“Trans, e basta”: festival internazionale di cinema a Bologna

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Torna a Bologna da giovedì 2 a sabato 4 dicembre 2021, Divergenti, festival cinematografico interamente dedicato alla narrazione e rappresentazione dell’esperienza trans. Giunto alla sua undicesima edizione, si svolgerà in presenza al Cinema Lumière di Bologna e online su Docacasa.it, la piattaforma virtuale creata dalla DER – Documentaristi dell’Emilia Romagna. Nell’arco delle tre giornate, dal programma delle proiezioni, presentazioni e incontri con gli autori, ai seminari e tavole rotonde, tutto riporterà verso una corretta costruzione di senso della parola Trans.

genderation_selezionataProgettato e realizzato dal M.I.T. – Movimento Identità Trans, con la direzione artistica di Nicole De Leo e Porpora Marcasciano, il festival seleziona e propone progetti di cinematografia internazionale dedicati all’immaginario trans, con l’intento di offrire uno spaccato dell’identità trans, sfidando gli stereotipi negativi e stimolando il superamento dei pregiudizi e delle paure. Entrare in una narrazione costruita dall’interno ha davvero la valenza culturale di rottura che il festival si propone, e lo spiega bene la fotografa e documentarista Lina Pallotta, impegnata dagli anni Novanta a raccogliere testimonianze visive vivendo dall’interno la cultura undergound e le sottoculture tra l’Italia e New York. Afferma Pallotta: “L’immagine che rappresenta il mondo LGBTQ+ è tutta distorta, folcloristica, non invita alla riflessione sul pregiudizio, anzi, allontana. Per questo bisogna cercare lavori fatti dall’interno”.

70x100 defQuesta riflessione è raccolta nel docu-film “Porpora”, di Roberto Cannavò, che verrà presentato in anteprima proprio al Festival il 4 dicembre. Il film è un viaggio all’interno del percorso di formazione e attivismo proprio di Porpora Marcasciano, leader storica del movimento trans e dallo scorso 11 novembre Presidente della Commissione Pari Opportunità del consiglio comunale di Bologna, eletta alle ultime elezioni amministrative nello schieramento di maggioranza. Tra Cannavò e Marcasciano, si instaura nel corso del film un dialogo intergenerazionale dalle forti valenze culturali: la sincera curiosità del regista trentenne incontra nell’attivismo di Marcasciano non solo uno spaccato di tempi mitici, come la Bologna degli anni ‘70 e i movimenti hippy, ma anche un’esuberante gioia di vivere che non si risparmia anche a momenti di toccante intimismo.

red-shoes-2Tra i film in Concorso, si segnala anche la proiezione il 3 dicembre di “Red Shoes. Il Figlio del boss” di Isabella Weiss, documentario sulla vita di Daniela Lourdes Falanga, presidente di Antinoo Arcigay Napoli, figlia transessuale di un boss della camorra vesuviana oggi condannato. In sala sarà presente la stessa Falanga per presentare il film. 

Sono in totale dieci le opere selezionate, tra documentari e fiction, provenienti da diverse parti del mondo, che mostrano la resilienza e la forza delle comunità trans mettendo in evidenza una varietà di prospettive, con una gamma di generi e tematiche che vanno dalle storie di donne trans in lotta da una vita per la loro identità e i loro diritti, al percorso di coming-of-age di un’adolescente trans nel Brasile di oggi. A valutare i film in concorso, la giuria composta da Viola Lo Moro, scrittrice e direttrice di Tuba Libreria femminista di Roma, Giorgina Pi, autrice e regista, e Elena Tebano, giornalista del Corriere della Sera, chiamata ad assegnare il Premio al Miglior Film in concorso, del valore di 1000 euro.

Come per le edizioni precedenti, anche quella del 2021 avrà un focus che l’organizzazione del festival insieme al MIT ha deciso in base a quelli che sono i temi e le questioni problematiche del momento. Il tema scelto quest’anno, “Trans, e basta”, sembra tautologico, ma ha in realtà l’intento di mettere al centro l’identità trans, soprattutto dopo le polemiche degli ultimi mesi, spesso feroci e inaspettatamente interne agli stessi movimenti per i diritti civili. Spiega Marcasciano: “Il 2021 ha visto un aggressivo rigurgito della cultura patriarcale che storicamente ci opprime. La bocciatura del DDL Zan e l’attacco violento all’identità di genere, vista come esclusiva e binaria, ci ha ferito. Il manifesto di Divergenti 2021 esce in nero, il colore del vuoto e della negazione. Sottolinea la gravità del momento, i rigurgiti oppressivi, rimettendo al centro la parola Trans, e basta”.

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