2023, quali sono i buoni propositi degli italiani?

2023

La fine dell’anno si avvicina ed è tempo di buoni propositi. Per la prima volta quest’anno, secondo la ricerca condotta dalla piattaforma di investimenti eToro su un campione di 25mila persone in 13 Paesi, quasi una donne su 2 (45%, erano il 34% nel 2021) si è fissata degli obiettivi finanziari e una su 3 anche professionali (28%, v. 23% del 2021). Più ambiziose dei colleghi, alle prese però con il budget familiare da far quadrare.

D’altra parte le donne partono “in svantaggio”: lavorano mediamente di meno degli uomini, guadagnano di meno, riescono a risparmiare e a investire somme inferiori e anche una volta in pensione devono vivere con meno. Una sorta di rivalsa è quindi naturale e probabilmente porta anche ad avere una maggiore determinazione.

Tanti buoni propositi, poco metodo per raggiungerli

Nel panel dei Paesi scelti per la ricerca c’è anche l’Italia e così è possibile avere una fotografia anche per quanto riguarda gli italiani, che sembra abbiano una vera e propria passione per i buoni propositi in vista dell’anno nuovo, tanto che 8 su 10 ne stanno formulando (79%). In questo solo gli spagnoli ci tengono testa (80%).

Il problema è che più che buoni propositi sembrano essere desideri, perché mancano veri e propri piani d’azione. Non è un caso, infatti, che deteniamo anche il primato assoluto dei flop, con più della metà degli intervistati che confessano di non aver raggiunto gli obiettivi per il 2022 (54%). Certo siamo in buona compagnia, seguiti da inglesi (47%), francesi (46%) e australiani (45%). D’altra parte le incertezze a livello globale sono aumentate e hanno pesato anche sulle scelte individuali. L’aumento delle bollette e l’inflazione, insieme all’instabilità politica ed economica, hanno portato molti a “mollare” gli obiettivi prefissati già dalla metà dell’anno.

Certo le condizioni non sono migliorate sostanzialmente e quindi anche per il 2023 sembra complesso riuscire a fare piani che possano portarci agli obiettivi che abbiamo in mente. Complesso sì, ma non impossibile però.

Salute, investimenti e carriera in cima alla lista

Gli ultimi anni hanno avuto, comunque, un effetto determinante su come guardiamo al futuro. Forse proprio tenendo conto del momento di incertezza e volatilità, tra i propositi più popolari per il 2023 ci sono nell’ordine la salute e il benessere (50%). Restano in molti coloro che si preoccupano di raggiungere obiettivi finanziari (44%), mentre lo sviluppo personale (35%) e crescita professionale (27%) scivolano nella graduatoria delle priorità.

Ai primi posti tra gli obiettivi finanziari degli italiani c’è la volontà di risparmiare in vista di acquisti importanti (37%), come una casa, così come il desiderio di iniziare a investire per il proprio futuro (34%). Il primo risultato non sorprende perché in Italia la casa di proprietà resta fra le conquiste di una vita, un po’ a tutti i livelli sociali. Mentre riuscire a guardare al futuro resta ancora difficile per molti, anche perché gli ultimi anni hanno portato a una crescita importante dei livelli di povertà in Italia e il pensiero di risparmiare e investire si è allontanato anche per quelle famiglie che solo nel pre-pandemia stavano facendo programmi in questa direzione.

Donne più ambiziose rispetto al 2022

Come sarà a livello finanziario questo 2023 che bussa alle porte? Le donne (45%) superano per la prima gli uomini (42%) nei propositi finanziari: a fine anno quasi una su due (rispetto al 34% del 2021) si è ripromessa di rispettare il budget definito, di risparmiare per acquisti importanti e di costituire un fondo per le emergenze.E non sorprende questa attenzione ai temi economici in un contesto in cui l’inflazione e il caro energetico stanno mettendo a dura prova i budget famiiari. L’attenzione al risparmio è diventata quasi d’obbligo.

Le donne non solo appaiono previdenti, ma anche attente alla propria realizzazione: quasi una su 3 (28%, rispetto al 26% dei colleghi) ha buoni propositi per il lavoro, ma anche per il proprio sviluppo personale (39%, rispetto al 31% degli uomini). E in questo caso il gap da recuperare è davvero grande se si tiene conto che a livello di management le donne sono ancora attorno al 25% in Italia.

E se – come cantava Dalla – l’anno che sta arrivando tra un anno passerà, e sarà tempo di inesorabili bilanci, per ora è giusto poter sognare. Ma anche pianificare.

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