Moda, la rivoluzione delle stiliste latine in passerella a Venezia

Sulla passerella dell’Isola di San Servolo a Venezia hanno sfilato gli abiti delle fashion designer latinoamericane protagoniste della terza edizione del Concierto de moda internacional de Venecia. L’idea è dell’imprenditrice Antonia Jean, che ha pensato a un appuntamento per mettere al centro del panorama della moda europea le stiliste con la loro storia. Ogni creazione infatti è un racconto personale che si apre al tempo stesso alla comunità. E da qui, dalla prospettiva di stoffe lavorate a mano, si arriva ora in Messico, ora a Cuba.

«Disegno abiti da sposa perché così non dimentico mai che i sogni hanno bisogno di tutta la nostra devozione – dice Kateryna Olek, stilista ucraina trasferitasi in Messico – vivo in un nuovo Paese che non mi ha fatto sentire una migrante: oggi sono piuttosto una donna pronta a concedersi un’altra possibilità. Alla guerra ho deciso di rispondere con l’unione celebrata con le mie creazioni. Per ogni arma da imbracciare, c’è un mio abito per sentirmi libera». 

La moda per iniziare una rivoluzione

In questo contesto la moda permette la propria rivoluzione contro le discriminazioni e i conflitti, come racconta la fashion designer Rosa Matiguan che da anni vive a Venezia dopo aver ricevuto intimidazioni dal governo venezuelano perché «i suoi abiti mettevano in pericolo l’integrità della donna». Ma Rosa non ha mai rinunciato alla sua carriera: «lo dovevo a me, e soprattutto a tutte quelle ragazze che avrebbero potuto innamorarsi di questo mestiere proprio grazie alla mia storia. Così la mia resistenza si è fatta forte nel ricordo delle Mariposas».

Parliamo delle tre sorelle uccise dagli agenti del dittatore Rafael Leonidas Trujillo, a Santo Domingo, ricordate durante una delle conferenze del Concierto de moda internacional pensate per comprendere anche il ruolo sociale e politico della moda. Patria, Minerva e María Teresa Mirabal sono passate alla storia con il nome di Las Mariposas (le farfalle), per il coraggio dimostrato nell’opporsi alla dittatura, lottando in prima persona per i diritti delle donne. 

Essere stiliste a Cuba

L’artigianato dunque diventa una cartina di tornasole anche sullo stato di salute dei paesi latini. Per esempio, uando sfila la collezione della stilista cubana Daneisy García, autrice del marchio Carena che richiama le architetture tipiche de L’Avana, viene quasi naturale pensare come non sia facile per gli imprenditori cubani (i cosiddetti “cuentapropistas“, letteralmente “coloro che lavorano in proprio”) riuscire a far conoscere i loro prodotti e, a volte, trovare i materiali per realizzarli.

A fine 2014 è iniziato un periodo di distensione nei rapporti tra Stati Uniti e Cuba che ha portato a una parziale eliminazione dell’embargo sui prodotti cubani (chiamato “el bloqueo” a Cuba): anche se i cubani non possono ancora esportare cibo, veicoli e macchinari, possono vendere negli Stati Uniti capi di abbigliamento, scarpe e accessori. «I prezzi delle stoffe vendute dai negozi statali sono eccessivamente alti – spiega Daneisy García –  per dirne una, lo chiffon tinta unita costa circa sette euro per metro quadrato. Comprandolo dall’Italia lo pago poco più di qualche centesimo al metro quadrato. Altre difficoltà sono le complicate politiche fiscali cubane e il fatto che nel mercato cubano non esiste una differenza tra vendita al dettaglio e all’ingrosso».

Daneisy García aggiunge inoltre che, oltre alle difficoltà economiche, è anche difficile restare aggiornati sulle tendenze della moda internazionale: secondo l’organizzazione americana Freedom House, il 30% dei cubani ha accesso a internet limitato dal governo, solo una percentuale molto minore riesce a connettersi a qualsiasi sito, e per questo è difficile vedere le ultime sfilate anche se sono trasmesse in streaming.

Il palcoscenico del Concierto de moda internacional de Venecia non è quindi soltanto un momento per approfondire tendenze e mercati, ma punta a qualcosa di più. Intende creare una strada anche per chi viene isolato, vuole immaginare una rete che collabora anche quando tutti dicono che quella cosa proprio no, è impossibile da fare. Il Concierto de moda internacional de Venecia prende insomma il concetto delle fashion week e lo sublima, perché porta in scena il lavoro di stiliste di talento, ma non dimentica neppure le proprie voci.

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