Educazione affettiva, la richiesta degli studenti: obbligatoria fin dall’asilo

Mentre insegnanti, associazioni e studenti chiedono ripetutamente e a gran voce di inserire l’educazione alla sessualità, all’affettività e alle relazioni tra le materie scolastiche, il governo fa sapere che i 500mila euro stanziati in manovra per promuovere corsi sull’educazione all’affettività e alla sessualità nelle scuole, saranno impiegati per formare gli insegnanti «riguardo alle tematiche della fertilità maschile e femminile, con particolare riferimento all’ambito della prevenzione delle infertilità». Così ha spiegato il ministro dei rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, innescando molte polemiche. «Una retromarcia gravissima», ha dichiarato il segretario di Più Europa, Riccardo Magi. Di «soldi dirottati», hanno parlato in una nota le parlamentari del Movimento 5 Stelle, che fanno parte della commissione bicamerale di inchiesta sul femminicidio e la violenza di genere, aggiungendo che esiste già una proposta di legge sull’introduzione dell’educazione affettiva e sessuale nelle scuole, bloccata da tre anni.

Ma perché è importante introdurre l’educazione affettiva nelle scuole?

Il primo motivo è che i fenomeni di bullismo e cyberbullismo tra i ragazzi e le ragazze sono sempre più diffusi, così come sono in aumento gli episodi di violenza contro le donne, anche tra minorenni. Inoltre, secondo i dati del ministero degli interni, nel 2024 gli omicidi di donne sono scesi a 113 dai 120 del 2023, ma le donne uccise in ambito famigliare e affettivo sono salite a 99 dalle 96 del 2023 , con un’incidenza passata dall’80 all’85%. Il secondo motivo è che l’Italia è uno dei pochi paesi europei a non prevedere alcuna forma di regolamentazione per i programmi di educazione sessuale e affettiva nei contesti scolastici, lasciando quindi tutto in mano alla singola iniziativa di presidi e docenti.

Gli studenti

La violenza contro le donne, trasversale a tutte le età, è un problema culturale. E, visto che il primo luogo per cambiare la cultura è la scuola poiché raggiunge il maggior numero di persone,  per cambiare la cultura bisogna partire proprio dalla scuola. Così ci spiega Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della rete degli studenti medi, ricordando che da anni le reti di studenti chiedono alla politica di incentivare i percorsi di educazione alla sessualità, all’affettività, alle relazioni e al consenso. «Tali percorsi servono per migliorare le relazioni e capire come approcciarsi agli altri. Lo stesso vale per l’educazione alla sessualità, che per molte famiglie è ancora un tabù», sottolinea Notarnicola, aggiungendo che al momento lo spazio per inserire l’educazione all’affettività e alle relazione è stato individuato all’interno delle 33 ore di educazione civica. «Un calderone», precisa, perché in quelle ore viene inserito di tutto. Per questo, secondo gli studenti, bisognerebbe fare una riflessione più ampia: la priorità è che si tratti di un progetto obbligatorio, realizzato in orario curriculare e che il percorso parta dall’asilo fino alle scuole superiori, con linee guida specifiche, condivise con pedagogisti ed esperti. Nel 2023 il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, aveva invece proposto un programma destinato alle scuole secondarie di secondo grado, con percorsi educativi extra-curriculari per 30 ore annue, partecipazione facoltativa e adesioni su base volontaria.

Le associazioni

«Grave e sconcertante». Così Celeste Costantino, vicepresidente della Fondazione Una Nessuna Centomila, definisce la decisione del governo di destinare i soldi del fondo per l’educazione all’affettività all’educazione alla fertilità.  Per Costantino «introdurre l’educazione all’affettività nelle scuole è necessario e non più rinviabile»: nella secondaria di primo e secondo grado attraverso un’ora alla settimana obbligatoria, con un corpo docente dedicato; nella primaria e nella scuola dell’infanzia con corsi di formazione ai maestri e alle maestre. «Non ci si può fare guidare da visioni ideologiche o improvvisazioni. C’è un mondo che da più di dieci anni lavora nelle scuole italiane e ha esperienze e competenze da mettere a disposizione di tutti: università, associazioni, centri antiviolenza, movimenti», sottolinea la vicepresidente della fondazione, che nel 2024 ha lavorato con una scuola media di Napoli.

Il protocollo Cecchettin

Anche il protocollo d’intesa firmato l’8 gennaio dal ministero dell’Istruzione e del Merito e dalla fondazione Giulia Cecchettin – la fondazione in memoria della giovane, uccisa l’11 novembre 2023 da Filippo Turetta – ha come base di partenza l’educazione civica, con l’obiettivo di promuovere all’interno delle scuole la cultura del rispetto, della parità di genere e del contrasto alla violenza contro le donne.  L’Intesa sarà infatti «particolarmente importante per arricchire sempre di più le linee guida sull’educazione civica improntate, fra l’altro, al rispetto verso la donna, alla valorizzazione della figura femminile, al contrasto contro ogni violenza», ha sottolineato Valditara. Secondo l’accordo, che ha una durata di tre anni, il ministero e la fondazione svilupperanno diversi progetti rivolti agli studenti e studentesse e docenti delle scuole di ogni ordine e grado. A partrire da attività di sensibilizzazione sugli stereotipi di genere, percorsi formativi per studenti e corsi di formazione per docenti.

L’iniziativa del Campidoglio

Proprio per realizzare progetti di formazione all’educazione affettiva per i ragazzi e le ragazze, il Campidoglio ha lanciato un bando da 420mila euro per le scuole medie di Roma. L’iniziativa , presentata dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri, ha lo scopo di prevenire e contrastare la violenza e la discriminazione basate sull’identità di genere e l’orientamento sessuale, promuovere la parità tra i sessi e la decostruzione degli stereotipi di genere, promuovere il riconoscimento e la gestione delle emozioni nella delicata fase della preadolescenza. A fine mese sarà pubblicato un avviso pubblico rivolto agli enti del terzo settore, che potranno presentare un massimo di tre proposte, ciascuna collegata a un singolo istituto scolastico, di municipi diversi tra loro. I progetti finanziati saranno 15, uno per municipio e saranno attuati negli anni scolastici 2024-2025 e 2025-26.

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