In un 2021 che ha registrato per l’Italia successi in campo nazionale ed internazionale, non poteva mancare la ciliegina sulla torta nel mondo del vino. Il nostro Paese, infatti, da diversi anni si conferma al primo posto tra i produttori mondiali. Quest’anno, poi, l’Italia ha saputo rimanere sul gradino più alto del podio nonostante una percentuale produttiva in calo (-9%) dovuta sia al primo periodo pandemico sia ai fenomeni di cambiamento climatico che influenzano tutte le fasi precedenti alla vendemmia (fonte: stime vendemmiali di Uiv, Assoenologi e Ismeache) e impongono maggiori cure e attenzioni da parte dei vignaioli.
Gli elementi distintivi e necessari per una qualità vitivinicola riconosciuta adeguatamente dai consumatori sono la tutela e la sostenibilità ambientale, ai quali si affianca il grande entusiasmo con cui ogni anno si affronta il periodo della vendemmia. Ed è proprio l’entusiasmo di due giovani donne, sorelle e imprenditrici, Arianna e Giuditta Gallo, ad aver dato vita al San Maurizio Wine Club, un progetto unico in Italia che nasce dalla terra di Cesare Pavese e si propone di attraversare i confini nazionali sfruttando il digitale. Per raccontare al mondo dell’hospitality il fascino del territorio piemontese e la magia del vino grazie alle migliori eccellenze regionali, extra regionali ed una selezione di etichette internazionali. Una veduta a 360° fatta di passione, competenza, freschezza e tanta femminilità.
Tutto comincia dalla volontà di valorizzare il rapporto intimo tra il Relais San Maurizio e il mondo del vino, le cui radici affondano fino al XVII secolo. Molteplici, infatti, sono i documenti che testimoniano la produzione vinicola nel territorio di Santo Stefano Belbo (Cuneo), il cui stemma civico e gonfalone comunale raffigurano la vite che dà vita alla città.
“Beyond wine” in un panorama patrimonio UNESCO: le Langhe
Ci troviamo nella porta di ingresso delle Langhe, in un panorama senza tempo, dove lo sguardo si perde tra le curve sinuose delle colline circostanti e “guarda oltre”. Beyond wine (oltre il vino) è il motto scelto dalle sorelle Gallo per un progetto di marketing territoriale ed esperienziale che comprende tutto: dal food & wine all’hospitality, dalla cultura alla natura. Perché qui il profumo del vino si mischia a quello della storia. Tutto intorno è un fiorire di resti imponenti di abbazie e monasteri. Luoghi che un tempo offrivano ospitalità ai pellegrini e avevano a disposizione terre da dissodare e dedicare alla coltivazione della vite.
Ed è proprio da un monastero del 1619 che nasce il Relais San Maurizio, culla del progetto Wine Club, dopo un restauro conservativo durato cinque anni ad opera di Pier Domenico Gallo, padre di Arianna e Giuditta, che più di 20 anni fa decise di riportare alla vita un luogo sacro abitato dai monaci cistercensi provenienti dalla Provenza e cultori della vite.
L’ispirazione anni ’70 del California Dreamin’
Quella del Wine Club è una cultura che ha iniziato ad espandersi in California negli anni ’70, con l’obiettivo di creare e mantenere vivo un legame tra produttori e clienti. Un modo intimo per consolidare il rapporto interpersonale che si creava con coloro che arrivavano nella terra americana dei grandi vini alla ricerca di novità. Ricevendo direttamente a casa le bottiglie scoperte durante il soggiorno.
L’idea alla base del progetto delle sorelle Gallo è esaltare il vino come trait d’union nel connubio tra natura e territorio: “Siamo partite dalla collaborazione con il Ristorante stellato Guido da Costigliole all’interno del San Maurizio – raccontano Arianna e Giuditta – che fin dagli anni sessanta si è sempre mosso nella direzione di utilizzare materie prime genuine selezionate tra i produttori locali. Anticipando di parecchio il fenomeno dello slow food.”
Il San Maurizio Wine Club può essere considerato un luogo d’incontro phygital per appassionati di vino e del bon vivre. Anello di congiunzione tra una community fisica ed una digitale in continua espansione, dove il vino è il vero e indiscusso protagonista grazie all’accurata selezione di etichette di produttori locali provenienti dal Piemonte e dal resto d’Italia. Scelti personalmente per essere coinvolti in qualità di ospiti.
Tra i primi produttori ad aderire al progetto figurano le aziende agricole Marco Capra di Santo Stefano Belbo (che segue personalmente la vinificazione delle storiche vigne di Moscato, impiegate per realizzare il vino San Martino, etichetta del Relais) e Stella Vini di Costigliole d’Asti, il cui sentimento pulsa nel cuore del Monferrato da 100 anni.
Ma ci sono anche due nomi dell’eccellenza femminile italiana del vino: Ornella Costa dell’azienda agricola Matteo Correggia di Canale d’Alba (Cuneo) e Chiara Boschis dell’Azienda Agricola E. Pira & Figli di Barolo (Cuneo). La prima guida insieme ai figli un’azienda che si evoluta nel campo del biologico, della sperimentazione e della sinergia tra il vino e le altre forme d’arte. La seconda, invece, è tra le figure più influenti della storia dei Barolo Boys, un gruppo di amici e piccoli produttori delle Langhe (conosciuti come i “Modernisti” perché introdussero l’utilizzo della barrique), che tra il 1980 e il 1990 ha cambiato radicalmente il mondo del Barolo e più in generale del vino italiano.
Un team tutto al femminile
Da sempre considerato un mondo “al maschile”, tra il vino e le donne esiste un legame intenso e profondo. E non è cosa recente. Tant’è che oggi, quando si fa riferimento al lato femminile del “nettare degli dei”, lo si associa sempre all’eccellenza sotto molti punti di vista. Non è un caso, infatti, che da nord a sud dell’Italia, donne tenaci, competenti e dalla grande visione, stiano dando un contributo fondamentale al mondo wine, legando alla propria produzione vinicola arte e cultura per promuovere le bellezze dei loro territori. E Arianna e Giuditta Gallo, che rappresentano una nuova generazione di donne del vino, non sono da meno.
Come lo Yin e Yang, l’una completa l’altra. Arianna è il cuore strategico: laurea in economica internazionale alla Bocconi, master alla HEC di Parigi e gli ultimi anni vissuti in 6 Paesi diversi, dalla Cina all’Australia. Prima di rientrare nelle sue amate Langhe e prendere in mano le redini del nuovo progetto: “Vogliamo portare il Wine Club a un livello superiore – racconta – creando una community in cui produttori e appassionati di vino possano contaminarsi delle loro esperienze. Farlo in un’impresa di famiglia è certamente una sfida, ma è anche molto bello perché dà la possibilità di aprirsi completamente e confrontarsi in totale serenità.”
Giuditta è il cuore creativo: dopo gli studi in marketing e comunicazione digitale tra Milano e Copenaghen, ha trascorso un periodo di tempo a Londra lavorando in un’agenzia creativa. Membro di Altagamma, il suo ruolo al San Maurizio è occuparsi dell’accoglienza degli ospiti, di cui cura ogni dettaglio (food, spa, interior design), e seguire personalmente le attività di PR: “Il Relais San Maurizio in 20 anni si è aperto a un pubblico internazionale. I mercati principali sono gli Stati Uniti, il Brasile, la Russia, il nord Europa e naturalmente l’Italia. Il progetto ha la sua culla qui a Santo Stefano Belbo ma vuole diventare anche digitale attraverso il Wine Club. Per arrivare nelle case dei nostri ospiti e di tanti appassionati, che attraverso il vino potranno conoscere meglio la nostra realtà.”
Le sorelle Gallo sono accomunate da un forte legame con il vino. Arianna, per esempio, oltre a berlo, ama conoscere la storia di ogni singolo lembo di terra che accolga o abbia accolto una vite. Andando alla scoperta di realtà piccole ma di grande qualità. Per Giuditta, invece, il vino è sì un piacere ma anche uno strumento di comunicazione e una chiave per entrare in empatia con i propri clienti. Mirando a superare i confini dell’hospitality tradizionale.
Il team tutto al femminile si completa con un’altra giovane professionista, Giulia Corino, che ha unito il suo percorso di studi in Letteratura e Storia e Arts and Culture Management alla formazione nel mondo del vino. Giulia è la wine concierge del San Maurizio e mette al servizio degli ospiti “in struttura e online” consigli e suggerimenti su etichette e annate, con un focus sempre legato all’arte e alla cultura del territorio. Perché il vino, per raccontarlo bene, deve essere in sintonia con il luogo in cui nasce.
L’offerta del San Maurizio Wine Club tra e-commerce, workshop e storia
L’offerta del San Maurizio Wine Club si sviluppa anche attraverso una piattaforma online dove i soci possono contare su un e-commerce con oltre 200 etichette selezionate e una sezione Club che offre la possibilità di abbonarsi a una delle due formule annuali previste (Enthusiast e Connoisseur) che prevedono la spedizione di vino due volte l’anno direttamente a casa, in tutto il mondo, con benefit esclusivi “a distanza” e in struttura. Tra questi, workshop online e in presenza con i produttori ospiti del progetto, meeting online di approfondimento, visite guidate nelle aziende e inviti agli eventi esclusivi del Club. Ma il vino è anche sinonimo di storia. Tutte le bottiglie sono tracciabili, conservate nell’antica cantina del Relais, che come un vecchio forziere custodisce tesori il cui valore inestimabile è rappresentato dalla memoria. Perchè aprire una bottiglia vino vuol dire fare un’esperienza di memoria: memoria di un luogo, di un pezzo di storia e di donne e uomini che dentro ogni bottiglia hanno messo anche un chicco del loro cuore.
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