Figli, fonti inesauribili di felicità. Ma anche di richieste di energie e di spese. Quando ho finito di scrivere questo pezzo, sono andata con la memoria a riguardarmi i disegni di mio figlio che, proprio mentre scrivo, ha iniziato il primo anno di liceo. Mi sono ricordata la felicità dei suoi primi racconti della scuola, amici, temi, ricerche, voti (e anche qualche nota), colloqui con le maestre e con i professori, tutto quello che abbiamo passato durante la didattica a distanza, e ho pensato che l’impegno di energie ed economico che abbiamo sostenuto e continueremo a sostenere per la sua istruzione è sicuramente ben speso. Ben speso però non fa rima con economico.
A mettere in fila tutte le spese, che per una famiglia iniziano ben prima della nascita del figlio, viene il mal di testa: costi di mantenimento, di accrescimento, di cura e di attenzione che aumentano con l’età. Secondo la Relazione annuale di Bankitalia – valutando il periodo 2017-2020 ed i nuclei familiari composti da 2 adulti e uno o più minori – in Italia negli ultimi anni, mantenere un figlio è costato circa 640 euro al mese, circa un quarto del reddito medio delle famiglie. Un costo, spiega lo studio, che “comprende gli acquisti di beni e servizi destinati esclusivamente ai figli (ad esempio alimenti per neonati e rette scolastiche) e una quota dei consumi rilevati a livello familiare (quali le spese per l’abitazione e per i trasporti)”.
In settembre le famiglie devono affrontare la maggior parte delle spese scolastiche. A quanto ammontano quest’anno? Federconsumatori ha già fatto i conti: per ogni ragazzo si spenderanno mediamente 571,60 euro per il corredo scolastico (+4,3% rispetto al 2021) e 481,04 euro per i libri (+2% rispetto al 2021). Sempre più care anche le spese per pc. Quella per la scuola si conferma, così, una voce di spesa estremamente onerosa per le famiglie agli inizi di un nuovo anno che registra già un contesto di grave difficoltà, determinato dalle forti spinte inflattive, specialmente nel settore dell’energia.
Prendendo in considerazione le diverse classi delle scuole medie inferiori, licei ed istituti tecnici, un calcolo sull’acquisto dei libri nuovi determina che per ogni studente in media si spenderanno 481,04 euro per i testi obbligatori +2 dizionari. La variazione rispetto al 2021 è del +2%. Acquistando i libri usati, invece, si risparmia oltre il 24%.
Le spese sono particolarmente alte per gli alunni delle classi prime: uno studente di prima media spenderà mediamente per i libri di testo + 2 dizionari 443,03 euro (+3% rispetto allo scorso anno). A tali spese vanno aggiunti + 571,60 euro per il corredo scolastico ed i ricambi durante l’intero anno, per un totale di 1.014,63 euro, mentre un ragazzo di primo liceo spenderà per i libri di testo + 4 dizionari 683,46 euro (+2% rispetto allo scorso anno) + 571,60 euro per il corredo scolastico ed i ricambi, per un totale di ben 1.255,06 euro.
Importi che risultano proibitivi per molte famiglie, a cui si aggiungono i costi ancor più onerosi da sostenere per l’acquisto di un pc, dei programmi e dei dispositivi necessari per un utilizzo didattico di tale strumento, divenuto ormai imprescindibile. Dallo studio effettuato dall’Osservatorio Nazionale Federconsumatori emerge, infatti, che tra computer, webcam, microfono, antivirus e programmi base, una famiglia spende da 369,88 euro a 3.756,98 euro (considerando per antivirus e programmi i costi su base annua). A questo va aggiunta la spesa per la connessione a internet. Acquistando prodotti tecnologici rigenerati, come emerge da un recente studio della Federconsumatori, si risparmierebbe il 38%.
E’ comprensibile che costi così elevati incidono significativamente sul diritto allo studio dei ragazzi, così come avvenuto tristemente durante il lockdown, per gli alunni non in possesso di una connessione o dei dispositivi necessari per seguire le lezioni.
Come risparmiare sulle spese scolastiche annuali?
Libri. Molte famiglie ricorreranno al riutilizzo del materiale degli anni passati, e ricorreranno all’usato per i testi scolastici. Acquistando i libri usati si risparmia oltre il 24%.
Prodotti tecnologici. Molte famiglie acquisteranno prodotti tecnologici rigenerati che, come emerge da un recente studio della Federconsumatori, farebbe risparmiare un buon 38%.
Bonus. Per aiutare le famiglie ad affrontare le spese scolastiche esistono diverse misure, a livello regionale, che prevedono buoni, agevolazioni o gratuità dei testi scolastici per le famiglie con basso reddito. Misure utili, ma comunque ancora non sufficienti a dare un aiuto concreto alle famiglie in difficoltà, specialmente alla luce della grave situazione economica causata della pandemia.
In tal senso dal 1° marzo 2022 è stato introdotto l’assegno unico e universale richiedibile da tutte le famiglie con figli a carico fino ai 21 anni e senza limiti di età per i figli disabili anche in assenza di ISEE o con ISEE superiore alla soglia di euro 40mila (per maggiori informazioni). L’Assegno unico e universale spetta ai nuclei familiari in cui ricorrono le seguenti condizioni:
– per ogni figlio minorenne a carico e, per i nuovi nati, decorre dal settimo mese di gravidanza;
– per ciascun figlio maggiorenne a carico, fino al compimento dei 21 anni che:
frequenti un corso di formazione scolastica o professionale, ovvero un corso di laurea;
svolga un tirocinio ovvero un’attività lavorativa e possieda un reddito complessivo inferiore a 8mila euro annui;
sia registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego;
svolga il servizio civile universale;
– per ogni figlio con disabilità a carico, senza limiti di età.
In Italia esiste l’opzione della scuola pubblica gratuita dai 3 ai 18 anni e le università statali non hanno rette proibitive. Ci sono molti Paesi però dove studiare costa meno che da noi. E non necessariamente si tratta di Paesi emergenti. Dove? Ne avevamo parlato su queste pagine a questo link.
Buon anno scolastico a tutti
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