Le neolaureate in discipline STEM (scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche) hanno voti più alti dei colleghi di genere maschile, ma la loro retribuzione resta inferiore a quella dei colleghi. Anche nella popolazione adulta le competenze delle laureate STEM si confermano uguali a quelle maschili, ma nel nostro Paese la relazione tra competenze e retribuzioni femminili è debole, sia rispetto alla componente maschile nazionale sia rispetto alla media femminile dei Paesi Ocse (Ocse 2024).
Le neolaureate: voto e retribuzione
I dati Almalaurea 2024 evidenziano le differenze nei voti e nelle retribuzioni delle laureate STEM sia rispetto alle laureate di altre aree disciplinari, sia rispetto alla componente maschile della stessa area.
Le neolaureate STEM concludono il loro percorso formativo con un voto più alto sia di quello riferito al totale delle laureate (108,7 contro 108) sia di quello dei laureati STEM di genere maschile (107,3) (Figura 1).
Figura 1 – Voto medio dei laureati di secondo livello per area disciplinare e genere – 2023

Elaborazioni su dati Almalaurea 2024
La retribuzione media mensile netta delle laureate STEM, un anno dopo il conseguimento del titolo, è di 1.426 euro (Figura 2); questo importo è maggiore di quello delle laureate per l’insieme degli ambiti disciplinari (1.351 euro), ma è inferiore di 189 euro (11,7%) rispetto a quello maschile della stessa area. Per il totale dei laureati, la differenza di genere nella retribuzione è pari a 196 euro (12,7%); la scelta di un percorso STEM porta quindi alla riduzione del gender pay gap di un punto percentuale.
Figura 2 – Retribuzione media mensile netta dei laureati di secondo livello per area disciplinare e genere un anno dopo il conseguimento del titolo – 2023
Questo differenziale retributivo di genere resta consistente anche delimitando l’insieme dei neolaureati STEM a coloro che hanno iniziato l’attività lavorativa dopo la laurea e che sono occupati a tempo pieno: a cinque anni dal conseguimento del titolo la differenza di retribuzione osservata è infatti di 195 euro, pari al 10,6% (1.845 euro per gli uomini e 1.650 euro per le donne) (Almalaurea 2023).
Il voto di laurea può non essere l’indicatore più idoneo a rappresentare le competenze dei laureati, soprattutto con riferimento alla popolazione adulta (16-65 anni), perché queste competenze si sviluppano durante tutta la vita lavorativa e sono specifiche all’ambito professionale in cui l’attività si svolge. Ma la debole relazione tra competenze e retribuzione delle laureate emerge anche dai dati dell’indagine Piaac (Programme for the International Assessment of Adult Competencies), promossa dall’Ocse allo scopo di misurare le competenze della popolazione adulta nei domini di literacy (lettura e comprensione di testi scritti) e numeracy (calcolo e utilizzo di informazioni matematiche).
Le competenze delle laureate adulte
I dati della recente Survey of Adult Skills 2023 mostrano che nel nostro Paese le competenze dei laureati sono sotto la media Ocse, con un distacco di 11 punti in lettura e di 17 punti in calcolo. Questi dati offrono anche una disaggregazione per ambito disciplinare che separa i laureati in materie STEM da quelli laureati in materie non-STEM (Figura 3).
Figura 3 – Differenza di genere (M-F) nelle competenze di lettura e calcolo per laureati STEM e non-STEM

Elaborazioni su dati Ocse 2024
Confrontando le competenze di lettura di uomini e donne laureati in discipline STEM si osserva che, in media Ocse, i laureati di genere maschile ottengono un punteggio leggermente minore di quello delle laureate (- 2,1), mentre nelle discipline non-STEM sono gli uomini a prevalere (2,1 punti in più). Anche in Italia i laureati STEM ottengono un punteggio leggermente minore di quello delle laureate (- 1,0), mentre nelle discipline non-STEM prevale ancora il genere maschile (3,2 punti in più).
Le differenze di genere nelle competenze di calcolo mostrano che le laureate non-STEM ottengono 14,4 punti in meno degli uomini, in media Ocse, mentre per i laureati in discipline STEM la differenza di genere, pur restando sempre a favore degli uomini, si riduce a 8,5 punti. In Italia, per le laureate nelle discipline non-STEM la differenza di genere si allarga ulteriormente rispetto alla media Ocse: le donne ottengono 16,7 punti in meno degli uomini, mentre le laureate STEM riducono la distanza di genere più della media Ocse con soli 3,7 punti in meno degli uomini.
Differenze di genere «aggiustate»
La dimensione del divario di genere nelle competenze è tanto più significativa quanto più i dati confrontano le prestazioni di persone simili tra loro per ogni altra caratteristica, come accade quando i risultati sono «aggiustati» per tener conto delle variabili socio-demografiche come età, titolo di studio, background migratorio, livello di istruzione dei genitori e così via. Questi dati, così elaborati dall’Ocse, rappresentano quindi una valutazione più precisa della misura in cui le differenze osservate nelle competenze possono essere attribuite alla sola differenza di genere degli individui.
I dati «aggiustati», rappresentati in rosso nella Figura 3, evidenziano un risultato apprezzabile per le nostre laureate STEM: in Italia non ci sono differenze di competenza matematica tra laureati e laureate STEM (la differenza di 1,9 punti a favore della componente femminile è troppo piccola per essere significativa). In media Ocse, invece, le differenze di genere nelle competenze matematiche dei laureati STEM restano significativamente a favore della componente maschile (7,8 punti). Per quanto riguarda le competenze di lettura è la componente femminile che fa registrare un leggero vantaggio, sia nel nostro Paese (- 4,9) sia nella media Ocse (- 2,2).
In Italia dunque le laureate nelle discipline STEM hanno le stesse competenze dei loro colleghi in calcolo e li superano in lettura. Nella media Ocse invece le differenze di genere nelle competenze di calcolo dei laureati STEM restano a favore della componente maschile, mentre le competenze di lettura sono a favore della componente femminile.
Differenze di genere nella retribuzione dei laureati
I dati attualmente disponibili non offrono la disaggregazione delle retribuzioni per ambito disciplinare, ma le differenze di genere nelle retribuzioni riferite all’insieme dei laureati (di qualsiasi ambito disciplinare) evidenziano un problema per il nostro Paese: l’Italia è ultima in classifica, in nessun altro Paese le laureate guadagnano così poco rispetto ai laureati di genere maschile: 67% contro 77% della media Ocse (Figura 4)[1].
Figura 4 – Retribuzione delle laureate di età 25-64 in percentuale della retribuzione dei laureati nei Paesi OCSE – 2022

Fonte: Ocse Education at a Glance 2024
Quanto contano le competenze nella retribuzione?
L’indagine dell’Ocse calcola quanta parte della variazione osservata nelle retribuzioni è spiegata da differenze nelle caratteristiche osservabili degli individui come il titolo di studio, l’ambito disciplinare, le competenze, l’esperienza, e le altre caratteristiche demografiche. I risultati di questa analisi evidenziano che le competenze fanno aumentare solo di poco la retribuzione oraria, e nel nostro Paese il loro peso, per la componente femminile, risulta minore sia rispetto alla componente maschile nazionale sia rispetto alla componente femminile degli altri Paesi (Figura 5).
Il fattore principale, tra le caratteristiche osservabili che contribuiscono alla determinazione delle retribuzioni, è quello degli anni di istruzione, e in Italia questo fattore, per la componente femminile, risulta nettamente maggiore sia rispetto alla media Ocse (13,3 contro 11,8) sia rispetto alla componente maschile nazionale (10,8). Le competenze di lettura e calcolo hanno invece un peso più esiguo (2,3); si collocano infatti al penultimo posto dopo l’esperienza lavorativa e le caratteristiche personali, mentre l’ambito disciplinare ha un peso ancora più piccolo (0,9).
Non è così negli altri Paesi Ocse: le competenze di lettura e calcolo pesano il doppio, rispetto al nostro Paese, sulla retribuzione della componente femminile (5,0); e questo vale anche, ma in minor misura, per la retribuzione della componente maschile italiana: le competenze di lettura e calcolo pesano il doppio rispetto alla componente femminile (5,1).
Figura 5 – Contributo dei fattori principali che influiscono sulla retribuzione oraria di uomini e donne, in Italia e in media Ocse – 2022
Il peso rilevante del titolo di studio nelle retribuzioni femminili si spiega col fatto che l’occupazione femminile è più concentrata nel settore pubblico, dove le qualifiche sono necessarie per l’assunzione, mentre il riconoscimento delle competenze può risultare più difficoltoso in altri contesti.
In conclusione, l’analisi dell’Ocse evidenzia che «permangono grandi differenze tra Paesi nella misura in cui il mercato del lavoro premia le competenze e le qualifiche, per la maggior parte dovute alle differenze nelle istituzioni del mercato del lavoro» e sottolinea che «il fatto che le caratteristiche osservabili possano spiegare solo il 23% del totale significa che il 77% della variazione nelle retribuzioni è determinato da altri fattori».
Pertanto sarebbe opportuno «promuovere pratiche di determinazione dei salari che premino le competenze invece delle qualifiche, incoraggiando così l’apprendimento degli adulti e lo sviluppo continuo delle competenze durante la vita delle persone» (Ocse 2024 p 162).
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[1] Il confronto è tra occupati che lavorano a tempo pieno per l’intero anno di riferimento.