per le Donne, in collaborazione con il Politecnico di Torino. L’obiettivo è misurare la condizione lavorativa femminile, valorizzare le buone pratiche già attive e rafforzare le reti tra imprese, istituzioni e società civile.
Il documento mette in luce 56 imprese torinesi virtuose, che dimostrano come sia possibile invertire la rotta. In queste aziende il Glass Ceiling Index è sensibilmente più basso (1,43 contro 2,23), segno che le politiche per la parità e l’inclusione producono effetti concreti.
Molte di queste imprese si distinguono per politiche di welfare aziendale e sostegno alla genitorialità, come voucher per servizi all’infanzia (asili nido, baby sitter) ed estensione dei congedi parentali – misura fondamentale soprattutto quando coinvolge anche i padri, promuovendo un reale equilibrio uomo-donna. Sono molto diffuse anche le iniziative per il work-life balance, in particolar modo la flessibilità oraria e smart working.
Un altro elemento distintivo è la formalizzazione di ruoli o unità dedicate alla diversità e inclusione: si tratta di una scelta valoriale, segnale di sensibilità e di impegno di lungo periodo verso l’inclusione. Spesso però è ancora un privilegio delle più grandi.
Per promuovere un ambiente che valorizza e rispetta le differenze, migliorando anche la reputazione e l’attrazione di talenti, le imprese virtuose adottano chiare strategie di comunicazione come l’uso del linguaggio inclusivo per la comunicazione interna ed esterna, comunicazione mirata e posizione riservate alle donne.
Tuttavia, non basta aumentare la presenza femminile: è essenziale garantire percorsi di crescita e piena partecipazione. In questa direzione, programmi di mentoring ed empowerment femminile si rivelano strumenti efficaci.
Cruciale è la politica di zero gender pay gap, che punta ad azzerare i divari salariali e favorire una gestione più equa delle responsabilità familiari: il 59% delle imprese virtuose la applica già oggi.

Il cambiamento culturale nell’organizzazione passa anche da misure di formazione per migliorare la consapevolezza sui temi della diversità e sensibilizzare forza lavoro e dirigenti: esempi sono la formazione contro gli stereotipi di genere e per la promozione della leadership inclusiva.
Infine, oltre il 50% del campione di virtuose partecipa attivamente a singole iniziative o reti dedicate alla parità di genere, riconoscendone il valore strategico in termini di condivisione di conoscenze, progettualità e attrazione di talenti.
Grandi e piccole imprese insieme per la parità
Il Bilancio di Genere Diffuso raccoglie testimonianze di imprese di diversa dimensione, accomunate da un impegno concreto per la parità, che possono essere d’ispirazione per tutto il tessuto produttivo torinese.
Lavazza, tra le numerose iniziative, ha lanciato nel 2022 un programma di inner leadership per rafforzare la leadership femminile all’interno dell’organizzazione e dare spazio a modelli di leadership alternativa. Questi percorsi hanno l’obiettivo di creare delle role model all’interno dell’organizzazione e aumentare il networking femminile.
Avio Aero punta invece ad attrarre talenti attraverso gli STEM Days, eventi dedicati alle studentesse universitarie, offrendo loro l’opportunità di conoscere l’azienda, collaborare alla stesura della tesi e valutare future opportunità di carriera, e con il programma Girls Get Set, destinato alle scuole medie, per stimolare l’interesse delle ragazze verso percorsi tecnici e contrastare la carenza di donne nei settori metalmeccanico e aerospaziale.
Pininfarina tutela la genitorialità prevedendo la possibilità di usufruire fino a quattro giorni di smart working a settimana per i neo-genitori ed offre la possibilità di richiedere un part-time flessibile nel primo anno di vita della prole, accompagnata da pillole formative sui diritti dei neo-genitori e da un Kit Bimbi di benvenuto.
Anche le piccole imprese offrono esempi significativi. Areaprogetti, ad esempio, ha ottenuto la certificazione di parità di genere UNI/PdR 125:2022. Nel suo impegno per la parità di genere, l’azienda ha inserito il linguaggio inclusivo come pilastro della propria comunicazione, promuove la flessibilità oraria e ha introdotto voucher per baby-sitter in situazioni di emergenza. Partecipa, inoltre, alle attività promosse da APID Imprenditorialità Donna per sensibilizzare la comunità esterna sull’importanza della parità di genere.
Realtà come queste dimostrano come l’impegno per la parità, la diversità e l’inclusione sia una leva strategica di sviluppo, a qualunque scala.
I “sogni nel cassetto” per la parità di genere
Raggiungere la parità richiede una trasformazione culturale profonda nelle organizzazioni. Anche le imprese più avanzate si pongono obiettivi ambiziosi per il futuro.
Lavazza intende sviluppare approcci su misura che tengano conto delle specificità di ogni reparto e delle diverse esigenze della propria forza lavoro, garantendo così una partecipazione attiva e consapevole a tutte le iniziative legate alla parità di genere. Covisan sta lavorando a un sistema di mappatura delle competenze e dei percorsi professionali per valorizzare le specificità individuali e rendere i processi di valutazione più oggettivi, trasparenti e equi, favorendo una gestione inclusiva delle risorse umane. AREAPROGETTI, infine, punta a creare una rete territoriale di piccole imprese per sviluppare un sistema di welfare condiviso, adatto alle realtà di piccole dimensioni.
Un percorso collettivo verso una città più equa
Se la strada per la parità è ancora lunga, il Bilancio di Genere Diffuso non può essere un punto di arrivo, ma di arrivo. Rappresenta uno strumento di monitoraggio e di crescita collettiva, capace di alimentare una rete territoriale sempre più consapevole, aperta e impegnata nella costruzione di una città realmente equa, inclusiva e competitiva.
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