«No, non ho mai avuto paura qui in Iran. E detto sinceramente, non c’è nulla di cui aver paura qui». Scriveva così, solo qualche settimana fa, Alessia Piperno sul suo profilo Instagram. Era in Iran da oltre due mesi. Un Paese che aveva scelto, nonostante le sue contraddizioni, perché per una viaggiatrice come lei la diversità non è mai stata motivo di esclusione. Piuttosto, una ragione in più per conoscere e rispettare. E oggi, tocca a noi: saper capire, aver voglia di rispettare e, per quanto possibile, aiutare. «Dimostriamo di saper essere ancora uniti, noi italiani. Di fronte a una situazione così difficile, riscopriamoci solidali. Alessia ha 30 anni, come molti di noi, e non ha fatto nulla di sbagliato: aiutiamola a uscire dal carcere, facciamole sentire che ci siamo» – chiede lo scrittore e nomade digitale, Gianluca Gotto, suo amico.
«Ci siamo conosciuti nel 2018, prima online, poi di persona. Ricordo perfettamente l’ultima volta che ci siamo visti, lo scorso novembre, a Marrakech. Abbiamo ammirato insieme il tramonto a piazza el-Fna e trascorso la serata a parlare di vita, viaggi, sogni, difficoltà e felicità sul terrazzo del suo riad. Ho scoperto così una persona intelligente, sensibile, brillante e coraggiosa» continua Gianluca, che aggiunge: «Alessia ha viaggiato in punta di pedi in tantissimi Paesi del mondo. È sempre stata animata da un desiderio genuino e fortissimo di scoprire sia le mete più battute che quelle meno accessibili. Di ogni luogo, di ogni popolo, ha sempre voluto carpire l’essenza, con il massimo rispetto. È stato così in Pakistan, paese che ha visitato da sola, in moto, e di cui si è innamorata, ed è stato così in Iran, paese in cui è arrivata quando ancora non vi era alcuna protesta e da cui sarebbe ripartita a breve».
Sì perché Alessia aveva un progetto grande, grandissimo: «Non sono un muratore, non ho idea di come ricostruire una casa, ma anche i miei sogni un tempo mi sembravano impossibili. Una forte alluvione ha colpito il Paese del mio cuore, il Pakistan, e più di 365.000 persone hanno perso la casa. Ecco, il mio sogno è ricostruire un villaggio proprio lì. E sapete qual è la cosa più assurda? Che so già che… ci riuscirò!» scriveva in occasione del suo compleanno, solo poche ore prima di essere arrestata e portata nel carcere di Evin tra i prigionieri politici, con un’accusa non ancora notificata ufficialmente all’Italia.
«Quando sono iniziate le proteste, le è stato consigliato di rimanere lì, le è stato detto di stare tranquilla, e così ha fatto, probabilmente fidandosi del suo istinto. Poi, è accaduto l’inimmaginabile» continua Gotto. Ma la polveriera è esplosa anche sul web che alla notizia del suo arresto ha iniziato a polarizzarsi, quasi come se di guerre non ce ne fossero già abbastanza. «Non ho capito bene cosa faccia, aveva un profilo da appena 10 mila followers che ora crescono velocissimi…». «Ma guarda te se dobbiamo spendere soldi pubblici per far uscire di galera queste rivoluzionarie…». «Accendete il cervello prima di partire per viaggi in zone di cui ignorate le condizioni politiche e culturali». E via così.
Verrebbe da chiedersi da quando abbiamo iniziato a misurare il valore della vita di una persona in base al numero di followers su uno dei tanti social network. Quando abbiamo abdicato al senso più profondo di umanità? «Forse non tutti sanno che l’Iran è un Paese relativamente sicuro, visitato ogni anno centinaia di migliaia di persone. Fino a qualche mese fa, c’erano tour organizzati dall’Italia per qualsiasi tipo di viaggiatore. Alessia è arrivata prima che la situazione esplodesse e si è trovata coinvolta in qualcosa di più grande di lei. Ribadisco: è una ragazza come noi e proprio noi persone libere, del mondo libero, abbiamo il dovere di chiedere a gran voce che le venga dato tutto il supporto possibile dalle nostre istituzioni. Altrimenti, siamo uguali a coloro che tanto critichiamo» rinnova lo scrittore.
E come lui, sono tantissimi i viaggiatori che si uniscono all’appello. «Alessia è una ragazza forte ma fragile al tempo stesso, che ha voglia di scoprire il mondo e spingersi oltre le apparenze. L’abbiamo incontrata proprio in Iran e abbiamo passato insieme giornate a parlare di tutto – scrivono Angela e Paolo, creator e viaggiatori sul loro profilo Beyond the Trip -. Abbiamo sentito la sua famiglia e la Farnesina per spiegare tutto ciò che sapevamo. Stanno girando notizie assurde, spesso surreali, molte volte inventate. Alessia lavorava online come assistente digitale, in Iran era entrata molto prima delle proteste e ha sempre indossato il velo. Al momento nessuno sa perché sia stata arrestata».
E ancora, Agnese, di Enjoy Sahara: «Ho letto tante bugie e cattiverie… Ale bella, ogni secondo mi chiedo come starai, se riuscirai a riposare, se avrai freddo o paura e spero che dentro di te sia sempre viva la vocina della speranza e della forza».
E Martina Iacoianni, anche lei imbattutasi in Alessia proprio in Iran: «Abbiamo parlato di quanto l’Iran fosse un paese che grazie alla sua gente ti colpisce dritto al cuore, ma che purtroppo ha un lato fatto di imposizioni e restrizioni. Ci sembrava tutto lontano qualche mese fa, ora è tutto molto più vicino».
Già, tremendamente vicino. E allora, che sia proprio questa vicinanza a unirci in quanto esseri umani. Perché, come ha confidato proprio Alessia a Gianluca, sul suo blog “Mangia Vivi Viaggia” «la parte più bella sono i viaggi che si fanno attraverso le persone. E in questi anni ho capito che quando si viaggia, non si è mai veramente da soli». No, neanche questa volta.
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