In azienda un professionista su tre non ha chiaro il valore dell’inclusione

È ancora lunga la strada verso una piena consapevolezza delle politiche di diversità, equità e inclusione da parte delle aziende italiane. Secondo la survey “Equality, Diversity and Inclusion Research Italy” condotta da Workday in collaborazione con Sapio Research, in Italia il 36% degli intervistati, tra professionisti tra HR e business leader, nega, banalizza o tratta in modo conflittuale il tema della diversità.

Obiettivi aziendali chiari, ma poca convinzione personale

E se l’engagement personale rispetto a questo tema non è ancora forte, c’è comunque una consapevolezza sugli obiettivi che l’azienda si è posta attraverso programmi di diversità ed inclusione: per un intervistato su due  (44%) questi programmi sono finalizzati a migliorare il benessere dei dipendenti, a costituire team più eterogenei e a migliorare l’employee engagement (entrambi con il 41%).

I risultati ottenuti non vengono misurati

Solo un’azienda su cinque (24%) misura l’impatto sul business e il valore percepito dai dipendenti delle iniziative di inclusione. “La mancanza di un approccio strategico, unito alla necessità di adottare nuove tecnologie che integrino le metriche DEI (diversità, equita, inclusione) nei KPI di business (Key Performance Indicators ovvero indicatori chieve di prestazione) – si legge nella ricerca – è lo step successivo richiesto alle imprese italiane per sviluppare definitivamente una cultura aziendale incentrata sul rispetto e la valorizzazione di tutte le persone senza distinzioni di alcun tipo”. Qualcosa però si muove: secondo la ricerca 2 aziende su 5 stanno investendo in strumenti come l’intelligenza artificiale e altri software più avanzati, con l’obiettivo di rendere più scientifiche e migliorare e le survey rivolte ai dipendenti, lo sviluppo delle prestazioni dei lavoratori e il sistema di assunzione di nuovi talenti. Senza risultati comprovati è più difficile fare scelte di investimento: solo il 19% delle aziende pianifica il budget a lungo termine, mentre il 26% solo per azioni a breve termine.

La pressione di investitori e consumatori

Per il 69% del campione è l’attenzione esterna, dai media agli investitori, rispetto ai temi della sostenibilità e degli ESGs (Environmental, Social and Governance) che ha contribuito allo sviluppo delle politiche di Diverstiy, equity e inclusion. Ma anche clienti più attenti e consapevoli (64%) e nuovi vincoli normativi (61%) hanno contribuito ad una maggiore attenzione a questo tema.

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