Fondo per l’Impresa Femminile, investimenti irrisori con la lotteria del “click day”

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*  di Donata Cappelli, Anna Moreno e Costanza Hermanin di EquALL – per una democrazia sostenibile

Oggi si apre, per le italiane titolari di imprese costituite da oltre 12 mesi, la possibilità di accedere al magro Fondo per l’Impresa Femminile stabilito nell’ambito del PNRR tramite il celebre click day. Così come il mese scorso si era aperto ed è stata chiuso precisamente in sei ore, il bando per le promotrici di nuovi progetti imprenditoriali. Il fondo stanziato per tutte queste azioni è pari complessivamente a 400 milioni di euro, per 6 anni, rispetto ad un budget totale del PNRR pari a 191,5 miliardi, ovvero lo 0,21%.

La misura del PNRR dedicata alle imprese femminili italiane avrebbe potuto dare un’opportunità a qualche donna con idee imprenditoriali innovative di avviare un’attività con cui capitalizzare anni di studio e sacrifici personali e di creare crescita occupazionale nel proprio paese. Invece, il 60% delle risorse è destinato a imprese femminili costituite in forma individuale o a lavoratrici autonome, privilegiando quindi quelle attività che assomigliano molto più a forme di auto-impiego in settori “tradizionali”, che di imprenditorialità. Anche l’entità degli investimenti agevolabili, 250.000 euro al massimo per le startup, indica chiaramente che la misura è rivolta a piccole iniziative.

Insomma, l’ennesimo finanziamento a pioggia che darà un po’ di risorse per aprire un bar, un’edicola, un salone di bellezza e che probabilmente chiuderà non appena la boccata di ossigeno del finanziamento pubblico terminerà.

Si sarebbe potuto fare di meglio che permettere a queste donne di accedere ai finanziamenti con un “click”. Contando che si stima che i fondi della prima tranche siano stati esauriti dopo sei ore di apertura del portale, anche questa volta il click day andrà a premiare chi aveva una connessione più performante, chi è stata più rapida di altri, chi era (o aveva un commercialista) meglio informata/o.

Si sarebbe potuto, per esempio, iniziare con le azioni volte a sviluppare un’idea imprenditoriale per promuovere conoscenze e competenze attraverso la comunicazione mirata e forme di accompagnamento. Tali azioni, benché finanziate per 40 milioni, non sono state ancora avviate né concepite: invece di essere lanciate prima di distribuire gli incentivi, saranno realizzate dopo, inutilmente.

È vero, il bando prevede criteri di valutazione che consentiranno di attribuire un punteggio e stilare una graduatoria di merito ma molte donne che hanno inviato i progetti qualche minuto più tardi, ancorché meritevoli, troveranno il plafond ormai esaurito.

È davvero importante per le singole imprenditrici, e per lo sviluppo del Paese, fare un click un minuto prima delle altre? È davvero questo l’elemento determinante per scegliere di premiare un progetto invece di un altro? Perché il nostro Paese deve utilizzare queste lotterie? Perché le risorse stanziate sono pochissime rispetto alla domanda potenziale e perché, in fondo, non interessa promuovere la qualità dei progetti e le competenze delle donne ma semplicemente distribuire una (piccola) mancia ad un pubblico più vasto possibile.

Bisogna trovare il coraggio di selezionare, scegliere i progetti più meritevoli e concentrare le risorse sulle persone che hanno maggiore potenzialità di creare valore e occupazione. Sono i sacrosanti principi comunitari della concorrenza che spesso sono pretermessi nelle scelte politiche nazionali.

Non si può continuare a considerare i sostegni all’imprenditoria femminile come un’azione di inclusione sociale, un’azione di assistenza, un’azione di integrazione del reddito familiare. Le imprese sono tali chiunque le diriga e devono essere considerate elemento fondante delle politiche industriali.

I fondi per l’imprenditoria femminile dovrebbero arrivare alle tante donne in gamba che più di una “sovvenzione una tantum dello Stato” hanno bisogno di fiducia e sostegno per renderle partecipi della crescita del paese.

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  • Irene Manzo |

    Buongiorno, sono stata convocata dicembre 2023 per nuova apertura fondi dopo che si erano chiusi dopo pochi secondi. il sistema, al momento della compilazione della domanda non mi ha fatto allegare un file per poi annullare la richiesta siccome serviva l’allegato. Anche a voi è successo?

  • Anna Rita |

    @oriana avitabile Anch’io ho presentato la domanda alle 11.30.
    Posso chiederti che numero di protocollo hai ricevuto?

  • Annalisa |

    Ho inviato la domanda il 7 giugno alle 10:01:05 e sono stata la numero 3.711 come è possibile che in un minuto e cinque secondi siano arrivate oltre 3000 domande?? Leggo inoltre che Lydia l’ha presentata dopo di me ed era la numero 3273….si trattava sempre della domanda trasmessa il 7 giugno?

  • Lydia |

    Inviata domanda alle 10:06:48 è assurdo pensare che prima di me hanno cliccato altre 3273 imprese constituende in ordine di arrivo e che solo 590 sono passate per la valutazione dopo solo 6 minuti:-( che peccato ITALIA . Beh RITENTA E SARAI FORTUNATA!!!

  • Cristina |

    Ho inviato la domanda alle 10:00:17 (protocollo n.728). Ero fiduciosa che almeno un migliaio di imprese le riuscissero a finanziare e, invece, con sorpresa anche io ho ricevuto la PEC per sospensione della valutazione per esaurimento fondi… Non riescono nemmeno a finanziare poche centinaia di imprese con i pochi fondi che sono a disposizione.

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