La strada che le donne devono compiere per raggiungere la parità è ancora lunga, ma “qualcuno prima di noi l’ha tracciata con cura. Sta a noi adesso percorrerla”. Le parole di Lara Ghiglione, responsabile delle politiche di genere e coordinatrice della segreteria generale della Cgil, che ha scritto la prefazione di “Sindacaliste”, ci conducono per mano e ci danno il senso di questo libro che racconta la storia delle donne che, all’interno del maggiore sindacato nazionale, hanno negli anni avuto il coraggio di “prendere parola” e indicare la rotta alle altre, assurgendo faticosamente a ruoli sempre più importanti e lottando per i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.
È un libro, a cura di Maria Paola Del Rossi, Debora Migliucci, Ilaria Romeo, che racconta della forza delle donne all’interno della Cgil, delle battaglie da loro compiute – facendo solo qualche esempio – per la regolazione dell’aborto, per la parità salariale tra uomini e donne, per la tutela della maternità e contro i licenziamenti per matrimoni.
Si comprende la fatica delle donne che all’inizio erano molto poche nel sindacato, soprattutto nei ruoli più importanti. Argentina Altobelli, Lina Fabbri, Adele Bei, Teresa Noce, Nella Marcellino, Donatella Turtura sono, come le definiscono le autrici, le “madri simboliche” raccontate nella prima parte del libro: senza il loro impegno e la loro determinazione non sarebbe stato possibile conquistare molti diritti, anche quello fondamentale di esserci e contare all’interno della Cgil. La partecipazione attiva si promuove, infatti, attraverso la possibilità di “prendere parola”, una possibilità ancora contestata a tante donne e che in genere attira tanti strali.
Nella seconda parte del volume si raccontano le donne che sono riuscite ad avere ruoli di leader nel sindacato. Storie che ispirano ma che indicano anche le lacune da colmare, a partire da un tema principe: il rapporto delle donne con il lavoro, l’impegno femminista in questo campo, lo sforzo delle sindacaliste di difendere i diritti delle donne, di rappresentare le esigenze specifiche della lavoratrici. Dice Susanna Camusso nella postfazione: “Il lavoro è fondato su una misura del tempo maschile impossibile per qualunque donna che debba svolgere compiti di cura. Un tempo maschile che può essere sopportato solo se in presenza di collaborazioni familiari e quindi di redditi medio alti. Quindi un tempo che rende dispari le condizioni per reddito e per genere”.
Quel tempo maschile fatto di percorsi lineari, di disponibilità, “regola – dice ancora colei che è stata la prima segretaria della Cgil – il riconoscimento e agevola i percorsi di carriera e le retribuzioni. Condiziona quei sistemi di valutazione tanto in voga, che chiamano merito il privilegio maschile. Superare la conciliazione e proporre la condivisione, la pari responsabilità è un grimaldello per svelare quanto il tempo benché mai citato sia un criterio fondante della discriminazione, e incida sul valore riconosciuto del lavoro”.
Lo sa bene Titti Di Salvo, prima donna segretaria generale regionale della Cgil, che, nel raccontare la sua parabola di sindacalista e poi anche di politica (oggi è presidente di un grande Municipio romano) si sofferma sulla dignità del lavoro che “è la leva più potente di trasformazione sociale, di libertà e autonomia”. E la libertà delle donne “è la misura della qualità della democrazia. La libertà di essere, la libertà di essere madre o di non esserlo, né destino e condizione di riconoscimento sociale né rinuncia”.
Valeria Fedeli, ex ministra dell’Istruzione, prima ancora sindacalista e tra le fondatrici del comitato femminista “Se non ora quando?”, si sofferma, tra gli altri su un problema di linguaggio che non è solo forma ma sostanza, che indica la strada per leadership al femminile. “Segretaria e non segretario. Ritengo sia importante perché sono convinta che nessuna persona si debba omologare, e le donne per esserci e contare secondo me devono restare se stesse e non diventare come gli uomini. Questo è il valore aggiunto della differenza di genere”. E in fatto di leadership e soffitti di cristallo, “stupisce – dice Fedeli – ogni volta dover dire che è maturo il tempo per una donna al Colle”.
Le conquiste sviscerate nel libro, un lavoro corale nato dalla raccolta dei contributi del webinar “rEsistiamo. Storia della Cgil e delle sue protagoniste” che si è tenuto il 30 settembre 2021, sono d’esempio per le giovani. Colpisce il consiglio della sindacalista Carla Cantone. “Ora – dice Cantone che racconta la lotta che ha dovuto affrontare per avere un ruolo apicale nel sindacato – avete tante possibilità, anche se la crisi non vi aiuta, ma non rinunciate, andate avanti sulla strada tracciata dalle ragazze dei miei tempi. Se io sono riuscita ad assumere ruoli di primo piano contro le tradizioni spesso maschiliste, e i pregiudizi anche di sinistra, vuol dire che si può fare”.
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Titolo: “Sindacaliste”
A cura di: Maria Paola del Rossi, Debora Migliucci, Ilaria Romeo
Editore: Fondazione Bologna University Press, 2022
Prezzo: 25 euro
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