Vivere con i nonni? Un aiuto per le mamme

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La terza età è un dono non solo per chi riceve la grazia della longevità, ma per la società intera, per la quale gli anziani e i nonni sono il più prezioso dei tesori.” Lo dichiara Elvia Raia, presidente di Federcentri che in occasione della Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani istituita da Papa Francesco lancia la campagna #ildonopiubello, invitando a condividere sui social storie di vita, racconti, foto e video a testimonianza del grande dono che gli anni della maturità possono rappresentare in termini di pienezza di vita, di relazione con gli altri, di legami familiari, volontariato, persino superamento dei propri limiti, con quelle scoperte e rivelazioni che spesso sono proprio appannaggio della terza età.

Sono i nonni, dono insostituibile per generazioni di bambini e adolescenti, a rappresentare ancora oggi il sostegno familiare ed economico degli italiani. Nel periodo pandemico la famiglia è stata fondamentale nel farsi carico di bisogni sociali complessi: ad esempio secondo il Censis 8,9 milioni di over 65 sostengono economicamente le famiglie di figli e nipoti, e 2,9 milioni lo fanno regolarmente; 6,8 milioni di giovani ricevono soldi da genitori e nonni, di cui 2 milioni regolarmente.

Un supporto fondamentale anche nelle scelte di vita. Il 72,8% degli italiani è convinto che per andare avanti nella vita, diventare realmente autonomi ad esempio attraverso l’acquisto di un’abitazione o creando una propria famiglia, conta soprattutto l’aiuto economico della famiglia d’origine, ovvero dei genitori e dei nonni. E nemmeno un elevato titolo di studio rende questo aiuto superfluo dato che la stessa convinzione è condivisa dai laureati (69,7%).

La vita di famiglia con i nonni

I nonni come fondamentale aiuto economico, quindi, ma non solo. Un recente studio pubblicato sulla rivista Genus con il titolo “Grandparents, family solidarity and the division of housework: evidence from the Italian case”, realizzato a partire dai dati del rapporto Istat “Famiglie e Soggetti sociali” e condotto da Marco Albertini, professore al dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università di Bologna, e Marco Tosi, ricercatore al dipartimento di Scienze statistiche dell’Università di Padova, ha mostrato che la presenza dei nonni nell’ambito domestico aiuta le coppie ad esternalizzare i compiti più intensi e routinari, che gravano spesso sulle spalle delle donne. E se l’ammontare di lavoro domestico diminuisce, le coppie hanno meno necessità di negoziare la suddivisione dei compiti e meno possibilità di suddividerli in modo disuguale.

Negli ultimi anni, il ruolo dei nonni è diventato sempre più centrale, sia nell’influenzare le scelte riproduttive delle coppie, sia nel favorire la conciliazione tra vita familiare e vita lavorativa. Diversi studi hanno mostrato, ad esempio, come la presenza dei nonni in famiglia favorisca la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, o anche come vada ad incentivare il benessere sia dei nipoti e che dei nonni stessi.

In un contesto come quello italiano, in cui la convivenza estesa tra generazioni è parte di una cultura di legami familiari forti e tradizionalismo, le famiglie composte da tre generazioni conviventi hanno una divisione dei compiti domestici più egualitaria, dovuta al supporto che i nonni forniscono all’interno del nucleo familiare”, conferma Marco Tosi, aggiungendo: “In questo senso, una più equa divisione del lavoro domestico è dovuta al fatto che le madri tendono a beneficiare in modo maggiore del vivere in casa con i nonni”.

Nell’ambito dei compiti familiari, negli ultimi decenni si è assistito ad una distribuzione progressivamente più equa rispetto alla cura dei figli, in particolare tra le coppie con un alto livello di istruzione. Lo stesso non è però accaduto per quanto riguarda la distribuzione dei compiti domestici più routinari come cucinare, pulire la casa, fare il bucato e occuparsi della spesa: compiti che ancora oggi, in genere, vengono portati avanti in larga parte dalle donne.

L’innovazione nella medicina e nella diagnostica, gli stili di vita più equilibrati e sani, hanno permesso alla popolazione dei Paesi occidentali di raggiungere ormai traguardi di età ragguardevoli e che si spingono sempre più avanti – dichiara la Presidente di Federcentri – Ci dicono che la vita media potrà raggiungere i 115 anni se lo sviluppo scientifico di alcune branche della medicina proseguirà alla velocità attuale. Questi anni di vita in più sono un dono per tutto quello che possono rappresentare in termini di esperienza per sé stessi e per gli altri, se pensiamo allo straordinario legame tra nonni e nipoti che caratterizza soprattutto il nostro Paese“.

I nipoti, siamo certi, li vorrebbero immortali.

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